Volontà del Padre è vita e risurrezione
Nel giorno della Commemorazione dei fedeli defunti, la liturgia propone tre schemi di letture da utilizzare in altrettante Messe di questa ricorrenza. Per la nostra riflessione ci mettiamo in ascolto del Vangelo secondo Giovanni che si legge nella prima celebrazione.
Parlando a coloro che si trovano nella sinagoga di Cafarnao, Gesù dice che il Padre vuole che quanti lo hanno conosciuto attraverso il suo Figlio fatto uomo non vadano perduti, ma abbiano la pienezza della vita e la risurrezione alla fine dei tempi. È su queste affermazioni che oggi la Chiesa ci invita a rifondare la nostra speranza di fronte all’enigma della morte.
Quanti abbiamo amato e conosciuto e che ora non sono più accanto a noi percorrendo le nostre strade e condividendo la nostra vita sono custoditi nelle mani di Dio, ci dice il Signore Gesù. Non sono dispersi, ma protetti anche dentro quella condizione che a noi appare solo buio, silenzio e vuoto. È questo il primo aspetto della speranza cristiana: affidarci a Qualcuno che è più forte della morte. In questo senso il modo in cui Gesù è morto diventa modello per ogni credente. Anche noi, come il Signore Gesù, siamo chiamati ad affrontare la morte non con l’ingenua serenità che sfocia nella superficialità, sarebbe un atteggiamento inumano, ma neppure lasciandoci prendere dall’angoscia che schiaccia a causa dell’incertezza che la morte porta in sé. La morte è l’inevitabile passaggio che segna la vita di ciascuno di noi. La morte accomuna tutti, come la nascita. Ma a differenza della nascita che ci getta nel mondo con le sue incertezze, Gesù ci invita a riconoscere nell’amore di Dio per l’uomo la garanzia per cui non aver paura, poiché si va incontro non ad un precipizio senza fondo, ma verso un abbraccio che ci è stato promesso.
La volontà di Dio per l’uomo, continua Gesù, è eternità e risurrezione per ciascuno di noi.
Eternità non significa solo una vita in cui non c’è la morte, significa piuttosto parlare di una vita in cui si lascia che Dio operi dentro la nostra esistenza, nel nostro quotidiano, trasfigurando il tempo con i segni dell’amore, i cui legami sono più forti della morte. La vita di ciascuno di noi diventa “eterna” quando non siamo più guidati dal nostro io, ma ci lasciamo guidare dallo Spirito Santo, Spirito del Padre e del Figlio, Spirito d’amore che ci insegna ad amare e a donarci a chi ci è accanto, come ha vissuto Gesù.
Risurrezione è poi il compimento della vita eterna che inizia nel tempo della nostra esistenza terrena. San Paolo nella Prima Lettera ai Corinzi stabilisce una similitudine tra il corpo terreno e il corpo celeste attraverso l’immagine del seme dal quale nasce un albero. Fra seme e albero, nonostante la profonda differenza, c’è una vera continuità. L’uomo che muore fa come un seme abbandonato nella terra e risorgendo recupera tutto ciò che ha deposto, riedificato nel corpo spirituale che Dio gli donerà. Non possiamo immaginare questo evento, lo possiamo solo accogliere nella speranza, come qualcosa di sicuro perché promesso da Dio anche se per noi impossibile da prevedere in tutta la sua realtà.
A fondamento della speranza cristiana c’è il Signore Gesù, il quale è morto, come accade a tutti gli uomini, e che è risorto, aprendo una via nuova per tutti. È solo in Lui che le promesse di Dio diventano vere. Non perché Dio abbia volontà diverse per i cristiani e per gli altri esseri umani, ma nel senso che solo attraverso Gesù possiamo sperimentare e gustare la speranza che nasce dalla conoscenza della volontà di Dio.
In questi giorni si è soliti far fiorire i cimiteri, rendendoli una specie di giardino. Si tratta di un segno che parla di rinascita: colori, luci e profumi ci offrono un messaggio di vita dentro la realtà della morte, aprendo al futuro un luogo di memoria e nostalgia. Attraverso la fragilità del fiore e la semplicità di un cero acceso, la nostra cultura esprime la speranza nella risurrezione. Rendere bello per un giorno il luogo in cui ricordiamo i nostri cari ci aiuti ad ascoltare le parole di Gesù per rinnovare la nostra fiducia in Dio: volontà del Padre è la vita, per i miei cari defunti, per ogni uomo e anche per me. Volontà del Padre è il dono della risurrezione, che già possiamo gustare nel nostro cammino su questa terra, affidandoci al Vangelo di Colui che per primo è risuscitato per unirci a Lui.
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