13 settembre 2025

La guerra, minaccia o tentazione?

A guardare i canali di informazione in TV sembra che la catastrofe sia imminente: carte geografiche dell’ Europa piene di bandierine e soldatini come se fosse il vecchio Risiko, capi di Stato che rievocano il clima del 1914, conduttori televisivi che sbavano con voluttà porcina su ogni movimento delle truppe Russe e generali in pensione che si fanno commentatori televisivi come se la Guerra fosse già iniziata.

Che irresistibile tentazione quella della guerra. Viene alla mente Mitterrand quando agli inizi della guerra dei Balcani commentava arcigno i politicanti europei e francesi che “cavalcano la guerra sperando in una vita alla Malraux …”, riferendosi ad André Malraux , il grande intellettuale, avventuriero e combattente francese che fu poi potentissimo ministro della Cultura con De Gaulle.

La Guerra del resto è un po’ come il calcio, nessuno resiste alla tentazione di essere allenatore professionista e di dire la sua. Se c'è una cosa che preoccupa chi scrive non è il rischio della Guerra, ma la inconfessabile aspettativa che scoppi per davvero. Il Presidente Mattarella si è addirittura spinto a sostenere che il clima attuale somigli a quello del 1914 che poi portò al Primo conflitto mondiale. Considerazione probabilmente un po’ eccessiva, se non fosse per il fatto che anche nel 1914 chi tifava per la guerra era una schiera nutrita non solo di politici ma anche di grandi intellettuali.

Di intellettuali ahinoi non pare ce ne siano rimasti molti in giro, li hanno sostituiti nostro malgrado i commentatori di talk show, che se di sicuro non hanno il livello culturale dei Marinetti o dei D'Annunzio, ma pare che sotto sotto nella guerra ci sperino come quegli illustri predecessori, se non altro per avere qualcosa di cui parlare in questa Europa grassa ed edonista in cui non si sa più come tirare sera tra un weekend al lago e un cena al ristorante. Non per niente lo storico Luciano Canfora proprio in questi giorni commentava l'Europa non come un'oasi di pace ma come un profondo stato di coma.

Viene alla mente un bellissima poesia di Kostantino Kavafis, Oi Barbaroi, in cui una corte imperiale romana ormai al tramonto viene terrorizzata dalla notizia delle invasioni barbariche. Ed ecco che davanti a quella minaccia si ritrova un po’ di orgoglio romano: toghe purpuree, elmi sfavillanti, insegne dorate vengono rispolverate per impressionare il nemico, che poi non arriva, lasciando ai Patrizi la magra considerazione: “e adesso senza i barbari cosa sarà di noi? Era una soluzione, quella gente”.

Forse meglio sarebbe che in Europa ci si preoccupasse di salari, case e assistenza sanitaria ma che vogliamo, quelle sono questioni rognose e noiose, non c'è nulla di eroico, c'è lavorarci sodo e poi non sono mica eccitanti come la cara vecchia guerra. Menomale che  ci sono  Putin  e quel coreano cicciottello  che vanno da Xi Jinping a costruire un nuovo asse del Male così anche Macron puoi sentirsi un po’ Napoleone e minacciare di schierare i soldati sulla vecchia Cortina di Ferro, ed evitare di occuparsi di sanità e stipendi.

Quello che spaventa non tanto è Putin, ma che qui non si faccia altro che parlare di Gaza e di Ucraina con una insistenza martellante che fa venire da pensare che non ci interessi altro che la guerra, che peraltro sta ancora a migliaia di chilometri da qui, dove in fondo è meglio condannare le guerre lontane tra uno spritz e una gita in barca piuttosto che farsi i conti in tasca e realizzare che non stiamo più così bene neanche noi.

Scriveva Scott Fitzgerald all'inizio del Grande Gatsby , per bocca del suo protagonista Nick Carraway: eravamo talmente pieni di alcool e di feste da voler vedere tutto il mondo in uniforme e sull'attenti…Era la fine dei Ruggenti Anni 20 e l'inizio delle grandi dittature del 900…

Putin è una vecchia volpe del KGB, cresciuto alla scuola del grande Andropov, che riusciva a sgambettare di continuo quel gigante americano stracolmo di soldi ma povero di astuzie. E Putin, che di quella tradizione è erede degnissimo, ci prova…punzecchia l Europa da tre anni  per capire quanto può spingersi in la, quali sono le reazioni e quanto può osare…certo il suo sogno nel cassetto è rifare l Impero Sovietico e riprendersi tutta l Europa dell Est , ma che si spinga a fare una guerra all Occidente mi pare francamente molto improbabile. Sempre che la guerra non la faccia iniziare qualcuno dall'Occidente per paura che poi inizi davvero…

(La foto del professor Martelli è di Daniele Mascolo)

Sovrintendente agli Archivi del Comune di Milano

Docente di archivistica all'Università degli studi di Milano 

Francesco Martelli


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