Sto per scrivere di piatti verdurosi. Prenderò poi l'antidoto, autoprescrivibile, non mutuabile e per via orale: pasta col guanciale, amatriciana o gricia, trattandosi di piatti romani vedremo, vedromolo. Cuminciùum...
Laurtìis, luèrtìis, lovertìis, ovvero germogli del luppolo che pur assomigliando agli asparagi selvatici non lo sono per niente, e qui abbiam sistemato chi li spaccia per tali e che i capìss 'n ♤■□♤♡◇.
In primavera le spondi dei fossi lupullulavano di gente alla ricerca di erbe spontanee che spontaneamente coglievano per lenire la fame spontanea dalla nascita. Si trovano solo quando, frammisti al verde, trovansi rami secchi ai quali si attorcigliano e prendono residenza.
Una volta nel cercarli mi imbattei in un serpentello. Vedendolo "camminare" a zig zag (come gli compete) venni assalito da un dubbio: ma se gli ubriachi vanno a zig zag e il rettile lo fa da sobrio, se è "ciucco" va dritto? Si capirebbe così perche le strade dritte si chiamano rettilinei.
Torniamo ai residenti avvinghiati. Li si sfratta cogliendone i germogli per poi renderli protagonisti di risotti, frittate, sfracasòt*, insalate, "puccini" (Stradi)vari [entrambi avvezzi alla musica] tortelli di erbette (hanno il nome in testa!) zuppe, minestre.
Da noi, il "puccino" ha diversi nomi, tra questi èl pucc dèla malagia o el pucc dè l'anza brüna. Il nome stesso dei laurtìis (il cognome rimane Luppolo [non so se Luppolo Nord o Luppolo Sud]) in altre parti diventa bruscandoli a Trento, ad Udine cervise, come se il luppolo avesse a che fare con la birra che gli ispanici chiamano, ma guarda un po' l'assonanza, cerveza. Come se entrambidue (e noi targati cierre) avessero (avessimo) avuto i romani ad accomunarli (accomunarci).
* sorta di fricassea dove l"uovo viene bistrattato (con liliacee, conserva, laurtìis ovviamente e grana a vagonate) quasi come il contribuente dall'Agenzia delle entrate.
Laurtìis, dove trovarli? Una volta, di sicuro, alla Senigola, chiesetta di campagna in Pescarolo, dove col ♤■●♤◇♧ la si può visitare dato che... a chi vuoi possano interessare i resti di una villa romana con tanto di mosaico, una tomba cappuccina intatta, i ruderi del precedente abside e scavi riportanti in luce la sovrapposizione di tre edifici di epoche distantissime? A me, cribbio! (Avrei dovuto scrivere ♤●●♡♡!)
Episodietto targato Senigola. La domenica della sagra, sono fornellato intento a dare un futuro all'oca con le verze. Odo un rumore tipo di ex zuppiera di porcellana (filato di lana di porcello col quale si fa il pigmaglione) contenente pèss in ajòon che va in pezzi (con questo comprovando la veridicità della forza di gravità scoperta da Newton che se non avesse sofferto di priapismo non avrebbe avuto bisogno della mela per scoprirla).
Trovo il don, autore della marachella, adoperandosi a recuperare il recuperabile, con gli occhi piscioni intenti a chiedere indulgenza. Gli dico soltanto: Il suo principale, coi pesci, se la cavava meglio.
In primavera, alla Senigola, per la ricorrenza della sagra dell'Annunciazione (si chiama così una speciale fecondazione assistita) si cucinava tutto a base di laurtìis. Scottati con olio e grana, infarinati e mandati a farsi friggere (ora sarebbero in tempura) con la ricotta nei tortelli marubiniformi, in frittata e in pucìin con porri & uova.
Trovare ora questi piatti è semplice, basta andare in uno dei ristoranti elencati...
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...sono gli stessi ristoranti cremonesi che servono, come dolce, il torrone. Trovatene uno se ne siete capaci, al massimo, al radar, appariranno tracce di semifreddo al torroncino, ma il torrone, a Cremona (nei ristoranti) no. Alla festa del torrone sì, però. C'è da inc%€%&♤●♤♤rsi o no?
I piatti a base di erbe biodinamiche, biologiche, a km zero ovvero nostrane, come le chiamavano i nostri vecchi, hanno sfamato (nutrito sarebbe un lusso, un piacere: no! Sfamato!) generazioni di contadini, laceri, intrisi di miseria, che abitavano case fredde, sporche, logiche estensioni delle stalle, dove l'igiene non avrebbe procurato giovamento alcuno, l'insalubrità ne avrebbe giovato, protraendo nel tempo la sua inalterabilità e l'impari sfida con gli anticorpi, piuttosto restii a prendervi residenza.
Si parla di tempi andati, di almeno 8 papi fa...
1) quello nuovo (a breve, dipende da quando leggi)
2) quello appena richiamato dal datore di lavoro
3) Bene Detto, quindi Cesimo anche se è mal scritto
4) Giampaolo Due
5) Giampaolo Uno quello che pensava che 33 fossero gli anni, invece erano giorni
6) Paolo Vì
7) Giovanni Ics Ics I I I (non è il protettore del totocalcio)
8) Pio XII
Fine, qui ero nelle braghe del vescovo.
Daghè n'uciàada alle foto, queste le didascalie delle medesime...
A B C D E: Laurtìis s'cètt* apèena catàat** (notare please il felice dito indice del fotografo)
* schietti, per sé soli, da pèr lùur***, sùurt****
** colti ancora roridi dalla stessa manina intestataria del ditino felice
*** incapacità del dialetto di esprimere il concetto "da solo". Non esiste. Si usa "dà pèr lüu" come per dire senza gli altri. Il dialetto è comunità, il termine "solo" non è contemplato. Non esiste, come la lungimiranza di imporre dazi ed illuder$i che supinamente si debbano subire senza controdaziare il dazista [n. Questa enne è messa qui a disposizione nel caso qualcuno intenda sostituire la d]
**** sordo, sempre a complemento di "da solo". Si parla di sùurt quando un alimento non ha alcun paraninfo che lo accompagni all'altare della digestione in una cerimonia che i nòostèr puarètt avrebbero celebrato e lungamente, con cadenza non certo ebdomadaria ma pluriquotidiana.
F: compilesciòn di erbe di campo sulle quali primeggiano i germogli del luppolo.
Trattasi di misticanza VERA che vuol dire insalata mista di germogli di erbe. Siamo alla fitoalimurgia. Nei ristoranti troverete sovente la voce misticanza: aliud pro alio, trattasi di presa per il ♡☆¤●♤ in quanto, come disse S. Francesco, non metto in gubbio che una misticanza sia un'insalata mista, ma una imbustata insalata mista non è una misticanza.
G: versione superlusso della misticanza con uova, l'insalatonissima dei nostri paisàan che si potevano permettere solamente perché a gratis e adrèe ai fòss*. Fossero state nel campo, la cupidigia del padrone** avrebbe presentato il guiderdone.
* rogge, canaletti irrigui, le cui sponde sono le uniche a non essere diserbate cioè rovinate, e quindi ultimo rifugio di erbe eduli come...
Piantaggine
Romice
Lingua di vacca
Malva
Viola
Acetosella
Tarassaco
Làtri (sò pròpria mìja cuma li se ciàma in italiàan)
Portulaca
Làansèr (vedi làtri)
Casèti (chèsta la sòo, ma in latinorum: capsela bursa pastoris)
Menta
Pratoline
Pontetilla
Farinéll (buon enrico, èl pèrûch dei bersàan)
...e mi fermo qui altrimenti divento vegano, in conflitto con la mia religione di slifrucòon***
** colui che non sa disambiguare il prezzo dal valore, avendo la busso£a puntata in direzione del primo.
*** godurioso golosone, smodato alquanto, e non attenentesi ai dettami salutari impostigli dal veterinario che inconcludentemente lo tiene in cura in attesa dell'auspicata eutanasia legale.
H: per una perfetta insalata serve un prodigo a versare l'olio, un avaro l'aceto, un saggio il sale e un pazzo a mescolarla.
I: non c'è, quindi faccio a meno di spiegarla.
L: asparagi, moooooooooolto somiglianti ai laurtìis, ma moooooooooooolto più costosi.
M: uovo. Ideale con gli asparagi e con i laurtìis. Ideale pure per comprovare che la gallina si mangia prima che nasca e dopo che è morta.
N: la misticanza non è di sola italica spettanza. In Austria si chiama frühlingsteller, tipo insaltina di primavera e noi siamo stati austriaci, non so quanti papi fa, ma fino al 1859 sicùur mè l'òor.
A Solferino venne loro palpato il sederino e tornarono sui monti a salutare ircini quadrupedi.
O: laurtìis, sambuco e salvia infarinati e fritti. Affinché il fegato non ci rivolga più la parola, suggerisco di sgargarozzarsi al seguito una poderosa bottiglia di malvasia di Barattieri o un Gewürtztraminer di Hoffstätter. Nell'indecisione, entrambi!
Dopo tante verdure, troppo salutari, saluto e adesso pasta col guanciale, giunta è l'ora delle decisioni irrevocabili: spezzeremo le reni alla gricia.
Lilluccio Bartoli crapulone impenitente, perennemente convinto che la gola sia più vicina al cervello che allo stomaco.
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