Il violino nell'arte pittorica nel libro di Simone Fappanni
Il violino è uno strumento che ha trovato grande fortuna nella rappresentazione iconografica tanto da assumere significati alquanto diversi. È stato infatti imbracciato tanto da angeli musicanti quanto da malefici demoni, da emozionati allievi a musicisti di fama internazionale. Su queste premesse si articola il nuovo libro del critico Simone Fappanni Il violino nell’arte pittorica, pubblicato da Edizioni Libritalia.
Il testo propone una riflessione sulla rappresentazione del violino nell’arte pittorica e, soprattutto in quella dei grandi maestri, che in maniera spesso non episodica lo hanno dipinto con estrema precisione. Si tratta di maestri del calibro di Caravaggio, Ingres, Marc Chagall, Henri Matisse, Evaristo Baschenis e tanti altri. Un interesse, quello degli artisti per questo strumento, che è ben vivo anche nella contemporaneità, tant’è vero che si possono reperire con estrema facilità rappresentazioni del violino nella produzione di autori d’oggi. In questo libro si cerca pertanto di offrire un ragionato excursus sulla “traduzione pittorica” di questo strumento cercando di tratteggiare i contorni di una raffigurazione che non raramente ha assunto precise connotazioni evocative.
Si tratta dunque di un percorso nel quale il violino risulta al centro di quadri che in molti casi possono essere qualificati, a ragione, autentici capolavori. Fappanni si sofferma inoltre sui molteplici significati simbolici del violino che non smettono di attrarre creativi di ogni tendenza e formazione artistica. L’idea di questo volume nasce anche dal fatto che esso si salda con un progetto culturale di alfabetizzazione musicale attraverso l’uso dell’immagine - di cui si parla nella seconda parte del volume - che si è concretizzato nella realizzazione di una mostra itinerante nella quale i dipinti esposti, aventi tutti come soggetto o tema prevalente il violino, ha permesso a numerosi studenti, anche delle scuole primarie, di cimentarsi nel non semplice ruolo di guida, illustrando il significato delle opere proposte con particolare riferimento allo strumento simbolo di Cremona. E proprio nella “città di Stradivari”, il Sommo liutaio, il percorso didattico e quello espositivo hanno preso avvio simultaneamente strutturando così un iter nel quale musica, strumenti e immagini sono stati posti al centro di un affascinante ed interattivo “percorso di scoperta”.
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