Siamo un po' cresciuti per ascoltare le favole che ci raccontano per giustificare il nuovo ospedale
Numerosi sono i motivi per costruire un nuovo ospedale a Cremona e ovviamente demolire l’attuale. Il fatto che, nonostante una incerta campagna elettorale, non se ne parli proprio, nulla toglie al fatto che sia necessario disporre di una costruzione antisismica. Certo che l’unico terremoto degno di questo nome nella nostra zona risale a quasi mille anni fa. Era il 1117 e una serie di scosse, con epicentro probabilmente in bassa Renania, causò pesanti danni a Cremona, Milano, Pavia, Vercelli, Verona, Venezia, Parma, Piacenza, Pisa, Bamberga. Tutte zone in cui sarà necessario abbattere gli ospedali per ricostruirli a norma antisismica perché, come noto, in caso di grave terremoto, la cosa essenziale è che, in mezza a cumuli di macerie, possa sfavillare un nuovo ospedale.
La possibilità di mettere a norma l’attuale non viene invece presa in considerazione.
Un altro motivo è la necessità che il nuovo ospedale sia dotato di DEA di secondo livello. Certamente una qualifica di eccellenza per la struttura e una garanzia per i cittadini, tranne per il fatto che tutto il territorio padano è ormai saturo di queste strutture e quindi non sarà possibile averne un altro anche a Cremona. La legge attuale prevede infatti un DEA di secondo livello per una popolazione compresa tra 600.000 e 1.200.000 abitanti. Quindi, nonostante gli annunci e i proclami, pare molto difficile, praticamente impossibile, avere un DEA di secondo livello a Cremona.
Terzo motivo: la bellezza è parte della cura e quindi in un ospedale bello si viene curati molto meglio. Infatti i malati di tumore guariscono solamente se dal loro letto d’ospedale possono disporre di una bella vista su ampie vallate, lagune da barriera corallina oppure, se proprio non disponibili, guardando la Gioconda di Leonardo da Vinci o la Venere del Botticelli. Lo stesso per le fratture di femore e, perché no, di un infarto del miocardio. Se poi qualcuno non ce la fa proprio e si ostina a morire, potremo sempre attribuirne la responsabilità al vecchio detto: non è bello quel che è bello, è bello ciò che piace.
Quarto motivo, l’ospedale attuale è vecchio e il fatto che dia stato costruito cinquanta anni fa non va proprio bene. Magari quelli che si ricoverano a Brescia, a Parma , a Milano, a Roma, a Firenze, a Verona, Padova, Pavia ci vanno non per essere curati, ma perché sono inguaribili pessimisti e scelgono di farsi ricoverare negli ospedali peggiori d’Italia. Ben gli sta, così imparano a loro spese che è molto peggio farsi ricoverare in un ospedale vecchio ed efficiente che in uno nuovo dalla gestione incerta.
Quinto motivo: il numero dei posti letto. Sappiamo che il nuovo ospedale sarà dotato di 457 stanze singole che in caso di necessità e per l’80% possono essere trasformate in stanze doppie. Magari senza accorgersi che per rendere doppia una stanza singola è necessario disporre almeno di un altro letto e magari anche di una sedia. Il che vuol dire che per raddoppiare la capacità del nuovo ospedale sarà necessario disporre di circa 350 letti e altrettante sedie, prontamente disponibili in caso di necessità. Questo significa che o questi letti sono subito disponibili in casi di emergenza tipo covid (e quindi ci deve essere un magazzino per contenerli tutti), oppure si tratterà, in caso di bisogno, di indire una gara d’appalto per il loro acquisto (se l’importo è superiore a 140.000 euro).
Sesto motivo e forse l’unico in grado di giustificare la costruzione di un nuovo ospedale è quello di “muovere l’economia” . Che non vuol dire nulla per i cittadini che con le loro tasse ne sosterranno l’edificazione e neppure per quelli che, dopo la denuncia dei redditi, non avranno i soldi per pagarsi prestazioni sanitarie private. Molto importante invece per tutti coloro che oggi, in gergo tecnico e volutamente poco comprensibile dalla maggioranza dei cremonesi, vengono definiti “stakeholder”. Vale a dire politici (quasi tutti) e coloro che ci possono guadagnare (leggi categorie produttive).
In attesa di ascoltare ulteriori elementi a supporto della costruzione di un nuovo ospedale, accontentiamoci di ciò che ci viene raccontato. Anche se siamo tutti un po’ cresciuti per continuare ad ascoltare le favole.
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commenti
Graziella Giavardi
13 aprile 2024 05:07
In linea con il dott Cavalli
Luciano Losi
13 aprile 2024 07:09
Tutte considerazioni che conosco bene. Avremmo bisogno di ben altro, e invece si butteranno via un sacco di soldi nel disinteresse o quanto meno nella ignoranza della maggior parte dei cittadini. Vicenda che riguarda la nostra Regione; ma c’è un’altra genialità all’orizzonte, con il progetto del ponte sullo Stretto, ed anche li ci sarebbe bisogno di ben altro! Che dire, non mi pare che siamo amministrati con la “coscienza del buon padre di famiglia”. Ho l’impressione che, prima o poi, il nostro Paese che viaggia costantemente sotto osservazione per le norma della sostenibilità del debito, verrà sottoposto a restrizioni per l’infrazione ai principi cardine.
Pierpa
13 aprile 2024 08:50
Mi sorge un dubbio, dopo la lettura delle osservazioni del dr. Cavalli. Non è che i fautori del nuovo ospedalino, in caso di bisogno, poi andranno a curarsi a New York, Londra, Ginevra, lasciando noi comuni mortali a goderci il panorama dal nuovo B&B da Tripadvisor?
Elisabetta Corini
14 aprile 2024 10:03
Condivido ma siamo in pochi invece sono in molti coloro che si riempiranno le tasche
Enrico Gnocchi
14 aprile 2024 21:31
i sostenitori del "movimento per la riqualificazione dell'Ospedale di Cremona" hanno raccolto dall'agosto 2023 ad oggi circa 5.500 firme, non si riempiono le tasche , anzi ci mettono del proprio, e aspettano fiduciosi altre firme. Sperando che non ci siano coloro che dicano "ci vuol ben altro". Li invitiamo a perdere qualche minuto per leggere la nostra petizione su change.org e firmare. Saremmo pure contenti se qualcuno ci darà una mano scrivendo a movimentoper.riqualificahdicr@gmail.com ... ogni contributo, anche piccolo (per es. raccogliere qualche firma) è importante. grazie!
Vacchelli Rosella
19 aprile 2024 22:07
Ricordo per averle gestite che le azioni del Movimento sono andate ben oltre la raccolta firme e hanno riguardato l'appello alle istituzioni quali il Presidente della Repubblica, 50 Sindaci sul territorio compreso il Sindaco di Cremona, il Presidente dell'Ordine dei Medici, il Presidente dell'Ordine degli Infermieri, il Presidente dell' Azienda Sociale Cremonese, il Presidente del Concass, l’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale della Lombardia, l’Assessore al Welfare G. Bertolaso, il tutto a nome di un Movimento nato e vissuto non senza difficoltà come APARTITICO. E' un dato oggettivo il fatto che in tempi di campagna elettorale la raccolta firme si presti a confondersi con la propaganda.
Morandi Renzo
14 aprile 2024 15:21
Condivido pienamente anche se per evitare continuamente le emorragie di medici ospedalieri bisogna rivoluzionare completamente il sistema di gestione della sanità e ridare un po' di potere decisionale a chi lavora tra quelle mura invece di constatare che ,purtroppo,anche i vertici apicali sono meri esecutori di decisioni politiche
Michele de Crecchio
14 aprile 2024 20:09
A suo tempo (un paio di anni orsono, credo) mi lasciò francamente sgomento la faciloneria con la quale quasi tutte le forze politiche locali si trovarono improvvisamente concordi sulla proposta di demolire un ospedale costruito solo poco più di cinquanta anni orsono e di sostituirlo con una struttura più piccola.
Solo un severo richiamo della Corte dei Conti pare abbia finalmente convinto l'attuale dirigenza ospedaliera ad utilizzare i non modesti fondi a suo tempo richiesti ed ottenuti per ovviare almeno alle scandalose condizioni nelle quali versa da anni il reparto del "pronto soccorso".
Ancora di più mi ha stupito l'apparentemente unanime entusiasmo con il quale è stato di recente accolto il progetto vincitore del concorso indetto per una prima ipotesi planivolumetrica del futuro nuovo "ospedalino". Tale singolare successo mi ha ricordato la frase "Ma il re è nudo!" pronunciata in una arcinota fiaba da un innocente bimbo...!
Piera
15 aprile 2024 07:19
Parole sante....👏👏 Dott. Cavalli
Alessandro
16 aprile 2024 06:06
20 minuti di applausi 👏🏻
ANTONIO SIVALLI
16 aprile 2024 08:31
vorrei prendere spunto dal recente dibattito riguardante il NO al nuovo ospedale a Cremona per porre l'attenzione su un'altra importante questione: la richiesta di una seconda struttura dotata di pronto soccorso per alleggerire il carico dell'attuale Ospedale.
È evidente che la costruzione di un nuovo ospedale è un tema di grande rilevanza, soprattutto considerando i motivi esposti riguardanti la sicurezza sismica, l'adeguatezza delle strutture e la capacità di cura. Tuttavia, non possiamo trascurare la necessità di migliorare l'accesso ai servizi sanitari primari, tra cui il pronto soccorso.
Una seconda struttura con pronto soccorso potrebbe essere fondamentale per garantire una migliore distribuzione delle risorse sanitarie sul territorio, riducendo i tempi di attesa e migliorando l'efficienza complessiva del sistema. Ciò potrebbe avere un impatto significativo sulla salute e sul benessere della comunità cremonese, assicurando un'assistenza più tempestiva e adeguata in caso di emergenze mediche.
Sono consapevole che la costruzione di una nuova struttura sanitaria comporta sfide e costi significativi, ma ritengo che investire nella salute della comunità debba essere una priorità. Sarebbe auspicabile che, oltre al dibattito sull'ospedale principale, si affrontasse anche la questione della necessità di una seconda struttura con pronto soccorso, coinvolgendo la comunità e gli esperti del settore per trovare soluzioni efficaci e sostenibili.
desidero approfondire ulteriormente il tema della necessità di una seconda struttura con pronto soccorso a Cremona, suggerendo una possibile area per la sua collocazione e ribadendo l'importanza di coinvolgere attivamente la comunità e gli esperti del settore per trovare soluzioni efficaci e sostenibili.
Tra le varie opzioni disponibili, ritengo che l'area dell'ex Cariplo in via Dell'Annona possa essere una scelta opportuna e strategica per la realizzazione di una nuova struttura sanitaria. Questo spazio, attualmente non utilizzato, potrebbe essere riqualificato e trasformato in un centro dotato di pronto soccorso, contribuendo così a migliorare l'accesso ai servizi sanitari nella zona.
Abbandonare l'idea del terzo polo tecnologico a favore di un progetto sanitario mirato risponde alle reali esigenze della comunità cremonese, fornendo un servizio essenziale e immediato a coloro che necessitano di cure urgenti. Inoltre, la riqualificazione di un'area già esistente potrebbe comportare costi inferiori rispetto alla costruzione ex novo, rendendo il progetto più sostenibile dal punto di vista economico.
Tuttavia, è fondamentale coinvolgere la comunità e gli esperti del settore fin dalle fasi iniziali della pianificazione, al fine di valutare attentamente tutte le opzioni disponibili e garantire che il progetto risponda realmente alle esigenze della popolazione locale. Il dialogo aperto e trasparente con i cittadini e con gli operatori sanitari può contribuire a identificare le priorità e a individuare le migliori soluzioni per migliorare il sistema sanitario a Cremona.
Sebastiano
16 aprile 2024 12:06
Madonna santa, stacci vicino! Non bastava un nuovo ospedale, adesso diventano due! Edifici, naturalmente, visto che l' assistenza la fanno i muri, non tutto il resto
Dina Rosa
25 aprile 2024 07:34
Grazie di questo intervento, dott. Cavalli!