11 agosto 2024

La Senigola ti prende per la (seni)gola

Ogni anno, verso la fine di marzo, alla chiesa della Senigola, si riviveva (fino a quando la stabilità del luogo non è dipesa dalla municipale burocrazia) una sagra campestre, con protagonisti i piatti della miseria nera dei tempi che furono. Erano, ma sono, piatti che ci conviene conoscere, in vista della miseria nera dei tempi che verranno, a giudicare dagli importi delle pensioni che si profilano, emaciati, all'orizzonte sempre più spostato e lontano.

Per sapere quando si andrà in pensione è facilissimo: quando, ordinando un uovo alla coque, vi chiederanno di pagarlo in anticipo.

Senigola, chiesa in mezzo ai campi, non come S. Sigismondo -in mezzo ai Campi- che l'affrescarono "stuplendidissimamente".

Si trova a Pescarolo (Cr) sulla strada che porta a Binanuova e non è difficile trovarla, se, a trovarla per primo, fu un romano nel I° secolo a.C, ovvero nel XXI secolo a.B(erlusconi). 

Ci si trovò bene, a giudicare dalla villetta che si fece costruire e i cui resti sono alla base della chiesetta immersa nel piatto panorama bucolico cremonensis.

L'alacrità dell'uomo l'ha poi modellato e reso "feracissimo in lini e gelsi" fino a trasformarlo in georgico, scomodando Virgilio che incontrando il Sommo gli disse: "'ndum a fàa èn girètt?".

Questa voglia di fare, di adoperarsi, ha folgorato (folgorò) un gruppo di ex ragazzi, che, davanti all'aspetto della Senigola, male in arnese, si rimboccò le maniche e con i proventi di queste sagre -equiparabili ad emissioni di bond- riuscì a rimetterla in sesto.

Era il 1978 e da allora, si ripetè, ogni anno (fino a quando pervenne il nulla osta comunale) durante la festa dell'Annunciazione, quando l'Arcangelo Gabriele fece una improvvisata alla Madonna, esonerando la cicogna, dato che non era sulla dirittura Pescarolo-Betlemme.

Per motivi di cristiana pietà, tacerò sulla cascina accanto che era un luogo dove, prima che si clonassero le mucche e (come si dice quando si "incinge"?) si fecondassero artificialmente, un prestante gigolò, con tanto di orecchino al naso, si adoperava alla bisogna, "annunciando" alla quadrupede cosa avrebbe trovato sotto il cavolo.  

Fatiche dei tempi andati, ancora comunque in auge presso i bipedi. 

Dato che si è a Pescarolo, una capatina al museo del lino, dove pazientemente si sono recuperate altre fatiche dei tempi andati, è consigliabile. Vedere questo vissuto, comprendere dagli strumenti consunti, raffazzonati con l'ingegno che solo la miseria nella buca del suggeritore dettava, significa calarsi nella fatica delle nostre radici.

E' comprendere quanto lavoro necessitava per filare una veste o ottenere un pugno di farina, con modalità e tempi, solo impercettibilmente diversi, da quelli usati dai vari Fallisco Tanzi e multinazionali varie che sanno distinguere solo il prezzo ma non il valore, con spiccata propensione a socializzare le perdite e privatizzare gli utili.

Ora, con il lavoro di 10 minuti -dopo 2 ore serviti a farci sanguisugare dal fisco e un'altra oretta spesa per farli sprecare ai nostri politici- riusciamo a comprare la stessa polenta, per avere la quale, prima, si lavorava tutto il giorno.

Potremmo avere tutte le palanche del presidente del conSilvio dell'epoca, ma se nessuno facesse più la polenta, come faremmo a comprarla?

Ecco spiegata la differenza tra prezzo e valore, senza bisogno di acquistare i bond della Parmalat, che partita scremando il latte, ha finito con lo scremare i portafogli.

Una volta mi fu spiegato come si fa il latte scremato. Occorrente: due bacinelle, una piena di latte, l'altra vuota; lo si travasa in una bacinella e, in quella che lo conteneva, si versa l'acqua. Voilà, il latte scremato!

Corre voce che nelle disposizioni testamentarie, il Tanzi, abbia espresso la volontà d'essere parzialmente cremato. Molti investitori (ai quali le palle ancor gli girano [Paolo Conte docet] e son passati anni) avranno da ridire sull'avverbio.

Nulla da ridire sulle voci del menù, nessuna delle quali è stonata, come l'oca sotto grasso e quella sotto sale, passata a miglior vita senza le truculenti attenzioni di quei tempi, quando si sfilava loro il piumaggio con metodi sbrigativi, dopo averle usato premure come quella sorta di cotton fiocc, passato nelle orecchie, per attingerne il sangue. Solo qualche anno fa si aveva lo stesso effetto compilando il modulo 740, ora non più: si chiama 7 & trenta.

Tra le voci del menù, immancabili nonostante i capricci di marzo, i "laurtìis" germogli del luppolo, i "castrìin" tenerissimo radicchio di campo, le frittate che mai vengon bene come quelle del governo, la mostarda fatta in casa e il nocino idem.

Una volta si era preparato anche il "pèss in ajòon" (pesce in carpione) e il Don, inciampandoci, rovesciò il tutto, mandando in frantumi la capiente zuppiera. Chinatosi per recuperare il pescegatto ex "in ajòon", ingloriosamente a secco sul pavimento, venne da me apostrofato con " Il suo principale, coi pesci, se la cavava meglio!"

Chissà se ora il suo principale avrà da ridire sul fatto che si fa una festa in casa sua, per poter recuperare qualche sesterzo, che le offerte dei fedeli, col braccino corto, non fanno da tempo.

C'è chi è corso ai ripari, ho visto  -o tempora, o mores- tra gli avvisi, in una chiesa del milanese, il seguente cartello :"Anche quest'anno prosegue l'opera caritatevole di compilazione gratuita della dichiarazione dei redditi"

Per carità cristiana, qualcuno mi sa dire se quest'opera caritatevole, la si faceva anche prima dell'otto per mille?

P.S.

Nell'ultima recentementezza (o si dice recentementismo? Facciamo recementitudine!) durante l'estate targata 2024, gli ex ragazzi si son trovati per un merendez-vous (ovviamente alla Senigola) e per una volta non impegnati a lavorare ma indaffarati assai cui pèe sòta 'l tàaol, constatando piacevolmente che nessuno nel frattempo è divento astemio, iscritti tutti, d'autorità, alla lega antianalcolica. Il segno del tempo che passa, alla Senigola, io l'ho sempre vis(su)to nel veder crescere i figli dei "senigoli" che man mano accrescevano di qualche unità la popolazione. Anche stavolta c'era una bambina in più.

 

Lilluccio Bartoli


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commenti


Jim Graziano Maglia

12 agosto 2024 13:49

Seni-gola o Senig-olà?...Ai Bartoliani e non, l'ardua (leggi... famelica)sentenza! Grazie per la sana ubriacatura lessico- didascalica di cui anche oggi ho fatto(e certamente altri faranno)un voluttuoso pieno di storia, tradizioni, cultura,dialetto,gastronomia ...ed altro ancora... Della serie "se il Lilluccio non ci fosse, bisognerebbe inventarlo" per poi miracolosamente e saporitamente ritovarselo in Cucina?O sarà l'attuale caldone(caldòòn)..? Grazie comunque Mr.Bartoli, fotografo dalla nascita e..non solo.E grazie a Cremona Sera per la "prelibatezza" estiva!

Lilluccio Bartoli

12 agosto 2024 16:31

Conosco il soggetto. L'incontenibile Jim Disgraziano Maglia. E lui conosce molto meglio me da un improponibile numero d'anni.