9 giugno 2024

La fatica di arrivare al seggio per problemi di deambulazione e la grande disponibilità che ha garantito il diritto di voto

Alcune persone riescono a cambiare intere epoche per milioni di persone, altre aiutano una singola persona migliorando, in pochi minuti, una intera giornata ma, forse nel secondo caso più che nel primo, quelle persone hanno saputo dare un valore incalcolabile a ciò che facevano e a coloro verso i quali si rivolgevano.

Domenica mattina mia madre mi aveva chiesto di accompagnarla al seggio elettorale; per lei, 86 anni, il voto rappresenta comunque un momento di passaggio, una motivazione, un perché. Per lei non è solo un diritto o dovere, è una precisa connotazione legata alla sua libertà di scelta, un passaggio che l'ha accompagnata per quasi 70 anni. Ci tiene parecchio, a prescindere dalle motivazioni, a poter esprimere una sua idea tramite il voto, è un passaggio naturale nella vita di ogni comunità.

So bene che un caso singolo non ha nessuna valenza dal punto di vista pratico anzi, spesso, diventa ridondante, creando una sorta di rincorsa verso notizie di cronaca che rischiano solo di ingorgare gli spazi destinati alla informazione. Il singolo accadimento non ha peso all'interno di un percorso talmente importante e collettivo come le elezioni, ma può aiutare a far capire diverse cose che, spesso, potrebbero sfuggirci. La richiesta di mia madre mi fa piacere ma mi crea una serie di problemi; l'età è quella che è e, insieme agli anni, i problemi di deambulazione sono acuti e difficilmente risolvibili almeno al momento. La legge garantisce il voto domiciliare, che in questi casi è una manna dal cielo, però mia madre non dispone ancora del certificato medico necessario per accedere al servizio. Tradotto: dovrà recarsi al seggio e votare di persona, fatto che genera una serie di problemi di natura logistica.

Siamo in macchina e ci dirigiamo verso la scuola Bianca Maria Visconti, dove, secondo una comunicazione che avevo adocchiato sul tavolo, doveva essere presente il seggio trasferito dalla sede storica, per mia madre, della Realdo Colombo. Cerco aiuto per sopperire alle limitate capacità motorie di mia madre, farle attraversare una strada e farla camminare risulta sempre meno facile, lei ci prova ma riesce a malapena ad uscire dalla macchina.

Un operatore della Polizia Locale e una Presidente di seggio si attivano, in maniera squisita, per cercare di venire incontro a questa, a volte poco consona, richiesta. Con il certificato elettorale chiariscono che, ovviamente, l'aver solo adocchiato un volantino mi ha fatto sbagliare, alcuni seggi della Realdo Colombo, tra cui quello destinato al voto di mia madre, erano rimasti nella loro sede naturale, per farla votare avrei dovuto andare nella scuola dal colore bianco e rosso di fianco a Sant'Imerio. Nulla di rotto, si tratta di tornare indietro ma il pensiero dell'operatore della Polizia Locale va oltre, inquadra la situazione e con il telefono si informa sulla fattibilità del percorso che avrebbe dovuto affrontare mia madre. Chiama il seggio di appartenenza per capire come poter portare avanti una situazione che rischia di diventare caotica, almeno per me, poteva liquidarmi con un secco “Buona giornata”, in realtà si fa carico di una circostanza che ha incrociato solo pochi minuti prima. E' gentile e attento, capisce e spiega, sta aiutando a rendere quel passaggio, quasi fondamentale per una signora di 86 anni, più facile e affrontabile.

Ringraziandolo ripartiamo direzione Realdo Colombo, entro nel cortile dal cancello di via XI febbraio e mi fermo davanti alla rampa che rappresenta l'accesso verso il seggio. Il seggio è lungo il corridoio verso via Aporti, saranno qualche decina di metri ma ricado nella stessa condizione di pochi minuti prima; la distanza non aiuta l'elettore a recarsi al seggio, diventa difficile farle percorre quei metri tra la rampa e la cabina elettorale. Parlo con due addetti alle votazioni, sono due persone molto disponibili, capiscono cosa possa rappresentare la volontà di un elettore, capiscono che sono responsabili e garanti di quel percorso che è alla base di ogni democrazia. Si consultano e poi ci spiegano la situazione e come ovviare a questo problema. Si attivano nel migliore dei modi per sopperire ai limiti di movimento di una persona che non avevano mai neanche visto prima. Mia madre accetta volentieri, potrà votare e voterà mantenendo fede a quei decenni di scelte fatte attraversando tante volte i corridoi di quella scuola. Anche loro avrebbero potuto nascondersi dietro un semplice “Mi spiace ma non possiamo aiutarla” ma, al pari dell'operatore di Polizia Locale di poco prima, hanno fatto tutto il possibile per venire incontro ad una persona. Mia madre li ringrazia, è felice nonostante il periplo tra i vari seggi; grazie alle scelte fatte da quelle persone rimane la consapevolezza che, invece di strutture modernissime e bellissime, la soddisfazione di utenti o ospiti dipende ancora – e secondo me dipenderà sempre – da coloro che vi lavorano. 

Marco Bragazzi


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commenti


claudio

9 giugno 2024 19:33

Purtroppo è l'amara verità!!!!!!!!!!!!!

Stefano

10 giugno 2024 13:04

Quanta fatica per un voto inutile visto cosa non hanno fatto il partiti che hanno governato sinora per venire incontro a questa disabilità.

Claudio

11 giugno 2024 12:22

...il massimo rispetto per la volontá della Mamma dell'estensore dell'articolo!!!!