Le piccole cose, la denuncia del cattivo stato dei bagni pubblici, le parole dell'umarell valgono di più dei grandi progetti
Un famoso imprenditore giapponese una volta disse, rivolto ai giovani che affrontavano i primi colloqui di lavoro, che per capire come va una azienda basta vedere lo stato dei bagni all’interno della stessa, i bagni rappresentano l’attenzione che una realtà offre a chi vi lavora o viene a contatto con la stessa. Sono l’ultima ma in pratica la prima cosa che definisce realmente una azienda. Che avesse ragione o torto è, quantomeno, relativo, se i bagni sono la rappresentazione di un servizio dedicato a dipendenti ed ospiti, il fatto di averli in ordine è, comunque, un impegno che ogni azienda dovrebbe tenere ben presente.
Matteo Tomasoni, su Cremonasera, pubblica le foto dei bagni pubblici cittadini, quelli sotto il porticato del cortile Federico II, oltre ad alcune immagini di zona piazza del Duomo; sono immagini che raccontano moltissimo di una “azienda” o di quanto sia valido il concetto espresso dall’imprenditore nipponico. Il problema non sta nelle immagini proposte ma nel concetto di fondo, ovvero quello di una città che si prepara a eventi fantasmagorici con luminarie sorridenti e drappi damascati – anche se in realtà quelli appesi a Cremona sono durati ben poco - mentre, a pochi metri da dove vengono presentati gli eventi, i bagni pubblici sembrano riportare alla dura realtà le grandi aspettative “percepite” da alcuni. Non ho nessuna conoscenza delle normative vigenti sui bagni pubblici ma, cercando di interpretare le immagini, l’impressione è quella che dovrebbero essere quantomeno “aggiornati”, tenendo conto che chi vi lavora fa tutto il possibile per mantenere un livello di decenza a prescindere dalla infrastruttura. Già, sembra sempre che l’equilibrio stia nel voler affermare che un grande progetto è grande perché va bene così, mentre i piccoli passaggi, che di solito sono quelli che danno origine e funzionalità alle grandi opere, vengono lasciati in un angolo in attesa di ulteriori comunicazioni.
Le fantomatiche grandi sfide del futuro, in pratica una serie di motti ideali per una serata tra canti da osteria e urla a squarciagola con gli ex compagni d’università, sono buone da mangiare come i sassi, non hanno senso se non si affrontano prima i piccoli passaggi che viviamo nel presente. Nella lista della spesa della massaia le voci sono quelle che, alla fine, fanno la differenza tra una vita quotidiana che possa ritenersi soddisfacente o le plastiche e mirabolanti visioni di spiegare questioni enormi a suon di slogan senza neanche sapere come sono ridotti i bagni pubblici e le strade che accoglieranno i turisti. E’ strano dover discutere, a colpi di urbanistica d’avanguardia, di un immaginario futuro sulla mobilità cittadina quando i marciapiedi sono trappole per pedoni e il porfido salta via come i tappi di spumante il 31 dicembre, ben venga il futuro con macchine volanti e il teletrasporto, ma al momento la Uss Enterprise con il suo capitano Kirk rimane utilizzabile soltanto nei film. La narrazione a cui prestare ascolto è quella di valida ogni giorno, le piccole cose che potrebbero rivelarsi utili per svilupparne altre ben più importanti, altrimenti tutto fa brodo e buon per coloro che lo apprezzeranno.
Gli umarell sono quelli che vedono i problemi molto prima di coloro che dovrebbero accorgersene, spesso l’occhio viaggia più veloce delle slide sulle lavagne elettroniche, magari l’umarell medio parla solo il dialetto e non capisce una parola di inglese ma sa bene come descrivere quello che gli presenta davanti, ascoltarli potrebbe essere già un buon punto di partenza, non sia mai che possano avere ragione. Nella trepidante attesa di veder sviluppate le grandi idee e i grandi progetti che cambieranno la morfologia di Cremona i bagni pubblici nella piazza dedicata a colui che stupì il mondo stupiscono, non esattamente in senso positivo, cittadini e turisti.
                    
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commenti
claudio
4 novembre 2025 09:09
Convengo appieno circa le parole scritte da Marco, bravissimo !!