9 aprile 2021

La tramvia elettrica Milano-Paullo-Crema sognata più di cent'anni fa, ora il sogno si può concretizzare con la Metro

Milano più a vicino a Crema e a Cremona? E’ un tema  che ha radici antiche, ma che in questi mesi è tornato di attualità. Fin dalla fine degli anni novanta il problema di rendere il Cremasco meno distante dalla metropoli è stato al cento dell’attenzione dei comuni cremaschi e milanesi, soprattutto di quelli sull’asta della Paullese, in particolare Paullo e Spino d’Adda e che ha visto nell’ex sindaco Pier Luigi Tamagni uno dei più convinti sostenitori di un prolungamento della metropolitana fino, appunto a Paullo.  Sono stati fatti studi di fattibilità e progetti, tutti finiti nel dimenticatoio o bloccati da organismi di controllo.

La questione è tornata alla ribalta sostenuta da tutti i partiti del cremasco e dai sindaci dello stesso territorio che si sono impegnati ad approvare un ordine del giorno a sostegno del prolungamento. Anche Francesco Buzzella, presidente degli industriali della provincia di Cremona in un’intervista ha spezzato una lancia a favore di questa soluzione.

Scavando negli archivi si scopre però che già alla fine dell’Ottocento si ipotizzava un collegamento  di questo tipo, un prolungamento del metro ante litteram.

Nel 1899, un documento prezioso, custodito presso il fondo in villa Barni di Roncadello di Dovera mostra come lo studio per realizzare un vettore via ferro era già stato preso in considerazione, forse sull’onda dell’esperienza americana che pochi anni prima aveva portato alla costruzione della ferrovia e dato inizio allo sviluppo economico degli Usa. Questo documento iconografico fa parte di un archivio a cinque stelle, contenente pezzi unici, che hanno fatto la storia locale. Il documento in questione è preciso e circostanziato, corredato da ogni informazione, non soltanto sullo stesso, ma anche sui luoghi dove la “ferrovia” avrebbe dovuto passare. Da Milano appunto, a Crema, a San Martino in Beliseto, a Cremona. Lo stesso nel suo incipit di presentazione recita così:”Tramvia-Milano-Paullo-Crema-Cremona- tronco in provincia di Cremona…”e poi venivano allegati  tutti gli studi di fattibilità dell’arteria, coadiuvati da planimetrie, a firma dell’ingegner Enrico Radice di Milano. Tutti i maggiori paesi del cremonese erano toccati da questa “tramvia”. Nessuno era escluso. Un progetto molto dettagliato e articolato, frutto di grande acutezza e lungimiranza da parte degli amministratori di fine ottocento. Infatti alla Provincia di Cremona venne presentato un progetto di tramvia da Milano a Crema, progetto poi abbandonato per sopravvenuti studi di una linea ferroviaria. Altri studi vennero presentati a più riprese ma regolarmente abbandonati per diversità di vedute tra le due provincia. Anche dal 1903 al 1908 l'Amministrazione provinciale di Cremona si interessò alla tramvia. Lo stesso accadde nel 1912 ma l'ipotesi progettuale venne lasciata cadere per l'opposizione del Comune di Milano. Le due province si accordarono allora per un servizio automobilistico che però si rivelò inadeguato. Nel 1922 le due province trovarono un accordo per una tramvia elettrica, firmarono una convenzione e preparono un progetto che doveva essere finanizato dal Ministero dei Lavori Pubblici. Nel 1924 il progetto venne ritirato per revisione. Intanto le due province si accordarono e costituirono un Consorzio per riprtesentare la domanda di concessione della tratta Milano-Paullo-Pandino-Crema. Erano previste sei coppie di tram elettrici giornalieri Milano-Crema e tre aggiuntivi sulla linea Milano-Paullo. Poi tutto è stato lasciato cadere.

 Con grande competenza Giovanni Galbiati, presidente della Fondazione Barni Corrado, mostra le planimetrie e gli studi della Tramvia. Sono stupendi. Perfetti e naturalmente fatti tutti a mano. Veri  gioielli custoditi all’interno dell’archivio dei conti Barni di Roncadello d’Adda che, ora dopo secoli, torna in luce, attualissimo.  Già in quel periodo storico ci si interrogava su come collegare Milano e il territorio limitrofo. Lo si vedeva come indispensabile per lo sviluppo armonico di un luogo, della sua gente, della sua economia. 

Come mai in tutti questi anni purtroppo ciò non è ancora avvenuto? Durante l’intervista fatta a Umberto Cabini, lungimirante imprenditore ,lo stesso ha auspicato che finalmente qualcosa si possa smuovere per sbloccare la situazione di stallo e avviare il tanto agognato collegamento con la metropoli. 

E anche il presidente dell’Associazione Industriali Francesco Buzzella dichiarava:”La metropolitana leggera è fondamentale, come il raddoppio della Paullese e il rifacimento della Cremona Mantova. Le infrastrutture danno valore al territorio, dove ci sono svincoli nascono aziende, posti di lavoro e business in generale.” Il mondo imprenditoriale sposa questo progetto e in ottica di una ripartenza post Covid,  rappresenterebbe veramente quel quid per far ridecollare Crema, il cremasco e Cremona. 

Roberta Tosetti


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