L'idiozia di imbrattare il muro della chiesa di Santa Rita che ha più di 500 anni di storia
Esiste Idiozia e idiozia, così come esistono Idioti ed idioti. Esiste un romanzo, L'Idiota di Fedor Dostoevskij, che non è proprio leggero come una schiumina ma ha un gran bel perché, così come esiste l'idiota nel vero e proprio senso della parola che di perché non ne ha nessuno ma che rompe peggio di una zanzara affamata quando vorresti dormire. Il romanzo L'Idiota l'ho letto più di trenta anni fa durante le ore di riabilitazione dopo un intervento al ginocchio, passai così tante ore su un lettino con il fisioterapista che mi seguiva, e che mi conosceva fin da piccolo, tanto che lui decise di chiamarmi L'Idiota. Tante ore disteso con un libro che però mi permisero di leggere buona parte di quel notevole romanzo, tomo che mi era capitato tra le mani per caso, mentre il resto lo lessi a casa una volta finita la riabilitazione. Aveva tutte le ragioni del mondo quel mio amico, che purtroppo oggi non è più tra noi, nel chiamarmi in quel modo visti e considerati gli avvenimenti, che erano tutta farina del mio sacco, sia chiaro, che mi avevano portato settimane prima in sala operatoria e successivamente sul suo lettino. Ogni tanto gli leggevo qualche passaggio del libro e lui annuiva interessato, sapeva ben distinguere L'Idiota da un idiota ma in cuor mio speravo che quella – non solo letterale – distinzione fosse valida anche nei miei confronti, un articolo a volte può fare la differenza tra una bellissima relazione e un primo incontro che finisce malissimo. Ma l'idiota di cui parlare oggi, non quello legato alla letteratura russa, ha la straordinaria capacità di voler comunicare, in vario modo, senza esserne capace e senza un messaggio, più o meno valido, da raccontare. Non è un problema da poco perché se un idiota si limitasse ad esserlo senza manifestarlo in vari modi o senza rompere le scatole agli altri potrebbe trovare un preciso ruolo nella società, quando invece decide di esprimere una sua posizione o un suo perché lo fa, per esempio, imbrattando muri di edifici che siano storici o meno.
A Cremona non è mica la prima volta, e purtroppo verosimilmente non sarà neanche l'ultima vista la raffinata ed innata capacità di dare continuità all'idiozia, in cui qualche idiota – di nome e di fatto – decide di far passare un suo personalissimo messaggio imbrattando muri di edifici storici. Il Duomo, Sant'Omobono e adesso Santa Rita hanno visto le loro pareti con personali, quanto inutili, dimostrazioni di capacità comunicative ed espressive quanto meno ridotte oltre a risultare totalmente irritanti. Sul lato di via dei Rustici compare una fantasiosa riga di colore rosa sui mattoni della piccola – ma significativa – chiesa di Santa Rita, è una riga, tanto inutile quanto inopportuna, su una struttura che ha 500 anni di storia e che adesso potrà annoverare, dopo aver visto passare davanti a lei pestilenze e guerre, anche il passaggio di una mano di colore offerta da qualche idiota. Che quella riga, probabilmente di recente attribuzione, sia parte di un progetto espressivo “più ampio” non può fregarmene di meno anzi, in tutta sincerità, dal mio punto i vista è la dimostrazione pratica di come la capacità espressiva e di comunicazione di qualcuno sia soltanto fine a se stessa e non aggiunga nulla in un ipotetico dialogo. Vedere muri di qualsiasi tipo imbrattati è già fastidioso, quando poi si parla di una realtà con una storia unica da raccontare diventa fin inaccettabile, è parte di quel degrado che si sta sempre più allargando in vari modi in intere aree della città, un degrado che non è soltanto rappresentato da quello che ci circonda ma che rappresenta, in maniera più profonda, l'assenza di ogni forma di rispetto e di dialogo. Imbrattare 500 anni di storia è qualcosa di talmente egoistico da non trovare giustificazioni, si riduce un luogo con una valenza storica e sociale ad una sorta di personale forma di espressione da trattare come meglio si preferisce, una scelta idiota che fa capire bene come gli altri e l'edificio stesso, molto semplicemente, non esistano, esiste solo un muro di mattoni da trattare senza rispetto per ciò che sono o che rappresentano. E' talmente egoistico da non trovare risposte neanche nel fatto che, con un degrado cittadino che sembra aver preso una accelerazione enorme, una riga in più o in meno cambia poco la sostanza di ciò che andremo a scoprire nel giro di qualche periodo, perché l'idiota è sicuro che quei mattoni colorati di rosa non faranno nessuna differenza nel degradante dissesto che si sta creando. La fanno eccome, invece, la fanno come il fatto di trovarsi con situazioni che sembrano sempre più sfuggire di mano e che, da sole, di certo non potranno di certo migliorare. L'Idiota e l'idiota sono realtà ben diverse, la prima racconta e fa capire, la seconda si limita ad esprimere qualcosa di cui faremmo volentieri a meno.
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commenti
Manuel
27 ottobre 2024 03:06
Tutto giusto, ma quando un comune cede i resti delle storiche mura ad una multinazionale per costruire un supermercato... ed è un solo esempio.
Ci hanno talmente inculcato come i soldi siano l’unica buona ragione per dare un senso alla vita, che fa strano quasi nulla.
Marco
28 ottobre 2024 06:12
Non condivido il suo commento .
Qui non si tratta del paragone con le mura di Porta Romana ben visibili e che si possono anche ammirare ma dell'idiozia e inciviltà di ragazzi che non hanno rispetto di nulla e che pensano di essere più furbi degli altri.
Poco tempo fa' era stata imbrattata anche la chiesa di via Aselli appena restaurata.
Sono sfide che fanno alla società e alla città che è sempre più imbrattata da scritte incomprensibili.
Belli invece i murales di via Vecchia Dogana dove si può parlare di comunicazione e rivitalizzazione di spazi grigi.
Il suo riferimento al valore dei soldi è fuorviante in quanto lo fanno solo per farsi belli davanti alla ragazzina di turno a al gruppo annoiato .
Poi quando vengono presi piangono e si dichiarano pentiti.
Spero vengano individuati e che paghino loro o i genitori se minorenni i danni al patrimonio storico e culturale della chiesa.
Poi se non capiscono i valori della vita non dia la colpa al Comune ma alle famiglie che non sono state capaci di essere una guida .