Un vaccino contro la stupidità umana
Difficile negarlo: la famiglia italiana non è mai stata tanto povera di figli e tanto ricca di avversari impegnati con ogni mezzo a smontarne le storiche strutture portanti o, più realisticamente, quel poco che ne resta. Non c’è giorno che non fiocchi qualche nuovo precetto partorito di fresco dal pedante zelo di vecchi e nuovi demagoghi. Tipo quelli al momento infervoratissimi a fare, parlare, sproloquiare, manifestare e contro manifestare intorno al celebre disegno di legge Zan. Nel frattempo, fin che la matassa non si sbroglia, sarà bene adottare qualche misura prudenziale.
Nessuno si azzardi, tanto per cominciare, a postare un fiocco azzurro o rosa sulla culla di un neonato. Altro che gesto festoso. Trattasi, alla luce dei nuovi Vangeli per ora solo apocrifi, di gesto altamente criminale. Le violenze subite in culla sono com’è noto le peggiori, con che diritto inchiodare un neonato all’identità biologica con cui s’è affacciato alla vita? Non pregiudichiamo con affrettate attribuzioni la sua futura libertà di decidere, autonomamente dal sesso biologico, la sua preferenziale identità di genere. Magari di adottarle entrambe, da assumere a giorni alterni. E, per essere coerenti fino in fondo, sarà meglio evitare un battesimo con nomi troppo vincolanti, tipo Gianfilippo per lui o Maria per lei. Su questo siamo già a buon punto. A chi non è capitato di sentir chiamare per strada un Ettore o una Graziella e, voltandosi, vedere che il titolare del guerriero nome è un chihuahua di sei etti mentre alla leggiadra Graziella corrisponde una mastina di ottanta chili? Lasciamo dunque i nomi impegnativi agli animali da compagnia. E non correremo il rischio di essere linciati da quanti, impegnati nella suprema battaglia contro l’omobitransfobia (impronunciabile incastro di consonanti) paiono orientati a difendere la propria libertà di pensiero ricorrendo all’antico sistema di negare la legittimità di quella altrui. Più prudente dunque iscrivere i neonati all’anagrafe con quei graziosi nomignoli, sessualmente neutri, che usavamo per chiamare gatti, cani e canarini: affettuosi suoni di richiamo o poco più. Il che ovviamente avveniva prima che Maria Vittoria Brambilla, inesausta pasionaria animalista dalle chiome eternamente fiammanti, ci rieducasse come si conviene.
Ma attenzione che, passando dal faceto al serio, la famosa strada dell’inferno è lastricata di buone intenzioni. Quelle dei ‘giustizieri del gender’ sono certamente tali: spezzare le catene che costringono troppi umani a vite non scelte. Il tutto nell’indimostrato ma ferreo assunto che, essendo più liberi, saranno più felici. Sommessamente ricordiamo che anche la Rivoluzione francese è cominciata in nome della libertà ed è finita con le ghigliottine. Qualche precauzionale dubbio non sarebbe dunque male, visto che niente è solo quel che appare e nulla impedisce a un moto libertario di contenere altrettanto forte spinta totalitaria. Non giureremmo infatti che insieme a questo epocale ribaltamento di prospettive esistenziali, che giunge fino a toccare la più profonda e delicata radice dell’umano, non avanzi anche il gigantesco diktat etico necessario a riformattare la specie umana nei modi richiesti dalle perentorie esigenze del mercato globale. I grandi marchi dell’abbigliamento giovanile l’hanno capito da un pezzo e per le campagne pubblicitarie scelgono, con ammiccante messaggio subliminale, un ben preciso tipo fisico: un po’ maschio e un po’ femmina, fisionomia incerta fra l’afroasiatico e l’occidentale. Né carne, né pesce insomma. Probabile sia questo che il futuro ha in serbo: il paradosso di una docile umanità larvale, sradicata da ogni contesto di appartenenza sessuale, storica, etnica e culturale. Praticamente senza radici e senza identità. Ma proprio per questo politicamente corretta. Se poi anche più libera e più felice resta, appunto, la grande incognita. A proposito, anche la tenera abitudine di addormentare figli e nipotini leggendogli fiabe potrebbe avere i giorni contati. Biancaneve, e non solo lei, in America è già sul banco degli imputati. La storia è nota: a svegliarla dal secolare sonno è il bacio del principe. Poveraccio, non l’avesse mai fatto: sequestro di persona e violenza sessuale di genere. Perché? Perché la bacia mentre dorme. Dunque lei non è consenziente. Nessuna toga politicamente corretta gli negherebbe l’ergastolo. Altro che vissero felici e contenti. Lui in galera, lei costretta a tornare a cuccia nell’urna di cristallo fino alla consumazione dei secoli.
Come concludere? Che per ogni malanno e pestilenza s’è scovato in fine il giusto vaccino. Possibile che l’unico vaccino che non si decide a saltar fuori sia quello contro le inesauribili riserve dell’umana stupidità?
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commenti
François Capelletti
18 maggio 2021 16:14
Gentile professoressa, anziché mettere a disposizione il suo stile elegante ed ironico al servizio di chi afferma luoghi comuni circa il DdL Zan, lo legga attentamente; scoprirà che anche lei attenta ed arguta, questa volta è ANDATA FUORI TEMA.
Ada Ferrari
19 maggio 2021 05:06
Caro Capeletti, non crede che prima di definire un intervento "fuori tema" occorrerebbe intendersi su quale sia il vero tema implicato dal ddl Zan? Personalmente credo che l'art.4 circa pluralismo delle idee possa aprire a gravi limitazioni della libertà di opinione funzionali alla costruzione forzata di un 'pensiero unico'.Che il rischio esista me lo sta dimostrando proprio lei se pensa che una opinione diversa dalla sua non possa che essere una penna "a disposizione" o "al servizio" di portatori di "soliti luoghi comuni". Le assicuro che la mia penna è a esclusivo servizio della mia testa. Il che, per fortuna, si chiama libertà.
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Angelo G. Landi
19 maggio 2021 13:07
L'ironia è sempre fuori luogo quando fondata su supposizioni fuorvianti e prive di fondamento. Nessuno impedirà la lettura di fiabe (peraltro alcune davvero truci). Nessuno impedirà di appendere il fiocco, azzurro o rosa che sia. Nessuno censurerà le sue idee 'tradizionali' (a quale tradizione faremo riferimento, poi?) o quelle più 'libertine'. La libertà ha un limite, da sempre fuggevole, ed un prezzo, a volte troppo caro. Non è un valore assoluto, indiscutibile, cristallino, e soprattutto non dovrebbe essere strumentalizzata con frasi sibilline, d'accatto (sulla Rivoluzione francese, con le ghigliottine, cadde definitivamente l'Antico Regime: senza questo passaggio, dubito che lei oggi avrebbe scritto su questo rispettabile quotidiano). Concordo però con la sua conclusione, sebbene sia estremamente violenta e 'offensiva delle opinioni altrui': mi chiedo però se il vaccino toccherà a me o, piuttosto, a chi la pensa diversamente da me? Forse ad entrambi ...
François
20 maggio 2021 14:56
Grazie Signor Landi per la sua risposta. Approfitto per chiara tutti i lettori e "scrittori" che io sono lontano anni luce dall'idea di pensiero unico ed è per questo che auspico che questa legge, che oltre all'art. 4 ne contempla altri 9, sia approvata quanto prima per garantire ulteriori libertà di opinione per tutti, soprattutto a chi la pensa diversamente da me. Non a caso scherzosamente i miei studenti mi chiamavano Voltaire...
François
20 maggio 2021 16:17
Errata corrige: ...Approfitto per rassicurare tutti i lettori... Chiedo scusa per l'errore. Cordialità.
stefano
24 maggio 2021 17:34
la libertà di opinione c'è già, dunque per migliorarla non c'è bisogno del decreto Zan. Che anche a me, come alla Profssa, pare che serva se mai a ridurla, diciamo pure ad affossarla. Come già ci sono le pene per ingiurie, offese, attacchi anche fisici alla persona...che poi uno sia gay piuttosto che etero, non bisogna discriminare. Violentare un gay non deve essere un'aggravante piuttosto che violentare un'etero..Sarebbe un ingiusta discriminazione....Libertà quindi di educare i figli a scuola secondo il loro credo tradizionale, questo sì lo ribadisco, e non obbligatoriamente secondo la dottrina gender. Questa è la vera libertà.....