Boccabassa, dove i pesci fan San Martino (non Dall'Argine ma...) dall'Oglio all'olio
Ultime anse dell'Oglio, tra un po' è Po. La trattoria Boccabassa è a Boccabassa di Viadana, non Via Dana, ma Via Argine Oglio 28 e già che ci sono, ecco il numero di telefono 037580107 così si può dire che sto dando i numeri: zérotrìisèttcìinqùtàantadèessètt per gli illetterati.
Qui si può trovare gioiosamente e copiosamente il necessaire per alzare il colesterolo, aumentare la glicemia, rischiare la patente: il luna park delle tentazioni. Gli ortoressici vadano %&<%¤▪︎♤$}♡○♤♡$|\▪︎☆.
Nella bella stagione alcuni tavoli esterni ti faranno beare della quiete intorno, scevrata dalla geldra finesettimalesca, soprattutto se incorniciata da poderose sgargarozzate di rurale lambrusco che qui scorre a fiumi: Oglio e Po, i quali, proprio qui, confluiscono. Tòh ciàpa.
All'interno una graziosa stufa di maiolica vi corroborerà (non tanto quanto il lambrusco) nelle stagioni in cui il freddo condensa l'afflato del Po e lo fa nebbia.
Quel che si trova in tavola: daghè n'uciàada ale foto (l'è scritt in dialètt, gòo mija sbagliàat) e capirai il gnam, oltre a come è fatto il locale.
Il viaggio per arrivarci è già carino di suo, basta imboccare (senza mettergli la bavaglia) l'argine maestro (assenti gli argini allievi) e seguirlo: quando il profumo dell'Oglio perde la g e ne senti un altro, si è arrivati. Ora la bavaglia serve.
La trattoria è ai piedi dell'argine, non so che numero porti di scarpe, anche se mi ero ripromesso di dare i numeri. Sono stato bugìoso, bugiardo era troppo facile.
Ocio: aperta a cena da mercoledi a domenica e solo weekendisticamente, sabato e domenica, anche a pranzo.
Lunedì e martedì? Chiusura ebdomadaria. Giorni di sollievo per i pesci che la scampano, infatti i gamberi non hanno scampo.
Serve anche avere un buon appetito (ròba vansa pòol marsìir, crèpa pansa, ‘s pòol cusìir)* e un po' di curiosità. Come sapere che in quei tratti di terra una volta scorreva un antico ramo dell'Adda (per quale motivo una chiesa si chiamava S. Maria Ripa d'Adda altrimenti?) che erano infestati dai briganti (il nome dell'epoca era sfrosatori, capito perchè si dice andàa dè sfrùus?) che nel pozzo del piccolo spiazzo davanti al gnam qualcuno ha preferito buttarsici e che le graziose note di pianoforte in sottofondo, se è un giorno fortunato, sono emanate dalle preziose mani del dirimpettaio.
[ròba vansa pòol marsìir, crèpa pansa, 's pòol cusìir]* Antico adagio popolare incentivante la crapula. Traduco: le derrate avanzate potrebbero andare a farsi stracatafottere marcendo, ingozzandosene, invece, si potrebbe lacerare l'epa ma quest'ultima risulterebbe ricucibile. Sinossi sbrigativa: mangia a crepapelle. In dialètt: ingòsètè. Punto esclamativo!
La sgargarozzata suaccennata io suggerisco, da crapulone impenitente, di perpetrarla nella scodella di agnoli in brodo, in modo da sorbirsi il sorbir (in vernacolo grìis & rùss: bevèer in vìin) dove agnoli e vino si scambiano i ruoli di protagonista e deuteragonista ad ogni sorso. Grande padanitudine che, guarda un Po, da dove arriva...
Da queste parte sbarcarono i romani nel 218 a. C. (avanti c'è posto) non scaricando calendari (da cui sbarcare il lunario) ma prendendo possesso di queste terre, approfittando del percorso del Po, all'epoca non ancora dotato di Telepass.
I quiriti si portarono appresso le loro tradizioni e leggi, tra queste lo ius osculi, il diritto di baciare la propria donna, ma non in uno slancio amoroso finalizzato ad intenzioni intersecatorie, +ttosto (vado bene a scrivere come i giovani?) tendente a comprovare se le sue labbra erano state nelle vicinanze di qualche gotto di vino, cosa allora ritenuta disdicevole per le matrone e solo per loro.
In tal caso gli ossicini muliebri divenivano, sic et simpliciter, molto friabili. Il femminismo era distante anni DVCE.
Nel sorbir sono rimaste tracce dello ius osculi, allorquando solo i maschi -e questo è il rito vero giunto fino a noi- in piedi, chiusi a cerchio davanti al camino sorbivano questa ambrosia debitamente irrorata dal frizzantoso liquido enoico, in questo giovando assai alla motilità dello stomaco con effetti maggiormente aperitivizzanti che non assumendo alcool a stomaco vuoto. Lo facevano 2243 anni fa, io l'altro giorno e a 73 anni. Sono vecchio di zecca.
Figuriamoci se qui non si trova, autoprescrivibile ma non mutuabile, il salame che trovandolo fuori misura chiederete di accorciare per metterlo a norma. Gradevole sorpresa: sarà sempre accompagnato da polenta abbrustolita mirabilmente assurta a ruolo di paraninfo.
A questo punto . (non questo) come rinunciare ai tortelli di zucca two versions: butèer e furmàj o cui pumatès? Vexata quaestio, dirimibile solo in quest'angolo di terra, a Cremuna s'èn pàarla gnàanca, butèer, grana e s'ciau! Nel mantovano, addirittura, ho visto fare il sorbir con tortelli di zucca nella loro acqua di cottura; ne sono ghi8!!!!!!!!
Ho provato ad elemosinarlo e l'espressioni di pietà, orrore & commiserazione, ricevute come risposta, messe nel traduttore simultaneo, non posso riportarle, essendo al limen della coprolalia.
Vi tenteranno anche i risotti (col pescegatto o la salamella? Nell'indecisione, entrambi!) bigoli al torchio col mio omonimo (Lil)luccio,
stracotto d'asino, frittata con le rane dove i batraci saltano per l'ultima volta non nel vuoto e senza rete di protezione. Non sempre, quando si dice che tutto fila liscio come l'olio, è foriero di difficoltà superabili con facilità.
Mancano formaggi e mostarda? NO! (in foto, guardali, non ingrassano, provali).
Segnati sulla lavagna (daghè n'uciàada àla foto dè tütt èl menù) dove il capoclasse ha vergato i buoni, troverete costine, guanciali, cotechini e se la bilancia è biposto, pesci salvati dalle acque da annegamento certo. Quali?
Pescegatti, anguille, pesciolini, rane tutti sgarbatamente mandati a farsi friggere e per i quali bisogna porci (non si può dire bisogna maiali) la domanda: perchè sono pieni di spine e non hanno neanche una presa? Domanda da farsi 225 volt.
Pesci non solo d'aprile, ma anche degli altri mesi. Nessuna domanda al riguardo, tranne i dubbi inesistenti al riguardo della scarsa serietà dello scrivente.
Trattamento, il friggismo, riservato anche ai ranocchi, non promossi a principi dal bacio di qualche fanciulla con la quale sarebbero volentieri usciti per fare un girino e non quattro salti in padella.
Chiudo posito, no apro posito, di pesci, risalendo l'Oglio non si arriva all'ulivo ma a Scandolara Ripa d'Oglio, dove i miei ricordi si affacciano sulle sue rive mentre Brüusa armeggiava in acqua coi metodi a lui consoni e dalla scarsa legalità, tutti finalizzati ad abbreviare, velocizzandolo, il censimento della fauna subacquea e renderlo più sbrigativo con corrente elettrica, bombe, reti proibite e altro, tütt, ça va sans dire, dè sfrùus. Lo sapeva benissimo anche il leguleio di cui era obbligatoriamente cliente: affezionato no, fisso sì.
Una volta, Brüusa, aprì sulla strada tra èl Fènìil e l'Ui, una mènùnèera (a Scandolara Erreo si scrive così, altrove melùnèera, poponaia) dove l'episodio accadde il 25 luglio di parecchierrimi anni fa.
Due vecchietti (all'epoca, ora sarebbero coetanei) parlano del 25 luglio e della caduta del fascismo, una bimba quattrenne, ex abrupto, chiede "Cos'è il fascismo?" Risposta: i semini neri nel tricolore dell'anguria!
Uno dei vecchietti, barra ora coetanei, con sorriso sinistro (non poteva essere di destra) indicando la cucurbitacea... "Ghè n'è àanca 'n quàal d'üun biàanc!"
Qualche bracciata in favore di corrente e torniamo a Boccabassa. Capitolo dolci. D'obbligo la sbrisolo[N/S]a (N a Mantova S a Cremona) assieme al salame di cioccolato, irrinunciabili per questo very very mantuan food, se siete abitudinari indugiate sul gelato home made o sul tirami sù, ovvero il dolce dell'impiccato. Il diabete se ne avrà a male, i denti applaudiranno.
Tornando a casa bearsi, please, della georgica visione (Mantova = Virgilio) della campagna, transitate sull'ultimo ponte di barche esistente a 500 metri dal suicidio dell'Oglio nel Po (a Torre d'Oglio) notate la dicromia dei flussi fondersi ad acquerello, e...
A) pensando all'autentica icastica semplicità di Boccabassa, paragonandola alle cucine m@stercheffate
B) mossi da motivi di cristiana pietà
C) tenendo a freno le considerazioni, contumelie, fecalomi, cominciate a pensare quando tornarci...
D) itemelo chè vègni àan me!
E) stavolta Lilluccio Bartoli ha saputo che pesci pigliare!
F) otografo dalla nascita e oste subito dopo, il quale, facendo un peccato di superbia, riporta in calce il viatico ricevuto da un signore col quale, affabilmente -inter pocula- parlai della terra che ci accomuna e che si accommiatò così: "Vado via, perche lei è pericolosamente intelligente."
Non opino.
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commenti
Lilluccio Bartoli
30 gennaio 2025 11:04
Ricevo, copio & incollo da Agostino Melega
E’ sempre bello farsi prendere per mano da Lilluccio e lasciarci accompagnare in un mondo in cui fantasia e creatività s’incrociano con le tradizioni non solo gastronomiche ma pure linguistiche ed intensamente folkloriche. E’ gustoso abbeverarsi alla sua ‘fonte’. Agostino
Rosella
30 gennaio 2025 15:59
Condivido pienamente il commento di Melega :il Bartoli dovrebbe essere annoverato tra" le specie protette", l'originalità e la simpatia con cui recensisce i locali che si fanno custodi di tradizioni a lui care è cosa davvero rara; con occhio critico e una indiscussa passione per "l'ospitare", in cui si intravede una sorta di sacralità nel sedersi a tavola, la sua è davvero una vocazione che meriterebbe di essere valorizzata. Fregiarsi di una sua recensione, positiva diventa motivo di orgoglio, altro che stelle mischelin!