Altre ricette dei dolci di casa Verdi e i minestroni di Puccini. La pesca Melba dedicata a Bohème
Ha suscitato curiosità conoscere le ricette di Villa Sant'Agata, la casa di Giuseppe Verdi ottima forchetta e appassionato cultore della cucina. Tra sapori della Bassa e tanti dolci, al maestro piacevano molto i pranzi in villa. Dagli archivi di casa Verdi sono emerse altre ricette, quasi tutte con tolci. La torta di fecola, lo zabaione con le uova del pollaio della villa, il cacio bavarese, i bastoncini dolci e il budino di castagne. Eccone alcune
Torta di fecola
250 gr. di burro
250 gr. di fecola
250 gr. di farina
3 uova
Con i chiari si fa la fiocca. Si sbattono bene i rossi con lo zucchero. Si aggiunge a poco a poco la fecola e il burro ben morbido. Alla fine i chiari montati. Poi si versa tutto nella ticcia ben unta di burro e subito in forno.
Zabaione
3 tuorli d’uovo
6 cucchiai di zucchero
Marsala o vino biancoì
Lavorate i tuorli con lo zucchero fino a che saranno diventati quasi bianchi; aggiungete 6 mezzi gusci d’uovo ripieni di Marsala o di vino bianco e ponete il tegamino sopra il fuoco, frullando continuamente e stando attenti di non fare bollire il liquido.
Cacio Bavarese
12 uova
100 gr. di burro fresco
300 gr. di zucchero raffinato
zucchero vanigliato
cioccolato
liquore
amaretti
biscotti
Squisito questo dessert, soprattutto quando era preparato con le uova fresche delle galline del ricco pollaio di Sant’Agata.
Cuocere i tuorli d’uovo per 7 minuti e passarli al setaccio con il burro fresco. Amalgamarli bene con lo zucchero raffinato. Ottenuto il composto lo si divide in due parti: in una parte si aggiunge lo zucchero vanigliato e nell’altra cioccolato e liquore. Prendere uno stampo e ricoprirlo di amaretti e biscotti e, se si preferisce, anche con uno strato di marmellata. Porlo su un piatto di portata e adornare il ciuffo con foglie di menta.
Bastoncini dolci
2,5 kg . di farina
1 kg. di burro
100 gr. di zucchero
un uovo intero
10 gr. di carbonato d’ammoniaca
S’impasta il tutto ben bene, indi si arrotola in forma di bastoncini di due centimetri, e si tagliano lunghi 8-10 centimetri circa. Si cuociono al forno o in una teglia in casa, con fuoco sopra e sotto.
Bodino di castagne
150 gr. di cioccolato in polvere
200 gr. di zucchero
150 gr. di burro
3 amaretti pestati
1 kg. di castagne
Cuocere le castagne e passarle al setaccio. S’impasta poi il tutto, si mette in una forma e si fa gelare bene.
Ma evidentemente era una caratteristica dei grandi musicisti italiani, appassionarsi alla cucina. Lo stesso Giacomo Puccini era un buongustaio.
La cucina di Giacomo Puccini
Giacomo Puccini 1858- 1924 nacque a Lucca da una famiglia di musicisti, dimostrando di possedere fin da piccolo un grande talento musicale. Di temperamento indolente e poco incline allo studio, in quel periodo della sua vita si limito ad accompagnare con l'organo le funzioni religiose. L'ascolto della “Aida” a Pisa, dove il giovane si era recato a piedi "consumando un paio di scarpe", fu la scintilla che lo spinse a studiare appassionatamente musica presso il conservatorio di Milano.
Negli anni giovanili Puccini divenne, quando poté, molto attento ai piaceri della tavola, concludendo le giornate lavorative di fronte ad una sostanziosa cena assieme all’amico Mascagni .
Se i soldi mancavano, da buona forchetta si divertiva a creare personalmente ricette come “pasta con le anguille” o “aringhe coi ravanelli”.
Così scriveva: "... La sera, quando ho quattrini vado al caffè, ma passano moltissime sere che non ci vado, perché un ponce costa 40 centesimi... Mangio maletto, ma mi riempio di minestroni...e la pancia è soddisfatta".
Anche dopo gli anni delle ristrettezze economiche, Giacomo continuò a coltivare l’arte del cucinare, mettendosi all’opera soprattutto per la rumorosa schiera degli amici di Torre del Lago (LU). Con loro condivise la passione per le battute di caccia e le allegre tavolate che ne seguivano, fatte a base di fagiani arrosto, folaghe rosolate o pernici fritte.
Il Maestro amava ingentilire il pasto con mandarini, vino frizzante e latte alla portoghese, secondo le notizie culinarie trapelate dalle ricerche del Centro Studi Puccini e dal ritrovamento di due lettere in cui Giacomo scrive a Isola Nencetti Vallini, sua cuoca preferita.
Si racconta che l’autore di Boheme, Tosca e Madama Butterfly, avesse anche un’altra golosità. Sembra che andasse spesso a far visita all'anziana sorella suor Angelica, monaca in un convento di Lucca, spinto soprattutto non dall’amore fraterno ma dalla passione per i fagioli cotti al fiasco che mangiava al refettorio.
Nellie Melba, nome d'arte di Helen Porter Mitchell (Richmond, 19 maggio 1861 – Sydney, 23 febbraio 1931),
Una dei migliori soprani al mondo facendo coppia con Enrico Caruso nella Bohème. La sua voce di soprano, fu particolarmente apprezzata in Inghilterra e negli Stati Uniti. Ritornata in Australia, divenne direttore del conservatorio di Melbourne fino alla sua morte. Il grande chef francese Auguste Escoffier creò, in suo onore, la Pesca Melba, pesca Adrienne
Pesche Adrienne – Prendere delle pesche dalla polpa morbida, mature al punto giusto, tante quanti sono i convitati. Immergerle in acqua bollente, ritirarle immediatamente con la schiumarola e gettatele in acqua contenente pezzi di ghiaccio. Sbucciarle, sistemarle su di un piatto cospargerle di zucchero e tenerle al fresco. Precedentemente sarà stato preparato un gelato di fragole di bosco e panna fresca profumata alla vaniglia e tante conchiglie di meringa quante sono le pesche. Sistemare il gelato in una coppa di cristallo e incrostarvi le conchiglie di meringa. Appoggiare una pesca su ognuna di queste conchiglie e coprirle leggermente di mousse al Curaçao non gelata. Stendervi sopra un velo di zucchero filato cosparso di petali di rosa cristallizzati. incastrare la coppa in un blocco di ghiaccio o circondarla semplicemente di ghiaccio tritato a neve.” A. Escoffier, Il grande libro della cucina francese.
Giorgio Maggi
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commenti
Divino
5 gennaio 2022 13:39
Alla larga dalla cucina 800centesca. Sofisticatamente inutile e decadente, Artrusi compreso