Nuovo ospedale, la fiera delle illusioni
Stupefacente. Angosciante. Esaltante. Deprimente. Straordinario. Visionario. Linfa per il futuro prossimo. Estrema unzione per il presente. Fantascienza.
Caleidoscopio di sorprese, cilindro per prestigiatori, mazzo di carte di Maverick e Cincinnati Kid, il documento di Indirizzo della progettazione del Nuovo Ospedale di Cremona (leggi qui il documento completo) è la lampada di Aladino. È tutto. È di più. È di più ancora. È straripante. Velleitario. È il passaggio del Rubicone, il «dado è tratto» di Giulio Cesare.
Centosettantanove pagine di marketing. Non eccezionale. Ottima confezione. Comunicazione non da fuoriclasse.
Il documento descrive, reclamizza, promuove l’ottava meraviglia del mondo. La impone.
Vende un sogno. Titilla l’orgoglio cremonese. E con l’impiego di droni per la gestione della struttura (pagine 24 e 79), propone una sanità pubblica ai confini della realtà (Pietro Cavalli in Vittorianozanolli.it, 15 settembre).
Centosettantanove pagine per illudere il territorio d’essere ai vertici dell’assistenza sanitaria, senza avvertire che dietro l’angolo si trova un deserto distopico.
Il progetto è ambizioso. Presuntuoso. Senza limiti. È mantra e ossessione: sarà «paradigma di un nuovo modello per l’ospedale del futuro» (apertura pagina 5).
Sarà «paradigma per la realizzazione di nuovi ospedali nell’era post pandemica» (chiusura pagina 5).
Sarà «modello tipologico, un esempio di best practice internazionale sul tema dell’ospedale del futuro» (pagina 7).
«L’ospedale diventa un luogo per il benessere olistico del paziente, in armonia con l’intero ecosistema» (pagina 40). Minchia.
Centosettantanove pagine per concionare sul sacro Graal e sul vello d’oro. Considerazioni interessanti, ma non da convincere che la vecchia carretta meriti d’essere abbattuta.
Ripetitivo e ruffiano, il racconto insiste su aspetti esistenziali oggi di moda. Su tematiche mainstream. Ma le banalizza. Le rende slogan pubblicitari. Le trasforma in sceneggiatura di film di sci-fi di serie B. Spunto per grafic novel. Teatrino. Propaganda da imbonitori di fiera.
«La struttura ospedaliera e il Parco della salute (previsto al posto dell’attuale ospedale, ndr) integrano servizi e spazi che promuovono uno stile di vita salutare, con attenzione alla nutrizione, all’esercizio fisico, all’interazione sociale, alla serenità e al rilascio dello stress» (pagina 40).
Non risulta che negli ospedali old style di oggi - tra questi quello di Cremona - i pazienti conducano una degenza sregolata. Difficilmente si ubriacano, si fanno una canna, s’impasticcano extra terapia. Non consumano pasti pantagruelici. Piuttosto francescani. Non cantano Siamo solo noi.
Centosettantanove pagine per precisare che: «Il benessere della persona coinvolge l’intero ecosistema: l’ospedale diventa un luogo di armonia tra uomo e natura, anche attraverso il rispetto delle altre specie e l’inclusione degli animali sia come accompagnatori che quali supporto alla terapia nelle prestazioni clinico assistenziali che possano giovarsi del loro contributo (IAA – Interventi Assistiti con gli Animali)» (pagina 4o). Poetico e grottesco.
Il maneggio per i traumatizzati non è contemplato. Pazienza. Sono invece previste un’area recintata verdi recintati per il pascolo degli animali per pet-therapy e una farmacia veterinaria (pagina 43).
Centosettantanove pagine per proporre un resort-ospedale extralusso dotato di spazi privati e intimi per il raccoglimento. Di spazi multifunzionali per terapie di gruppo. Di spazi musicali con strumenti. Freudiano e inconscio omaggio degli estensori del documento al passato del direttore generale Giuseppe Rossi, in gioventù chitarrista, con il nome di Gegè, dei Distretto 51?
Ci saranno spazi per la preghiera, il relax, la decompressione.
Non mancheranno giardini terapeutici per diverse tipologie di utenti, biblioteca all’aperto e zone per book crossing. Poi specchi d’acqua e benessere. Ciliegina: area beauty, spa. O yeah!
Poi ancora, ristorante, caffetteria, cucine condivise, spazi commerciali e area mercato di prodotti alimentari. Spazio sorvegliato per il nido per i figli di pazienti e staff, doposcuola e ludoteca. Poi altro ancora. A pagina 43 l’elenco completo.
Centosettantanove pagine per propagandare un posto ideale per passarci qualche giorno di ferie. Non è specificato se per godere di questo angolo di paradiso sia necessario rivolgersi al classico Centro unico di prenotazione dell’Asst. Oppure a un’agenzia turistica, la quale potrebbe offrire un pacchetto completo comprendente la visita al canale navigabile, all’inceneritore, ai totem. Se verrà costruito, nel tour potrebbe starci anche l’impianto di biometano (Cremonasera, 16 settembre).
Centosettantanove pagine per informare che «l’ospedale diventa low-carbon, dalla progettazione all’approvvigionamento dei materiali, dalla costruzione all’attività, fino al disassemblaggio, riuso e fine vita» (pagina 98).
Centosettantanove pagine per certificare la sindrome del primo della classe: «Il nuovo ospedale di Cremona intende cogliere l’opportunità di porsi come punto di riferimento internazionale nell’ambito della tutela ambientale, riducendo decisamente le emissioni prodotte nell’arco del suo ciclo di vita e costituendo esso stesso un’infrastruttura resiliente ai cambiamenti indotti sull’ecosistema (climatici, sociali, demografici, etcc.)» (pagina 99). Evvai col liscio.
Per adesso resilienti e fottuti sono i cittadini che da anni vivono in una città ai vertici europei di inquinamento da polveri sottili. Condizione confermata pochi giorni fa: «Già allarme polveri. Provincia Maglia nera» (La provincia, 14 settembre).
Centosettantanove pagine, ma alla 38 la sentenza è già pronunciata. Chiara. Limpida. Insindacabile. Evangelicamente, a pagina 38, tutto è compiuto. A pagina 38 è scritto: «L’ospedale del futuro non sarà più un enorme edificio in grado di accogliere pazienti con qualsivoglia patologia. L’ospedale sarà dedicato principalmente alla cura di patologie gravi e all’esecuzione di procedure complesse. I trattamenti di routine e la cura preventiva saranno distribuiti attraverso cliniche e hub di vicinato, connessi e diffusi sul territorio. Anche il domicilio del paziente si collocherà all’interno di questo ecosistema connesso grazie a dispositivi diagnostici intelligenti e collegati 24/7 con le centrali di controllo, mediante i quali i medici potranno monitorare lo stato di salute del paziente in tempo reale, anche presso la sua abitazione. L’Intelligenza Artificiale sarà utilizzata per ottimizzare i processi e definire modelli di previsione per proteggere gli individui vulnerabili prima che essi debbano raggiungere l’ospedale».
Se l’assistenza è programmata per degenti gravi e patologie complesse, l’ambaradan sopra descritto a cosa e a chi servirebbe? Chi usa la spa, gli spazi ludici, le cucine condivise. Chi porta a passeggio il cane?
Ma non basta. C’è pure questo: «L’ospedale digitale del futuro avrà un sistema di controllo simile a quello utilizzato per il traffico aereo, in grado di monitorare costantemente i pazienti e intrecciare i dati per indicare le migliori ‘traiettorie di volo’» (pagina 109).
E anche quest’altro: «I sensori mobili collegati ai pazienti e al personale non solo forniscono informazioni sul loro comportamento e sullo stato di salute, ma permettono anche di capire quali siano le loro preferenze» (pagina 114).
È Gattaca. È Minority report. È I sogni segreti di Walter Mitty. È Il mondo nuovo di Huxley. È il controllo totale. È la dittatura della tecnica magistralmente illustrata da Umberto Galimberti all’assemblea generale dell’Associazione industriali tenuta a Cremonafiere lo scorso novembre. (https://www.youtube.com/watch?v=7xP0cIXJ5cs&ab_channel=AssociazioneIndustrialiCremona).
È Brivido che vola via e un equilibrio sopra la follia di Vasco Rossi.
È la privacy gettata nel cesso. È la sordina all’etica e il trionfo del cinismo produttivo.
Il documento Indirizzo della progettazione del Nuovo Ospedale è la brioche di Maria Antonietta per il popolo che chiede il pane. È la non risposta alle liste d’attesa e al pronto soccorso sovraffollato. Ai disservizi quotidiani della sanità locale. È sicumera.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
commenti
Michele de Crecchio
17 settembre 2023 10:37
Chi, meglio di Antonio Grassi, avrebbe potuto così magistralmente sintetizzare la tragicomica situazione nella quale si trova la, per altri versi incredibile e paradossale, vicenda del nuovo ospedalino miniaturizzato promesso ai cremonesi?
Pierpa
17 settembre 2023 10:53
Dopo quasi trenta anni tra Formigoni e Maroni, con uno spruzzetto attuale di Fontana+Bertolaso+LetiziaBrichetto senza dimenticare Arnaboldi+Moratti. Cosa aspettarsi di diverso? Caso strano l'ospedale avveniristico che tutto il mondo ci invidierà lo faranno non nelle province dove si riscontra il loro maggior successo elettorale. E cone diceva Andreotti, a pensar male si fa peccato ma si indovina
Giovanna Binelli
17 settembre 2023 12:37
Cosa si può commentare!!!
Mariateresa
17 settembre 2023 13:23
Complimenti ad Antonio Grassi per la lucida analisi della situazione paradossale del progetto del nuovo ospedale.
Quando i cremonesi, politici in testa, smetteranno di farsi prendere in giro? (domanda retorica)
Manuel
17 settembre 2023 13:58
Ancora una volta: CHAPEAU!
Condivido quel che già anticipato dall’architetto: quanti conterranei saprebbero meglio descrivere la vicenda?
Speriamo che questa, come altre vicende locali, arrivi a destare l’assonnato popolo, prigioniero di pregnante quotidianità, quant’anche di propaganda e superficialità.
Pure i funambolismi e le piece teatrali dell’attuale governo potrebbero favorire un nuovo risorgimento. L’Italia si desterà?
Gianluigi Stagnati
17 settembre 2023 23:32
Inoltre, per fare spazio al parco del futuro, resterebbero in piedi solo la scuola infermieristica e l'anatomia patologica con le camere ardenti e la cappella per i funerali, verso via Ca' del Ferro.
Davanti, verso largo Priori, resterebbe il CUP, la farmacia e la portineria.
Verrebbero demoliti tutti gli altri edifici esterni al monoblocco:
- padiglione infettivi
- hospice
- servizi psichiatrici
- lavanderia
- centrale termica, allaccio teleriscaldamento
Chissà poi dove li mettono!
Che si salva dal piccone la cascina Ca' de Guai, vincolata dal lascito se non ricordo male.
Gianluigi Stagnati
17 settembre 2023 23:37
P.S.: e anche la palazzina di viale Concordia 1, della direzione e amministrazione verrebbe demolita.
Francesco
18 settembre 2023 06:27
Per adesso, in attesa del nuovo edificio, va segnalato che hanno appena speso un sacco di soldi per rifare parte della palazzina della direzione. Visto che comunque tale edificio non è a norma antisismica, dovrebbe essere demolito anch'esso. Magari anche quei soldi potevano venire spesi per l' assistenza, non per l' edilizia.
Gianluigi Stagnati
18 settembre 2023 09:04
Esatto.
Questa ristrutturazione fatta per lo staff dirigenziale che sovraintende al nuovo progetto!
Paola Fara
18 settembre 2023 08:26
Descrizione esauriente e puntuale di quello che non sarà più un ospedale ma, a quanto pare , una beauty-farm. La spa sarà usata dai dirigenti. In Italia é sufficiente scrivere centinaia di pagine con mirabolanti affermazioni meglio se in inglese e subito diventi un professionista al top. L'unica competenza richiesta è
scrivete/parlare molto per abbindolare la gente. Povera Cremona! Povera Italia!
Clara
18 settembre 2023 08:57
GRAZIE !! Mi permetterei solo di sottolineare anche l’isolamento della nostra città sia come rete autostradale che , soprattutto , quella ferroviaria . Letto il progetto che si è dimostrato già approvato , ho sentito come un brivido …quanti soldi se ne andranno tramite l’assegnazione di appalti per un’opera tipo miraggio nel deserto ? Grazie ancora per i vostri interventi esplicativi , che rendono consapevoli e quindi partecipi a ciò che un semplice cittadino talvolta sfugge .
Danilo Codazzi
18 settembre 2023 10:33
Come mai non hanno pensato ad installare una serie di parchi mongolfiere che porterebbero i "pazienti" al di sopra dello strato dell'atmosfera dell' inquinamento di Cremona per fare soggiornare gli ammalati a quote di sanatorio ? ps..... la mia è ironia , non vorrei che qualche babbeo ci giochi dentro. Fare funzionare meglio l' esistente con i soldi da investire nel nuovo detto così sembra banale, ma non lo è..............
Vincenzo GIRELLI CARASI
20 settembre 2023 08:37
Perfetto come analisi e come previsione dei risultati cioè fumo e ancora fumo .
Monica
22 settembre 2023 20:04
Grazie grazie grazie !!!!!continui a riproporre questo enorme problema della nostra città…speriamo che sempre più persone La lèggano e facciano un po’ di riflessione !!!