Siamo in lutto per Alexei Navalny
Come sostenitori della pace e della soluzione politica e non militare dei conflitti abbiamo una ragione in più per sentirci in lutto per la morte di Alexei Navalny, una ragione in più per essere oppositori di tutti i regimi liberticidi, a cominciare da quello di Putin; una ragione in più per essere contrari alla continuazione di una guerra iniziata dall’invasione russa ma adesso alimentata da ambedue le parti.
Navalny era contrario all’invasione dell’Ucraina e aveva ragione. Navalny era contrario alla guerra scatenata da Putin e dal suo sistema corrotto di potere da cittadino russo e da democratico, non più da nazionalista acceso che da giovane aveva giustificato l’invasione delle truppe russe in Georgia maturando poi l’idea che non è la forza a decidere chi ha ragione, ma al contrario il diritto. Il diritto di ogni essere umano ad essere libero, il diritto di ogni società a godere dei diritti di libertà di opinione e di associazione, il diritto di ogni popolo di decidere il proprio destino, il proprio orizzonte, la propria collocazione nel mondo.
Quando la figlia Daria va a ritirare al suo posto il premio Sakharov nel 2021 al Parlamento europeo di Strasburgo chiede al padre cosa vorrebbe che dicesse a suo nome nel discorso, Alexei Navalny suggerisce “nessuno può osare equiparare la Russia al regime di Putin. La Russia è parte dell’Europa e noi stiamo cercando di essere parte dell’Europa. Ma vogliamo anche che l’Europa lotti per quello che è e per le grandi idee che sono nel suo cuore. Combattiamo per un’Europa delle idee, per la celebrazione dei diritti umani, della democrazia e dell’integrità”.
Ecco, noi sostenitori della pace e dell’universalità dei diritti umani, noi cittadini italiani ed europei, noi Occidente delle idee, noi liberi dalla logica dei blocchi politico-militari contrapposti, concordiamo pienamente con Navalny: “la Russia è parte dell’Europa e noi dobbiamo fare in modo che diventi parte dell’Europa!”.
Se è indubbio che Putin nella sua arroganza imperiale ha commesso un ennesimo imperdonabile errore con la dura detenzione in prigione di Alexei Navalny portandolo fino alla morte, ci permettiamo di denunciare che il suo martirio non dovrebbe essere usato dai nostri guerrafondai Nato-dipendenti per trasformarlo in una sorta di loro emissario, per rilanciare la guerra in Ucraina e cacciare la Russia sempre di più lontana dall’Europa e in braccio alla Cina.
Ma è esattamente quello che stanno facendo e continueranno a fare in preda ad una “coazione a ripetere” gli iperatlantisti USA-dipendenti.
Siamo in lutto per Alexei Navalny perché è davvero un martire, perché ha pagato di persona un coraggio che lo mette al di sopra del regime che l’ha ucciso, ma al di sopra anche del blocco politico-militare occidentale che non ama la Russia e la vuole umiliare.
Siamo in lutto per Alexei Navalny così come siamo in lutto per le vittime ucraine della guerra, le vittime russe della guerra, le vittime palestinesi a Gaza, le vittime israeliane massacrate da Hamas.
E siamo preoccupati per Julian Assange, detenuto a nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh, la Guantanamo britannica, e per il processo che lo attende con accuse che dimostrano che anche in Occidente, in modo più raffinato, non è la verità che importa ma la ragion di Stato che domina.
Siamo ben consapevoli che agli iperatlantisti di casa nostra non importa la correttezza dell’informazione e la verità dei fatti ma solo ciò che risulta utile ai propri interessi di parte, agli interessi del proprio blocco politico-militare tornato alla logica della guerra fredda. E dunque Assange che ha rivelato i documenti riservati dei Governi occidentali che coprono e giustificano i loro crimini di guerra, è trasformato in un pericoloso terrorista che rischia 175 anni di carcere.
Mentre il martirio di Alexei Navalny viene innalzato dai partiti e dai media italiani più allineati sull’altare dell’ipocrisia per rilegittimare la guerra in Ucraina, per rilanciarla, per attaccare di nuovo i pacifisti, non rendendosi conto che sono i pacifisti i più dispiaciuti per la morte di Alexei Navalny, i più vicini ad Alexei Navalny e alle migliaia di madri che in Russia reclamano e piangono la morte dei loro figli mandati a morire in Ucraina.
Tavola per la Pace
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commenti
Anna L. Maramotti Politi
18 febbraio 2024 17:54
Condivido il lutto. L'importante è saper distinguere il popolo russo dal potere presente in Russia . L'importante è diffondere messaggi di pace supportati da riflessioni sui valori non negoziabili che appartengono all'umanità.
Antonio
19 febbraio 2024 09:39
Chissà perché in due anni non si mai visto un russo, manifestare per la pace, nemmeno uno, in Italia cene sono ( purtroppo) più di centomila ma neppure uno si è mai speso contro la guerra.
Evidentemente la loro propensione per la pace è una mera chimera di pacifinti e filoputiniani.
Roberto Cigala
18 febbraio 2024 19:46
La morte di Navalny non è la sola morte di un oppositore politico in un paese fra i tanti nel mondo in cui vi è una tirannia, ma è anche il simbolo di una una Europa politicamente debole anche in altri contesti internazionali e che in Europa non è in grado di fermare la guerra come si dovrebbe fare fra Russia e Ucraina con le armi della diplomazia e della pace. Un eroe politico da solo non può fermare o cambiare le sorti di una nazione o fermare la guerra fratricida europea, o rovesciarne le sorti ma una unione politica europea fatta di persone di buona volontà con una diversa visione della realtà globale può avviare una fase diversa.
Antonio
19 febbraio 2024 08:53
Purtroppo siamo alle solite, pacifinti che non hanno alcuna idea sul come fermare un dittatore sanguinario e la sua mandria di ubriaconi assassini che lo reggono.
L’occidente è stato ed è troppo titubante sul dare armi all’Ucraina ed e ad un intervento diretto contro chi ha come unico scopo quello di invadere, depredare e uccidere.
Il popolo russo è complice di questa barbarie, Putin da solo non ha alcun potere ma è coadiuvato da questi nazisti del ventunesimo secolo, inclini solo al massacro di gente inerme.
Tarantasio
19 febbraio 2024 13:25
I "nostri guerrafondai Nato-dipendenti", gli "iperatlantisti USA-dipendenti" e il confronto con Assange sono termini che rivelano ciò che gli estensori dell'articolo non hanno il coraggio di esplicitare. Vergognoso. Il sostegno all'Ucraina è quanto dovuto dal mondo libero, che tale vuole rimanere. Lo scudo della condanna delle azioni di Putin suona come "Ho tanti amici gay, ma...", tipico di chi vuol mascherare la propria omofobia. Poi buttiamoci dentro anche un riferimento a Gaza, ma sempre con equidistanza nominiamo anche le vittime di Hamas. In nome di un pacifismo adolescenziale, facciamo di tutto un unico calderone, l'importante è dare contro al modello occidentale. Per fortuna, dai commenti sopra, pare che i lettori abbiano le idee più chiare e coerenti di chi scrive.
Manuel
19 febbraio 2024 17:48
Sarà che molti lettori di questa testata non si vogliono cimentare in un ping pong di sterile tifoseria? Sarà che comprendano lo starnazzare rabbioso ed inveterato dei fanatici l’”America first”?
La realtà è che una “corposa minoranza” di retrivi imperialisti americani ed europei ci ha trascinato in una vicenda bellico/strategico/economica dagli esiti pericolosissimi e, per ora, perdenti.
Il monito di Pezzoni, anche non condivisibile in alcuni passaggi, è un esempio di buon senso, moderazione ed il pedigree dell’autore è di tale livello e competenza che, pur discutibile (come tutti), non è tacciabile di pressappochismo o infantilismo.
Antonio
20 febbraio 2024 10:08
Leggendo questa letterina e i commenti dei pacifinti mi sembra di sentire i buoni propositi delle candidate a Miss Italia, la fame nel mondo, la pace dei popoli, un mondo senza confini…imbarazzante…
Sul come fermare un dittatore guerrafondaio e i suoi orchi russi, sempre il nulla…
Tarantasio
20 febbraio 2024 13:54
Caro kompagno, non c'entra nulla "America first", nella vicenda bellico/strategico/economica dagli esiti pericolosissimi ci ha trascinato il caro Putin, il problema è prima di tutto di noi europei, è un problema di democrazie liberali da difendere contro un regime autoritario e illiberale, da sconfiggere. Inoltre, con tutto il rispetto per il pedigree di Pezzoni -che non conosco- il pezzo rimane pressapochista, in quanto da un colpo al cerchio e una alla botte, ma senza proporre alcuna soluzione pragmatica e attuabile.
Manuel
20 febbraio 2024 17:19
Cari kamerati (suprematisti? turbo liberali? piddini abbacinati dall’aurea epopea Draghi? non so come etichettarvi) volete trascinarmi nel ping pong? Ebbene sia... fugacemente.
Senza ripassare le tappe della vicenda/vicende bellico/strategica, mi preme sottolineare la posizione di un paese che ha segnato immediatamente una svolta storica e tattica nel complesso di iniziative volte a modificare gli apparentemente sedimentati rapporti di forza globali: l’India. Non che la tradizionale posizione equidistante avrebbe fermato l’invasione dell’Ucraina, ma la fermezza politica di Modi ha rassicurato Putin e lasciato basiti gli occidentali. A questo paese guardano tutti, poiché oramai in grado di condizionare le politiche globali e in diversi provano a condizionare le scelte, quanto a destabilizzare (se del caso e se riuscisse). I migliori e più fini politici, strateghi e studiosi occidentali l’hanno capito, ma al popolo bue offrono propaganda e spettacoli demenziali.
Vi dicono niente i BRICS? Forse sarà il caso di considerarli, non di scatenare la guerra totale e perpetua.
Per quel che riguarda Pezzoni, non solo è conosciuto come esperto e divulgatore di geopolitica, ma ha pure bazzicato nelle stanze e negli ambienti che contano in politica estera. Presumo sia anche disposto a regalarvi qualche ora propedeutica alla geografia politica, sociale ed economica.
Antonio
20 febbraio 2024 20:52
Ecco che si manifesta il filoputinismo più becero, il caro pacifinto Manuel ha gettato la maschera, con la ripetizione a pappagallo delle veline provenienti da regime russo, delle fake news costruite a San Pietroburgo e che tanto hanno presa su no vax, complottisti, trumpiani e Nato-fobici.
Io non avevo dubbi già dal primo commento, ancora niente di concreto su come fermare Putin e i russi ubriaconi e assassini , ma almeno ora lo sanno tutti i lettori da che parte sta il il filorusso Manuel…
Stefano
2 marzo 2024 05:15
Faccio volentieri a meno della beneficenza in arte/insegnamento geopolitico di Pezzoni. Ho molte più cose da imparare dai bambini di 8 anni
Pierpa
20 febbraio 2024 12:08
C'è una quantità incredibile di difensori del mondo "libero e occindetal-liberale" contro il sanguinario Putin. E nessuno che si arruola? Soli Giulia Schiff? Avanti, coraggio, la medaglia Stranamore è lì per essere appuntata al petto dei valorosi
Antonio
20 febbraio 2024 16:24
È come leggere commenti dei nostalgici dell’Unione Sovietica, pensano ancora che il loro sogno lo possa far rivivere il nuovo imperatore di tutte le Russie.
La NATO brutta e cattiva…sono le stesse teorie del pazzo sanguinario a capo degli assassini ubriaconi atavici russi, usata come scusa per invadere un altro paese un altro popolo, uccidere donne, bambini e creare 5 milioni di sfollati.
Niente di nuovo , pacifinti senza nessuna soluzione pratica, solo parole al vento.
Pierpa
21 febbraio 2024 10:19
Una serie di commenti veramente edificante, con abbondanza di epiteti quali "pacifinti" che, stranamente (nemmeno tanto) evoca gli strali dell'orrendo Benito, più di cento anni fa, contro i panciafichisti. Voglia di guerra, specie se a combatterla e morire sono altri.
Pierpa
21 febbraio 2024 13:41
Più leggo questa pagina, più penso che i libri di storia andrebbero letti, mangiati, digeriti: non sfogliati. La russofobia ideologica che emerge qua e la, orfana dell'URSS e bisognosa di un nemico orrendo e truce (i russi sanguinari, beceri, beoni: ci manca solo che mangino i bambini, ma forse li aveva cucinati tutti Stalin), forse porta la tabe ereditata da chi nel 1941 cercò di invadere la Russia al soldo di Hitler. Mentre non risulta tentativo russo di invadere l'Italia. Quanto poi ai giudizi sommari su M. PEZZONI (ci penserà lui a replicare, se lo riterrà), vorrei ricordare che da parlamentare comunista fu però collaboratore di Mirko Tremaglia per il riconoscimento del diritto di voto agli italiani all'estero.
Antonio
21 febbraio 2024 16:18
Qua i libri storia non li legge proprio chi fa la figura del bue chi del cornuto all’asino, perché ad esempio dimentica di nominare il patto Molotov-Ribbentrop, ma mi rendo conto che a volte è inutile cercare di erudire certi personaggi…
Pierpa
21 febbraio 2024 18:12
Ok, Molotov-Ribbentrop fa fino. Non dimentichiamo Chamberlain. Ma se andiamo avanti così si arriva s Caino & Abele. C'è chi desidera guerra ad oltranza. E chi no.
Antonio
23 febbraio 2024 09:06
C’è chi desidera ancora il comunismo e gli eredi del comunismo come l’ex KGB Putin, nonostante i morti, la fame, e le persecuzioni e chi no.
Manuel
23 febbraio 2024 16:41
Su questo hai perfettamente ragione! Il cinismo non ha limiti!
Peccato che con gli eredi del comunismo facciano affari e moine un po’ tutti, compresi americani, poiché pecunia non olet!
Tra questi fanatici degli eredi sovietici pure il paladino del liberalismo moderno: Silvio Berlusconi... che giustamente TU hai votato per anni, affinché difendesse la libertà degli italiani.
Magari un giorno ti desterai e scoprirai che libertà coincide con portafoglio pieno... i cinesi lo insegnano.
Antonio
24 febbraio 2024 12:43
IO non ho votato SB, mai, non l’ho mai sopportato, anzi, mi ripugnava.
Come sempre sbagli su tutto e tutti.
Comincia a girare il mondo come ho fatto io, così forse inizierai a capire verguta(qualcosa),forse…