12 ottobre 2024

Ecco la cura di mister Corini sintetizzata in 5 punti

Nella conferenza stampa di presentazione, il tecnico Eugenio Corini si è presentato alla stampa e ai tifosi con le idee molto chiare su che strada percorrere per uscire dal vicolo cieco nel quale è finita la Cremonese in questo inizio di campionato.

Cordiale, attento ed esaustivo in tutte le risposte alle domande che gli sono state fatte, nel fare una personale analisi sulla situazione attuale e sui principi da seguire per risollevare le sorti della stagione grigiorossa, ne sono usciti 5 punti su cui vale la pena soffermarsi per capire quale strada proverà a fare imboccare alla squadra.

1- Prima di tutto mister Corini ha dato il primo input necessario per prendere atto della situazione che si è creata e dell’importanza di responsabilizzarsi per superarlo:“Il fatto di essere arrivati molto vicini al traguardo, ha portato a pensare che sarebbe bastato poco per essere super competitivi anche quest’anno lasciando qualcosa per strada. Parlando con i giocatori per la prima volta, ho cercato di responsabilizzarli proprio su questo aspetto che per me è fondamentale: avere qualità e caratteristiche importanti non vuol dire automaticamente saper vincere”.

2- E’ parso sin da subito, dalle prime parole del mister, che allenare la testa sarà tanto importante quanto allenare la tecnica e la tattica, perché li si annidano i problemi con i loro lucchetti e le loro catene, che possono mandare in tilt un’intera squadra:”Penso che la testa muova tutto, che creare la mentalità sia fondamentale. Qui sono veramente tutti ottimi professionisti, ma non basta: devi fare qualcosa in più e il mio compito, il mio dovere è stimolare questi aspetti. Se io riuscirò e avrò la volontà di far capire a loro quanto sia importante questo, si creerà la mentalità giusta e troveremo le risorse per uscirne”.

3- Dalla testa al campo, dove il mister ha sottolineato quanto sia ‘normale’ abbinare un allenatore ad un determinato sistema tattico, ma anche l’importanza di andare oltre un solo ‘sistema tattico’ qualunque esso sia, per mettere in condizioni i giocatori di identificarsi nella squadra e non in un modulo:”Capisco che bisogna riconoscersi in un sistema tattico ma per me nel calcio c’è un concetto un pochino più evoluto di occupare, liberare spazi, di rendere una squadra dinamica, una squadra che ha voglia di attaccare e che nel momento in cui la palla è in possesso agli avversari c’è una voglia importante di difendere insieme. Sono molti gli aspetti da valutare oltre ai numeri. Io credo che la rosa costruita abbia attitudini e caratteristiche importanti: a volte si può essere un po’ più offensivi, a volte bisogna consolidare qualcosa. Dentro questi concetti creeremo la struttura tattica per me più adeguata a far rendere i giocatori al meglio”.

4- Un altro punto su cui il mister ha puntato il dito, è la necessità di sentirsi tutti parte importante ed integrante di un progetto, nella consapevolezza che la prestazione del singolo, che sia da titolare o da subentrato, potrà risultare fondamentale per l’esito finale di una partita: “In un calcio che prevede i cinque cambi, il 50% dei giocatori di movimento, sarà fondamentale che tutti siano motivati e animati da un grande senso di responsabilità. Un cambio di 30 minuti fatto bene, con freschezza, modificando una caratteristica a volte ti fa vincere una partita piuttosto che pareggiarla e sulla lunghezza del campionato questo ha un peso specifico molto importante”.

5- Il primo passo verso il cambiamento di atteggiamento e di risultati è dunque imprescindibile dal farsi carico ogni giorno delle proprie responsabilità ed affrontarle attraverso il lavoro e la volontà di migliorarsi: “Ho visto un gruppo di ragazzi sicuramente delusi dalla situazione creatasi, ma anche motivati e vogliosi di riprendere un percorso che ci vuole vedere protagonisti. Penso che ci sia, dal punto di vista dei valori umani e delle caratteristiche tecniche, tutto per fare bene. Questa responsabilità deve farci andare più forte, deve portare ad allenarci con più intensità, con più volontà ogni giorno, perché non basta essere un buon professionista. Dentro dobbiamo sentire la spinta al miglioramento e quel fuoco che ti serve per far sì che si possano affrontare le difficoltà sapendo di lasciarsele alle spalle”.

Per chiudere, più che un punto, una promessa non scontata, non banale e non facile da raggiungere e mantenere, ma fondamentale per arrivare al traguardo. Il rapporto tra tifoseria, squadra ed allenatore:”Cercherò di creare con la tifoseria quella empatia che per me diventa fondamentale per ricevere fiducia. Poi nel mio ruolo è normale essere criticati, ma cercherò di spiegare attraverso di voi le mie idee, perché ritengo fondamentale il rapporto con la gente, che ha potuto vedere ha sempre voglia di spingere questa squadra. Noi abbiamo bisogno di questa energia e per questo abbiamo bisogno di loro ed io cercherò di fare capire questo alla squadra”.

Buon lavoro mister Corini.

Daniele Gazzaniga


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