Ospedale, la differenza la fanno le persone non i laghetti o gli schermi al plasma
Tra le poche convinzioni nelle quali continuo a credere vi è quella dove le persone riescono, nel bene o nel male, a fare ancora la differenza. Parrebbe un ragionamento scontato ma nel 2024 sembra sempre più importante dare un peso relativamente marginale al rapporto umano per poi valorizzare ciò che di umano non ha nulla, il senso di un grande progetto, spesso più imposto che neanche condiviso, di solito tende a ridurre a livello marginale, fino a sostituirsi in toto, il ruolo delle persone che verranno a contatto con lo stesso. Il lavoro del singolo, a tutti i livelli, è troppo spesso considerato sempre più relativo tranne che per coloro i quali, a vario titolo, appartengono alla fantomatica categoria delle “star”, appellativo che sembra dividere coloro che hanno diritto di parola da coloro che contano poco o nulla e che sembrano destinati al silenzio imposto dagli strumenti di comunicazione, più che dal lavoro stesso.
Questo modo di vedere le cose in futuro riuscirà a dare origine più a problemi che neanche a soluzioni, acutizzando il distacco tra le persone, rendendo sempre meno importante quel concetto di rapporto umano che, alla fine, fa la differenza. Nelle ultime settimane ho avuto bisogno di rivolgermi prima al Pronto Soccorso dell'ospedale cittadino e, in momenti successivi, mi sono dovuto spostare nei reparti di Radiologia ed Ortopedia della stessa struttura per un problema, ovviamente se paragonato ad altri, di relativa importanza. Il punto di partenza di questa piccola riflessione sta proprio nel fatto che, a fronte di un passaggio di certo meno traumatico di tanti altri, ho trovato comunque, da parte di tutti gli operatori, un rapporto umano e professionale encomiabile. So bene che un singolo esempio, in tempi in cui si tende ad enfatizzare ciò che non va bene piuttosto di ciò che funziona, ha una importanza relativa, ma per alcune persone, me compreso, rappresenta un valore aggiunto in termini di fiducia. Nell'ospedale cittadino non ho visto schermi al plasma che dialogavano con i pazienti, non ho visto laghetti con fauna esotica, non ho trovato attrezzature degne di stare più nel Quadrilatero della moda a Milano piuttosto che in un nosocomio; nei corridoi ho trovato soltanto qualche quadro con le storiche fotografie di Cremona ormai scolorite. A fronte di questo, però, ho vissuto un passaggio fondamentale che sembra sempre più raro di questi tempi, ho notato quale sia l'investimento migliore, secondo me, che si possa fare in una realtà così importante e così delicata: quello sulle persone.
La “affascinante” bellezza, almeno così come viene proposta, di una architettura “d'avanguardia” con ipotetiche strumentazioni “d'avanguardia” accolte in aree usate anche “per l'interazione e lo svago”, si perde quando discuti con un infermiere o con un chirurgo; a quel punto sono gli occhi e le parole delle persone che fanno la differenza tra uno scritto che ha questo tono e quello che propone argomentazioni ben diverse, perché, in fondo, va bene il laghetto e il teletrasporto stile Star Trek ma sono ancora gli operatori che fanno scelte per affrontare un problema. Lascio volentieri gli schermi al plasma con le previsioni del tempo e il software per scoprire l'affinità di coppia, lascio volentieri la “visione fashion” di muri senza angoli o di starnazzanti papere nel loro habitat artificiale per tornare ad investire sulle persone perché, e ce ne accorgeremo quando questo investimento tenderà a sparire, il modo migliore per affrontare molte tematiche sono, e saranno ancora, le scolorite fotografie di Cremona che accompagnano il lavoro di persone motivate e determinate nel loro operato.
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commenti
Claudio
8 ottobre 2024 14:43
Condivido piensmente quanto scritto da Marco Bragazzi, proprio perché anch'io vivo da piú di un anno l'esperienza dell'approccio diretto con un reparto del nostro ospedale. Posso dire che con i medici e tutti gli operatori sanitari si è creato un piú che cordiale (se non amichevole) rapporto oserei dire d'amicizia che va oltre il mero contatto professionale. Tempo fa sentii alla televisione un luminare medico affermare che "a volte un sorriso ed una carezza vale piú di una medicina..."!!!!
Antonio Sivalli
8 ottobre 2024 16:13
Appunto le persone ne vogliamo parlare?
Luciano Losi
9 ottobre 2024 07:50
Riflessioni condivisibili. Ogni volta che vengo ricondotto ad analizzare la vicenda del nuovo nosocomio a Cremona, mi monta l’indignazione. Investimento senza senso, che non verrà incontro alle reali esigenze degli utenti, con un notevole maggior esborso finanziario rispetto alla ristrutturazione dell’attuale ospedale, deciso in Regione per cogliere delle opportunità.