23 aprile 2024

Fino al 27 aprile "Un'altra primavera" con le opere di Mario Coppetti in via Robolotti

Sei primavere fa, il 26 aprile 2018, ci lasciava Mario Coppetti (1913-2018), il giorno successivo alla Festa della Liberazione, un appuntamento che lo scultore non aveva mai mancato di celebrare.

Quest’anno, la Fondazione Mario Coppetti ha inteso ricordare la figura del maestro con una mostra diffusa nelle vetrine di 13 botteghe della via Robolotti a Cremona.

Una primavera di Libertà

Anche in questo 25 aprile, con le sue opere, Mario è presente insieme a noi per ricordarci quei valori di libertà, di giu- stizia e di amore per la bellezza che hanno ispirato la sua vita di scultore e antifascista.
I primi sentimenti di opposizione al fascismo, Coppetti li aveva maturati già nel dicembre del 1921 ai funerali di Attilio Boldori, assassinato a bastonate da alcuni squadristi. L’opprimente situazione a Cremona durante la dittatura lo porterà a emigrare in Francia nel 1935, dove aderirà al movimento di Giustizia e Libertà e vivrà la dolorosa esperienza della guerra e gli ultimi anni dell’occupazione nazista dopo il suo ritorno in Italia nel 1943.

Una primavera di dolore e di guerra

Dall’Ucraina alla Palestina questo 25 aprile è ancora segnato dalla tragedia della guerra, che oggi assume forme inedite e terrificanti. Se fosse ancora con noi, Mario ci avrebbe sicuramente interrogato con le sue opere, così come ha sempre fatto nel corso della sua esistenza segnata dal secondo conflitto
mondiale e, successivamente, da quelli in Corea, nel Vietnam,

in Armenia e nella ex Jugoslavia. Questi avvenimenti hanno nel tempo rinnovato in lui l’orrore per la violenza, la brutalità e l’odio, ai quali ha sempre contrapposto l’amore per l’uomo e quei valori che sono stati alla radice della sua attività politica e delle sue creazioni artistiche: la ricerca della bellezza, la fede negli ideali di fratellanza e l’impegno per migliorare il mondo in cui viviamo.

Una primavera di amore e di speranza

L’arte di Coppetti è sempre stata sorretta da una profonda fiducia nell’essere umano e nella sua capacità di amare. Per questo nella produzione dell’artista alcuni soggetti assumono un valore spe- ciale. La donna, ad esempio, viene declinata secondo diverse modalità, sempre corrispondenti alla sua particolare visione della figura femminile, laicamente religiosa e fondata sul suo profondo rispetto dell’essere umano. Nelle sue opere, la donna si fa essenza dell’amore e della bellezza, sia materiale sia spirituale, tanto nei suoi nudi quanto nelle maternità o nelle Madonne; anche i bam- bini o gli animali diventano per lo scultore le modalità di espres- sione della tenerezza, della grazia e di un profondo desiderio di serenità e di armonia.

Realizzate con diverse tecniche artistiche le 19 opere esposte raccontano le idee e la sensibilità di Mario Coppetti attraverso il linguaggio dell’arte.

La Fondazione Mario Coppetti ringrazia tutti gli artigiani, i commercianti e gli abitanti di via Robolotti che hanno aderito all’iniziativa.

Le vetrine di via Robolotti

• RobolottiSei di Manara e Perni • Arturo Ponce
• Carlson e Neumann
• Dongh-Pil Im

• Diego Tajè
• Alessandra Pedota
• La botteghina del violino • Erika Ricciardi
• Luigi Aquilino
• Mario Rastelli
• Pasquale Sardone
• Giuseppe Arrè
• Ettore Nordio

La mostra si concluderà sabato 27 aprile

La Fondazione Mario Coppetti, ricordando il sesto anniversario della scomparsa del Maestro, augura a tutti i cittadini cremonesi un buon Anniversario della Liberazione dall’occupazione nazista e dal fascismo.

 


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