2 settembre 2024

Misteri. Due miracoli. Ispirò i formaggi Grana. Sedusse Napoleone. Ora la Bella Lodi lo riproduce: che storia incredibile, quella del Granone Lodigiano

Come ha scritto, giustamente, Piero Caltrin... Lo sosteneva Boccaccio e lo ribadì Casanova: prima ancora del Parmigiano Reggiano e del Grana Padano, e antenato di entrambi, il Granone Lodigiano allietava le mense di monaci (che lo producevano) e di Signori come gli Asburgo. Ebbene, siamo dinanzi a un prodotto dall'importanza storica e culturale assoluta, considerato il capostipite di tutti i formaggi "grana" per farla breve e oggi, questo gioiello: 50 kg ciascuna forma, solo latte km zero, senza conservanti, stagionatura minimo 2 anni, con zafferano, riproposto riprendendo, fedelmente la ricetta originale, il metodo, gli ingredienti, e rispettandone tutte le caratteristiche, è tornato in produzione a Casaletto Ceredano, presso la Bella Lodi, orgogliosa di aver riportato in vita l'epico e prezioso formaggio la cui genesi risale ai monaci Cistercensi del Medioevo.

Ovviamente la produzione è limitatissima e numerata.

Il Granone Lodigiano si differenziava dagli altri grana per la pasta con una lievissima venatura verde e per la goccia che usciva dalle molte "occhiature", ovvero dalle piccole bolle di gas che si formavano all'interno del formaggio durante la lunga stagionatura. I formaggi grana non presentano questo fenomeno, essendo a pasta compatta.

Pur appartenendo alla famiglia dei formaggi da grattugia, era spesso usato come formaggio da tavola dal sapore piccante e vivacemente salato. E un episodio curioso riguarda la fine del XVIII secolo, quando Napoleone Bonaparte inviò il suo scienziato Gaspard Monge a Parma per studiare le tecniche di produzione di quello che credeva fosse il formaggio tipico della regione. Sorprendentemente, Monge scoprì che a Parma il formaggio non era prodotto e venne indirizzato invece a Lodi, in Lombardia, per apprendere le tecniche di produzione. Il 22 ottobre 1799, Monge inviò a Napoleone una descrizione dettagliata del processo di fabbricazione del formaggio lodigiano, che si rivelò corrispondere al metodo di produzione del Granone Lodigiano.[

Nella millennaria storia del Granone Lodigiano c'è persino un miracolo, o meglio, i mistici misteri sarebbero due e la loro testimonianza è racchiusa nel piccolo Santuario della Madonna delle Fontane, vicino all'Abbazia del Cerreto, dove, in quel di Casaletto Ceredano, Borgo cremasco del Granducato del Tortello, in provincia di Cremona,  si respira un'atmosfera densa della bellezza e della serenità dei tempi antichi. Ed anche la statua della Madonna, ospitata nel santuario è speciale. La Vergine è seduta infatti su alcune forme di Grana nero e la stessa statua è spesso definita "La Madonna Nera" e la storia leggendaria, racconta che nel 1864 un carro trainato da cavalli e pieno di forme di Grana nero ebbe un terribile incidente sulla strada del mercato. Il carro si rovesciò, e i formaggi sbalzati dall'urto ricaddero addosso al conducente che tuttavia riuscì a rimanere miracolosamente illeso. In onore di questo miracolo, venne commissionata appunto la realizzazione di una statua della Madonna seduta sul caratteristico formaggio lodigiano a crosta nera. Ma il luogo di culto mariano e cremasco, trae origine da un altro evento ritenuto miracoloso avvenuto nel XVII secolo, quando un bambino sordomuto, Abele, venne ritrovato dopo una notte passata nelle paludi locali: eredità del mitico Lago Gerundo. Secondo le sue parole, una donna vestita da contandina gli avrebbe fatto bere da una fonte miracolosa. La devozione verso la Madonna delle Fontane prese così vita, con la costruzione di una statua in legno e una nicchia per il culto. L'attuale struttura del santuario risale al 1980, frutto della generosità e della fede della comunità locale. Questo luogo non è solo un punto di riferimento spirituale, ma anche un tassello della storia e della cultura del territorio di Cremona. Fu inaugurato dall'allora vescovo di Crema Monsignor Carlo Manziana, il progetto fu firmato dall'ingegner Giuseppe Parati. Ah... il lo stabilimento di Lodigrana, (quelli di Bella Lodi, www.bellalodi.it) inaugurato nel 1958 a Casaletto Ceredano, beh è una sintesi mirabile di attaccamento alla tradizione e affidabilità della tecnologia alimentare e a più di cento anni, dopo vari ampliamenti e ammodernamenti negli anni più recenti, lo storico caseificio della famiglia Pozzali è diventato una realtà che primeggia nel settore caseario italiano.

 

 

Stefano Mauri


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