4 marzo 2025

Lungo l'argine maestro alle Terrazze sul Po di Scorzarolo: di certo una bella vista, ma ancor meglio il gusto (Ocio, se si beve troppo, la vista diventa doppia: vista vista)

Per essere certi di non sbagliare strada ed arrivare alle Terrazze sul Po, da Cremona, la cosa più semplice è tirare dritto sotto al ponte di ferro, intanto che c'è ancora, fino a che si sente splash e per fluitazione, in silenzio, risparmiando parecchia benzina, si arriva, non appena si vede l'Oglio svenarsi nel Po, a destinazione.

I $o£di risparmiati sul carburante, a questo punto verranno investiti in lambrusco che con la sua gioiosa funzione vasodilatatrice, vi corroborerà graziosamente. Meglio avere due patenti.                                                 

Se invece volete interpellare il nocchiero informatico, istruite il navigatore sulla destinazione: Via Argine Scorzarolo 3 Scorzarolo Mn o, intingendo il ditino indice nei numerini 0376649501 grazie ad una geniale idea di Antonio Meucci, vi daranno le dritte su come arrivare su quelle strade storte, imboccandole senza mettere la bavaglia. Non di lunedì, non di martedì. Io ci andedietti di Venerdì, ma senza Robinson Crusoè.

Una volta giuntivisi (la bavaglia non toglietela) datevi alla mia lettura preferita: il menù! Dirimere i piatti da scegliere, sarà un problema le cui soluzioni sono molteplici e nessuna si rivelerà errata. Suggerisco, nell'indecisione tra due scelte, di scegliere entrambe.  

Soluzione, questa, non applicabile in campo amoroso: l'escluso/a (che credeva d'avere l'esclusiva, da cui escluso/a) potrebbe risentirsene e farvi passare dei guai, riducendovi a occupare poco spazio nell'urna cineraria. Come dire che la vostra fiamma farà fuoco e fiamme. (Ho passato una vita, come fotografo, a mettere a fuoco [come oste, sul fuoco] e so la veridicità di quanto affermo) A tal proposito, si dice che a smettere di fumare ci si senta meglio. Balle! Quando Giovanna d'Arco smise di fumare non si sentì affatto meglio. E di messa a fuoco, ribadisco, ne so qualcosa.

Siamo in terra virgiliana, a Borgo Virgilio, vogliamo vedere, dal georgico panorama, cosa è finito in cucina per essere ammannito e deliziare papille e pupille (vedi foto del solito fotografo bravissimo) gustative? Piatti di padana consuetudine, come tortelli di zucca (libidinosamente aspersi di zucca fritta oltre che, ghè mancarèss, dè butèer e furmàj, ma io li chiedo pure in sorbir, sì, in acqua di cottura e poderosa sgargarozzata di bollicinoso lambrusco)

Risotto alla pilota, tipico di Castel d'Ario, con pesto di maiale, grana a rotta di capocollo, leggiadra nuance di spezie e cipollotto sapientemente haché*.  Questa voce, il risotto, l'ho trovata nel menù, ma farebbe un figurone nel kamasutra, libro che mi diede una grande delusione, quando, da fotografo, scoprii che aveva molto più di 36 pose**

*haché = ascia = tritata a mano

** 36 pose: nel pleistocene le fotografie si facevano con le pellicole che appunto avevano 36 pose. Erano tempi in cui non si fotografavano tutti i piatti in decine di scatti + mici e quadrupedi abbaiosi pelosiformi in centinaia di scatti, ostruendo SD card a iosa. Sia chiaro: amo gli animali, li prediligo cotti.

Piatto solipsistico di rarerrima introvabilitudine, sono i saltarèi (in dialetto grigiorosso spiltìin, in tricolore lillipuziani minimicrominuscoli gamberetti di fiume) debitamenti fritti -i gamberi non hanno scampo- serviti su polenta morbida. E il [Lil]luccio in salsa con polenta dovrebbe scamparla? No! (siamo polentoni e comunque terroni, per gli svizzeri) Mentre sto scrivendo il locale usufruisce della chiusura ebdomadaria, altrimenti smettevo e andavo subito là!

Figuriamoci se qui mancano gli agnolini (altrove anolini, agnolotti, casoncelli, ravioli, marubini: paste ripiene accomunate da questi geosinonomi) bigoli al torchio con le sard Lmaccheroni al torchio (non quello che usa l'Agenzia delle Entrate il cui santo protettore, notoriamente, è San Guisuga) serviti con lo stracotto di somarina (mi son dato al cannibalismo). È un posto che ha dei numeri: ris8, cipoll8, strac8. Non mancano mai. 

Po3bbero mai mancare salame, lardo, ciccioli, culatello, giardiniera, polenta abbrustolita, salamella e tutto quanto non è in dotazione ed inviso a chi si saluta con salam? 

E poi cosa ci fanno quelle braci accese? Forse ad accogliere fiorentine (Virgilio aveva accolto un fiorentino) ed altro garbatamente donato da animali presentatisi spontaneamente alla macellazione? Quale pensiate sia la mia risposta affermativa?

Ah, in questo posto, dopo aver salvato i pesciolini, pescegatti e anguille dall'annegamento, li mandano a farsi friggere, anzi li friggono in proprio e l'ho evinto dal fatto che arrivano perdendo ogni scontrosità appalesata non appena entrano in cucina e poscia mutar in pesci croccanti. 

Vini serviti a temperatura perfetta, bicchieri giusti, distillati ritirapatenti di grande qualità, competenza q.b. Aborro i cerimoniosi atteggiamenti dei sapientoni, non li trovate qui, che hanno imparato a bere sui libri o peggio su [v]internet e che ti versano con tanto di candela e marchingegno a vite il Brunello appena imbottigliato senza avvedersi che stanno commettendo un infanticidio: ce ne vorrebbero dieci di persone così, un vero peccato che siano molte di più. Al riguardo di questi intenditori* aggiungo un altro fatterello..

Ad uno spovveduto somariè (n'òn ò sb'aliato ha scryvere) che mi versò un Rülander (Pinot grigio, molto südtirol, ja!l) dal colore giallo paglierino eccessivamente carico, il cui colore si lamentava della inappropriata vetustà del liquido) dissi: "Una volta vidi un colore simile, temetti mi dicessero che fosse incinta". L'avessero dato ai gerani, quest'ultimi, se ne sarebbero avuto a male.

*intenditori: si considerano accademici perchè ignorano che chi non sa e sa che non sa, è saggio. Il loro essere accademici consta nel non capire un'acca.

Tra gli "intenditori" fece un figurone quel signore che... in coppia con un curviforme mammifero (diciamo eran felicemente sposati, ma non tra di loro) la cui presenza faceva sicuramente colpo (evinsi, dalle pornocellule in azione, che lui meditava un paio dei medesimi) porgendole un calvados, celestiale distillato di sidro, ovvero l'acqua dè pùm, disse: "Senti come si coglie l'uva..." Non seppi esimermi da un sorpreso e fintamente estasiato "Non è da tutti saper cogliere l'uva nel calvados." Il sommellier mi guardò malissimo, ma in camera caritatis lo ragguagliai: "Del signore si può cogliere che è un cogl1*"

*1: in inglese one

Tirèmm innanzFormaggi, mostarda di mele (ah, se avesse mangiato la foglia!) avranno il compito di asseverare l'adagio... la bùca l'è mija stràca, sà la sà mija dè vàca, mentre l'obbligatoria sbrisolona (...na a Mn ...sa a Cr) con zabaglione caldo, accompagnerà ufficialmente le calorie a superare il traguardo previsto improvvidamente molti km prima, ma che taglierete superando il limite del colesterolovelox e glicemiavelox. Chi se ne fregax.

Un posto, dove la cura dei piatti, non è m@stercheffata, con le pinzette a disporre gli sparuti ingredienti in piatti a due piazze (secondo i dettami del tutto nel conto e niente nel piatto) dove la rustica semplicità è ben distante dalla piatta sciatteria, dove ab ovo usque ad mala, tutti i piatti si confanno alla koiné della copiosa fonte padana e dove le stelle misclèn non sono io a darle perchè sarebbero un firmamento. 

Infatti firmo: Lilluccio Bartoli firmatario e fotografario di questo, vogliamo chiamarlo "articolo"? Diretùur, sa disét?

 

Lilluccio Bartoli


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti


Rosella

5 marzo 2025 16:11

Acuta recensione in punta di forchetta firmata Lilluccio Bartoli, che con fantasia, spirito e leggerezza imbandisce un banchetto gastronomico, dall'aperitivo alla " sbrisolona con zabaione caldo" che allieta mente e papille . Degustazioni e citazioni sarcastiche che ripropongono piatti intrisi di nostalgia, di quando il cibo non era ancora "FAST"; piccole golosità d'autore di, cito, "Rustica semplicità e ben distanti dalla piatta sciatteria", che solo in certi locali si possono ancora gustare.
Un'altro prezioso film gasronomico che il nostro apprezzatissimo Bartoli propone ai palati raffinati dei lettori di Cremonasera, con l'ennesimo suo lieto fine: "IL BERE TRIONFA SEMPRE SUL MALE".😂

Jim Graziano Maglia

6 marzo 2025 11:06

Sono come al solito stordito da sapori,profumi e delizie culinarie varie!Ma quello che maggiormente mi colpisce ogni volta che ti leggo, è il linguaggio tipicamente tuo 'bartoliano',ma soprattutto l"uso di un italiano sopraffino,originale ed arricchente, da un punto di vista formativo- linguistico.Ma,un dubbio..Tutto quanto scrivi e come lo scrivi è frutto(anche) del tuo alimentarti con piatti squisitamente genuini e tipicamente 'bucolico-gonzagheschi-stradivariani',come in questo caso enogastronomico?Ma forse sarebbe per tutti noi quanti troppo semplice..Una gustosissima forchettata ed ecco l'affascinante quanto arricchente vocabolo... Comunque sia( o tu sia) sei e sarai sempre((Forever and ever) una vera e propria ricchezza 'di testa(leggi intelletto)..e di pancia'... Grazie mille, fotografo dalla nascita e chef 'in progress'..