Welfare e Rsa, sistema da rivedere
Il 16 gennaio in Auditorium, alla presenza dell'assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso si è tenuto l'incontro "Semplicemente grazie", un ringraziamento di Ats e Regione per chi ha lottato contro il Covid. Tra gli intervenuti Walter Montini.
La parola “grazie” non è un termine a senso unico: è la sintesi – generosa – di un tempo andato, trascorso, di un vissuto che ci ha accomunato e ha cambiato la nostra vita; ad un tempo, “grazie” apre poi lo sguardo a prospettive future, a un dopo già iniziato ma ancora sospeso i cui contorni sono però ancora molto incerti e difficili.
Da tre anni ormai la pandemia ci accerchia ogni giorno e accomuna in un unico grande impegno le RSA (30 in provincia di Cremona) che in quel maledetto 20 febbraio 2020 sono state aggredite improvvisamente alle spalle da un nemico inaspettato. Ma l’hanno affrontato con i mezzi che avevano a disposizione, e vinto, alla fine, grazie ad una comune forte solidarietà, di intenti e di azioni, tra le istituzioni tutte unite, ATS, ASST, rete del volontariato sociale, la società tutta.
Le RSA non erano preparate, ma non era nemmeno nel loro DNA poter far fronte alla situazione inaspettata: erano “case di riposo” nelle quali i vecchi andavano a vivere gli ultimi anni della propria esistenza ; oggi, dopo l’esperienza della pandemia, hanno assunto una dimensione diversa, di vere e proprie case di cura che devono prestare ai propri ospiti più cure sanitarie che servizi semplicemente di assistenza negli ultimi anni di vita dell’anziano.
1)- Certamente le RSA sono consapevoli della necessità di ridisegnare la propria presenza sul territorio, aggiornata anche strutturalmente; reinventare funzioni e servizi in risposta alle nuove richieste dei tempi che abbiamo davanti, in una visione prospettica; non possono più restare così come sono, soprattutto sul piano organizzativo gestionale (l’utenza stessa è cambiata in questi anni); e devono attrezzarsi per dare risposte aggiornate ai nuovi bisogni della gente. Hanno già iniziato, pur in mezzo a tante difficoltà anche di ordine economico, una nuova stagione di formazione, complicata ma innovativa e moderna, che investe tutto il management delle strutture, dai direttori generali alle direzioni sanitarie, agli infermieri, a tutto il personale operativo, OSS, ASA, tecnici , amministrativi, ecc..
2)- Mancano però punti fermi. Abbiamo sempre sostenuto che qualsiasi nuovo disegno di riforma legislativa o normativa, sia nazionale che regionale, non può che partire dalla presenza delle case di riposo e dalla loro esperienza consolidata sul territorio - con buona pace delle strampalate indicazioni della Commissione Paglia i cui danni credo ce li porteremo avanti per molti anni ed avranno comunque un prezzo.
La territorialità è fondamentale, e in tal senso le RSA per una serie di ragioni che non sto qui a ripercorrere, rivendicano con orgoglio la specificità che la storia loro assegna, nel solco di una continuità rivisitata, come ho detto, che non offusca gli occhi e non impedisce di guardare al futuro con occhi nuovi, senza paure e timori. Le RSA sono mondi che contengono la vita, sono luoghi in cui la realtà dell’anziano, nelle sue crepe fisiche e psichiche, si ricompone.
E' tutto il sistema di welfare che va ripensato: non è più possibile vivere in un tempo sospeso. C'è la disponibilità delle RSA ad offrire la propria esperienza, al di là delle umiliazioni vissute in questi ultimi tempi. E' necessario allora cominciare ad elaborare insieme una nuova progettualità, in collaborazione e confronto con le istituzioni, con il territorio, con i diversi soggetti interessati, in un quadro partecipato e condiviso nel quale far confluire l'esperienza di oggi e la prospettiva nuova del domani.
Sentinella, a che punto è la notte? E’ la domanda che il profeta Isaia (21, 11-12) mette sulla bocca di una vedetta, di un guardiano che sta vegliando sulle mura di una città in sua difesa. Non si sa da quanto tempo è lì, forse da secoli, forse da pochissimo.
La notte, si sa, è il tempo della sventura. Alla domanda: quanto resta della notte? la sentinella risponde: viene il mattino e poi anche la notte; se volete domandare domandate pure; tornate un’altra volta, ma cambiate.
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commenti
Monica
22 gennaio 2023 10:33
Mi domando .. se chi scrive … abbia mai dovuto …portare … un proprio congiunto in RSA ….. purtroppo ora la colpa è tutta scaricata al Covid … ma perché qualcuno non si fa un bel … giretto … in questi .. luoghi … ed osserva !!!!…. La situazione… precaria … ed … incasinata … si è sempre percepita .. solo .. in questi ultimi anni è peggiorata naturalmente a scapito … sempre dei più deboli …. C è da cambiare il welfare .. naturalmente… ma c’è da cambiare la mentalità… e sperate anche voi di non entrare soli in queste .. istituzioni… perlomeno di avere alle spalle una famiglia che cerca di sopperire e lottare x voi …… altrimenti … aiuto … siete alla mercé …. Carne di scambio !!!!!!
E.D
20 febbraio 2023 00:26
Condivido pienamente il giudizio di Monica. Le RSA sono realtà mortificanti, luoghi di grande sofferenza psicologica. Prego di morire prima di averne bisogno.