10 maggio 2024

Quel vecchio ponte sul Morbasco mai ripristinato, sembra manchi un pezzo di città

Dover richiamare vecchi articoli è una cosa che, personalmente, mi irrita moltissimo, perché significa dover tornare su un argomento quando, di solito, una questione dovrebbe essere risolta o almeno in fase di risoluzione anche solo teorica. Il ponte sul Morbasco non rappresenta più un problema, lo rappresentava magari il 14 marzo 2023 su CremonaSera quando, a fronte degli 8 mesi da quella data, la struttura non era ancora stata ripristinata dopo i danni che aveva subito nell'estate 2022.

Il problema, stante la cronaca di quel giorno, era dovuto al fatto che il ripristino era fuori discussione in quanto non previsto dal budget, niente budget niente ripristino. Semplice ed essenziale come risposta, il budget è quello che taglia le gambe e velleità a qualsiasi spesa, che sia uscire a cena o rimettere in ordine parti di una città; budget è una parola che racchiude, purtroppo, quasi tutto al livello personale, ma significa poco o nulla in materia di res publica. Da questo punto di vista è semplicemente una sorta di foglia di fico davanti a questioni che rischiano di rimanere irrisolte, un po' come gli impegni personali già programmati mesi prima quando, molto semplicemente, non vuoi uscire con qualcuno.

Quel ponte, dal punto di vista pratico, non è più un problema, dopo il danno e il budget non adeguabile del 2023 sono passati quasi due anni senza che si sia mossa una pietra, o stampo in ghisa vista la composizione della struttura, per cui viene da pensare che sia ormai parte dell'arredamento cittadino, così è adesso così sarà per chissà quanto altro tempo. Ce ne faremo una ragione, una città si può presentare in vari modi, basta che questi modi vengano interpretati nella maniera corretta e un ponte storico lesionato è difficile da capire. Quindi la rimessa in opera di quella piccola parte, che possa piacere o meno, della città diventerà semplicemente un momento di passaggio per il successivo rinvio ad un ulteriore budget che abbia nelle voci di spesa la ricostruzione di quel pezzo che accompagna la parte iniziale di viale Po. Tutto molto lineare, ci mancherebbe, le urgenze sono – sempre – ben altre, urgenze che vanno rispettate per non cadere poi nella situazione in cui potresti trovarti con strade che fanno acqua da tutte le parti o manutenzioni che vedranno luce dopo lustri. Sacrifichiamo il ponte ma avremo una viabilità scorrevole e sicura, potrebbe essere l'accordo, però da gestire poi ci sono i due piatti della bilancia, con risultati tutti da capire.

Ma quel piccolo ponte sembra chiedere qualche piccola attenzione al pari di molte altre strutture cittadine, oggi le erbe infestanti lo stanno ricoprendo, è cosa buona quando Madre Natura si riappropria di spazi vitali, in questo modo, quando si sarà creato un muro di verde infestante il problema del ponte sarà risolto: al suo posto una nuova e funzionale struttura dai lussureggianti colori, con piccoli fiori annessi, che cambieranno tonalità a seconda della stagione in cui fioriranno o meno. Come si usa dire oggi, molto smart come idea e non serve neanche un analitico budget per svilupparla. La verità è che una città che dimostra fin troppi ponti lasciati lesionati riuscirebbe a demotivare anche coloro come me che – molto ingenuamente – credono ancora in un senso di concretezza per una città dove il sentimento più condiviso sembra quello della disaffezione. E' sbagliatissimo come concetto e come messaggio, è una resa quasi incondizionata davanti a tematiche che, con un confronto maturo e lungimirante, potrebbero essere affrontate in maniera differente. E' la visione di voler impostare qualcosa che potrà dare frutti, verosimilmente, dopo qualche anno ma che dimostra una volontà di crescere e di far crescere.

Non esiste una cornucopia dalla quale attingere per risolvere molte cose, ma la scelta di affrontare un percorso che comporta, per forza di cose, anche questioni straordinarie “fuori budget” avrebbe il plauso di ricreare una affezione verso idee o strutture che rappresentano un modo, condiviso, per vivere in una società e in una città. Quel ponte sul Morbasco rappresenta poco secondo alcuni, del resto non ha neanche 200 anni è triste, vecchio e stantio, ma è il simbolo di un rischio concreto; l'abbandono di determinati impegni con la speranza, dopo cinque anni, che un riesame del budget possa dare il via a lavori di ripristino. Magari rigorosamente in ottica elezioni, magari con fanfare e cotillions per tutti. Il ponte sul Morbasco non è più un problema, non esprime più emozioni così come non esprimono nulla queste righe, righe che vorrebbero essere solo una sorta di disperata ricerca di un barlume di speranza in una situazione sempre più decadente anche come sentimento comune. Il ponte non è un biglietto da visita della città, ma ne è parte, è il simbolo di un percorso che dovrebbe trovare direzioni diverse e idee diverse, è il simbolo di qualcosa che verrà a mancare al pari di quei sentimenti che legano i cittadini ad una storia e ai valori di una società che sa confrontarsi. Il ponte non è più problema e non è neanche una priorità, è soltanto un vecchio ponte che rischia di venir dimenticato ma, soprattutto, di diventare così come è adesso un pezzo mancante di una città.

Marco Bragazzi


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti


Michele de Crecchio

10 maggio 2024 13:32

Mi auguro che qualche studioso si decida, prima o poi, a scrivere e divulgare la singolare ed affascinante storia di questo singolare ponte sul Morbasco. La cospicua documentazione disponibile al riguardo è facilmente consultabile negli archivi locali (pubblici e privati) ed attende solo l'iniziativa di un buon divulgatore per essere resa nota alla cittadinanza.

Fabrizio Loffi

12 maggio 2024 10:04

Il ponte è stato costruito tra il 1854 e il 1855 a conclusione dei lavori sul piazzale esterno della nuova porta Po per completare il viale Regina Margherita che conduceva al nuovo attracco sul Po, ma venne già lesionato in seguito ad una alluvione nel 1857 con un uragano che abbatté gra parte degli alberi appena piantati sul viale

Michele de Crecchio

12 maggio 2024 18:03

Il tracciato del viale Po era stato ideato dal Voghera (dai contemporanei definito "peritissimo rettifilatore" che, come già aveva fatto a suo tempo il Campi, non aveva resistito alla tentazione di integrare la sua splendida pianta della città, con qualche integrazione o riforma, che aveva ritenuto opportuno proporre (come in un "piano regolatore") per migliorare l'assetto generale della città.
Il progetto del ponte fu steso da un ingegner Turchetti, credo antenato dell'ingegner Giuseppe di identico cognome, del quale si sta per demolire, ironia delle coincidenze, il non distante asilo Martiri della Libertà. Purtroppo non ricordo con precisione le vicende delle belle parti in ghisa (ben documentate, a suo tempo, anche da uno stupendo quadro del Vertua) dovute all'opera di un ottimo artigiano cremonese imparentato con la nota famiglia dei Groppali.

Marco

12 maggio 2024 17:29

Segnalo che il preventivo per il ponte sul Morbasco ad agosto 2023 era di circa 350/500000 euro in quanto opera architettonica tutelata e il progetto di restauro e consolidamento dovrà essere approvato dalla competente Soprintendenza.
Un'enormità.

Stefano

12 maggio 2024 21:01

Son d'accordo con Marco. Un'enormità.

Antonio Sivalli

14 maggio 2024 18:36

Facciamolo crollare, tanto che vi importa!

Stefano

17 maggio 2024 13:05

Tutt'altro che farlo crollare ma cominciamo anche a considerare quanto sia il business, il lucro o come altro lo si voglia chiamare relativo ai restauri perché io assolutamente favorevole al suo restauro ma il prezzo mi sembra eccessivo per una pura e semplice speculazione. Tutto qua.

Argento

16 maggio 2024 14:34

Quindi buttiamolo giù, chiudiamo tutto e via.

Antonio Sivalli

14 maggio 2024 18:37

Mala gestione del duo Virgilio Galimberti

Il Cremonese

15 maggio 2024 09:00

Ci sarebbero stati i fondi per il restauro del ponte se non si fossero già spesi in totem, inguardabili "stendardi", e altre prodezze di utilità discutibile.

Stefano

20 maggio 2024 21:51

I totem? UN'opera d'arte inguardabile.

Paolo

23 maggio 2024 13:12

Non ci sono i soldi per riparare il ponte,,se non vado errato di epoca liberty ,ma ci sono i soldi per quei meravigliosi tralicci di ferro arrugginito posizionati nelle principali piazze alle varie porte della citta'.Questi si che sono indiscussi capolavori di arte contemporanea di cui proprio non potremmo fare a meno.Grazie amministrazione