I piccoli borghi muoiono, fondi per i piccoli negozi ma arrivano supermercati e biometano. Mettetevi d'accordo
Alla fine abbiamo rinunciato allo sviluppo del territorio della bassa: dove tra biometano e discount che spuntano, aree artigianali che si spopolano e ciclabili abbandonate a se stesse, la percezione di essere in una periferia vasta e desolata cresce sempre di più. Dal deserto produttivo al nuovo latifondismo industriale, la bassa si avvia verso un cambio di fisionomia drastico e irreversibile.
“Nuova impresa - piccoli comuni e frazioni”: si chiama così il nuovo bando da 5,5 milioni di euro messo sul tavolo da Regione Lombardia per incentivare la nascita di nuovi negozi di generi alimentari nei piccoli comuni e nelle frazioni. Evviva, evviva! Ah,no… una settimana dopo arriva la notizia che a Sospiro entro pochi mesi aprirà un nuovo supermercato nell’area dismessa dell’ex deposito di cereali. Si vocifera che sarà un discount della catena In’s, la stessa che ha aperto lo scorso anno a Cicognolo.
Dunque? Bye bye nuova impresa e bye bye anche le (poche e ormai rare) attività che sopravvivono sul territorio: da Sospiro a Pieve San Giacomo, da Cella Dati a Cingia de’ Botti e San Daniele Po o Pieve d’Olmi. “Eh, ma ce n’era bisogno -dice qualcuno- da San Giovanni in Croce a Cremona non c’è nemmeno un supermercato!”. Infatti la gente era affranta perché non sapeva dove trovare il pane per i figli.
Che poi non è del tutto sbagliato, ma non è che la sciura Maria non sapesse dove andare a fare spesa perchè mancava il supermercato, badate bene, perchè fino ad una ventina di anni fa in ogni paese, paesino e financo frazione, si trovavano senza problemi le ‘botteghe’, che vendevano pane, generi alimentari e prodotti di prima necessità, formando un tessuto economico e anche sociale di grandissimo rilievo per la vita dei paesi stessi.
Ma poi, business is business o, per dirla alla latina, mors tua, vita mea e quindi oggi le botteghe chiudono e fioriscono discount e hard discount con prezzi che non temono la concorrenza (possiamo dire lo stesso della qualità?), attirando acquirenti a basso reddito che, evidentemente, non mancano sul territorio della bassa dove è ben noto che la richiesta di manodopera non qualificata (e poco retribuita) va per la maggiore, allontanando sempre di più anche l’idea di un’area vasta cremonese su un tessuto socio-economico così fragile e frazionato.
E che dire delle aree industriali e artigianali? Visto che si citava San Giovanni in Croce, è sempre interessante farsi un giro nell’area artigianale di S. Giovanni e Solarolo, dove le aziende attive si contano sulle dita di una mano, mentre restano i capannoni vuoti come memento mori. Al contrario però, non è difficile trovare impianti a biometano o parchi fotovoltaici ben più estesi delle vecchie aree artigianali, con la sola differenza che il rapporto di personale impiegato probabilmente è di 1 a 1000.
Vogliamo poi parlare della valorizzazione del territorio e della cultura? Mica fuffa, santo cielo: mai sentito parlare di turismo lento, turismo delle radici? Il cicloturismo è diventato un trend importante e allora qui nella bassa che si fa? Lavoriamo sulle piste ciclabili. Poi però fatevi un giro sulla Ciclabile della Postumia o sulla VenTo dalle parti di Sommo con Porto o Isola Pescaroli, ma attenti all’erba che invade la carreggiata, allo strato di foglie sul fondo e anche ai trattori. Scusa? Sì, hai capito bene, perchè alcuni tratti di ciclabile sono in comune con le vie di accesso ai campi. Certo, ci sono poi anche mille altre strade bianche di una bellezza mozzafiato, che attraversano la campagna tra i pochi alberi rimasti e i fossi con l’acqua e le bellissime fioriture delle diverse erbe spontanee o degli alberi, scenari davvero meravigliosi per chi ama la campagna e la bicicletta. Ma poi, tra una cascina e una riva di gelsi, ecco che spunta l’immancabile cantiere del biometano con annessi e connessi. Vabbè, inseriremo anche le visite ai ‘cupoloni’ padani tra le attrazioni da non perdere.
Signori alla regìa, un appello: mettetevi d’accordo per cortesia sulla linea da seguire per questa fetta di territorio, se no buttate via quello che è il vero valore di questa terra, la sua storia e le sue potenzialità. La bassa non è una vacca da mungere fino all’ultima pertica di terra o da svendere fino all’ultimo centimetro di suolo ancora verde.
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