23 settembre 2025

Latt&formaggi: una spremucca che fa onore alle TTTre T. (Da leggere con lattenzione)

Il latte è l'alimento più completo che esista: perfetto equilibrio di glucidi, protidi, lipidi. Il genio di Bergonzoni ne ha formulato la composizione chimica: Vacca 2 O.
Non è un caso se gli infanti*, cuccioli d'uomo**, ne attingono copiose dosi da una fonte appaiata che da grandi cercheranno con inusitata insistenza, non tanto per la dose a sua tempo ritenuta insufficiente, quanto per il contenitore che sta a meraviglia nelle TTTre T. 
 
*distinguo da infanti cucciole di donna: queste saranno portate più che al contenuto, al contenitore -aumentandone la capacità in funzione della visibilità e della sfida alla forza di gravità***- in questo attraendo assai le pornocellule maschili e ancor di più il rimpinguamento portafogliare dei chirurghi plastici.
 
**uomo: una specie protetta, a favore della mammella.
 
***forza di gravità: pare che se Newton non avesse sofferto di priapismo, non avrebbe avuto bisogno della mela per scoprire la forza di gravità.
 
Il latte prima era sostentamento, ora r€ddito,oo. Per questo motivo sono sparite le mucche bianche padane a favore di quelle tedescolandesi juventine della Frisia: diamine producono molto più latte, quindi chi se ne frega delle altre che ne fanno meno e anche mooooolto più buono, quindi è una colpa!
Spiego: tutto dev'essere declinato alle palanche. Questi gioiosi erbivori se si nutrono d'erba (più costosa del foraggio e dei mangimi) fanno un latte ricco di grasso e dal colore tendente al giallo, ma siccome il consumatore vuole il burro immacolato, devono farlo col latte sgorgato da mucche ingozzate ad insilati, pertanto dal colore candido, lo vuole il consumatore, istruito per bene dalla tv a consumare quel che più torna uti£€ al portafoglio altrui.
 
Ovvero gli erbivori non possono fare gli erbivori, non solo, ma si prende il latte, gli si toglie la panna, depauperandolo, arricchendo così i produttori che si scapicollano a venderti il latte scremato che non sa di nulla.
Come fare il latte scremato: A) una bacinella piena di latte intero B) lo si versa in un'altra bacinella C) nella bacinella vuota che conteneva il latte si versa l'acqua D) voilà il latte scremato!
 
Pur di incassare si arriva a scalare sesti gradi imbroglionistici quasisimilcircapiùomeno truffaldini come progettare confezioni che, pur svuotandole, trattengano in interstizi, artatamente studiati, parte del latte. 
Cioè, io ti vendo un litro di latte ma tu, se non fai arzigogolate manovre, ne bevi 0,950 così mi paghi di più ma ne sfrutti meno. 
Per questi manipolatori di menti, col pensiero fisso all'indice di borsa e il medio all'investitore, si potrebbe chiudere un occhio e prendere bene la mira.
Fino a qualche anno fa, sulle confezioni v'era indicata la quantità in grammi: certo, 1000 gr = 1 Kg, ma un chilo non è uguale a un litro! Vado avanti o sono sctatt scpiegatt bbuon? 
 
Una volta il latte era solo appena munto e s'ciau*. Girava il lattaio fino ai primi anni '70 (così si evince che sono vecchio di zecca) col bidone del latte, suonando un corno particolare richiamando la clientela che si presentava col pentolino del latte (alla faccia della raccolta differenzata) e prendere quel che serviva: fresco!
Ora col latte pluriprocessato, pastorizzato (invece che cowboyzzato) microfiltrato e a lunga conservazione, prendiamo confezioni a decine, facendo felici l'industria che decuplica così il venduto. 
Capito a cosa serve la lunga conservazione? Mi lasciate preferire il vino a lunga conversazione?
 
*e s'ciau: finita lì, nient'altro. Potrebbe suonare come un imperativo accontèntati, ma già quell'accontentarsi era un lusso: ho visto cucchiai di legno appositamente forati per mangiare il latte, in maniera che ricadesse nella scodella e durasse più a lungo la colazione, di grande efficacia nell'allungare pure la fame.
 
Ricordo ancora il suono del latte che lo zio Guido mungeva nel secchio di zinco, via via che si riempiva il suono si assottigliava fino a soffocare nella schiuma che le mosche presidiavano come se sapessero di Gaza. 
La stalla era tra il cortile e l'orto, luogo di furti di amarene, fichi e anche fort Knox di pere, cachi, uva, tutti utili alla mia golosità. 
Se lo zio mungeva dovevo essere lesto (diminutivo di lestofante) ad attraversare, ma lui riusciva sempre a schizzarmi col latte, centrandomi in pieno, rivelando una maestrìa ed una straordinaria manualità nell'armeggiare mammelle, che il nipotino, invidiandolo e applicandosi non poco a destreggiarsi, in questa gioiosa pratica, pur affrontandola di petto, mai è riuscito a diventarne epigono.
 
Facilissimo che il latte, non più fresco, andasse a male, nema problema: gli si dava un bollore e con un cucchiaio di aceto, voilà fatta la mascherpa alias ricotta, ovviamente freschissima. 
La si ammanniva con cipolle soffritte nel burro* èn cuciarìin dè cunsèerva e via di polenta, altro non c'era, se per altro si esclude la spensieratezza del vivere con quello che si ha e non con quello che si vuol far credere d'avere.
 
*burro, butéer in dialètt: lo si faceva in casa, riempiendo un vasetto o una bottiglia di panna recuperata col disappunto delle mosche e dimenandola con una lunga manovra che mi riporta al feeling avuto cun la suréla dèla mànsina* e causa di diottrie venute a scarseggiare. Ero sulla strada giusta per diventare un amanuense.
Dopo uno sbattimento di almeno mezz'ora, in due secondi si separava il burro dal siero e quello era burro fresco, quello era burro giallo, quello era burro!
D'estate lo si conservava nel secchio pieno d'acqua calato nel pozzo: energia green.
 
*suréla dèla mànsina = sorella della mancina, ovvero della sinistra, non intesa come parente stretta della Schlein, ma della mano sinistra ovvero la destra, non intesa come cucurbitacee reggenti, con piglio da ventennio, le redini dello stivale pur non calzandoli.
 
I poveri cristi (quelli che consideravano un lusso avere l'alito caldo) poco altro potevano permettersi dalla lavorazione del latte: il tosello (parente della raspadüura, ovvero la parte eccedente la forma del grana che veniva tosata per adattare il futuro formaggio alla forma) o la tara, ovvero il formaggio tarato, guasto, tolto dalla forma per salvarne almeno una parte (sorta di granactomia eseguita con l'ausilio di un anestetico speciale: lambrusco somministrato per via orale).
Lo stracchino di Gorgonzola (nome e cognome per esteso dell'erborinato in questione) era un lusso da osteria, solo in caso di vincite briscoliformi.
 
Chiosa sulla raspadüura: dalla forma del grana si sfogliano lamelle sottilissime, piccoli veli diafani che, un tempo, servivano per togliere imperfezioni alla forma ed andare sul pulito. 
Qualcosa di molto simile alla dichiarazione dei redditi: creata la forma, passa la lama dello stato ad assottigliarne lo spessore fino ad andare sul pulito. 
Trucioli di formaggio da un lato, truci esattori dall'altro, con una sola differenza: nel primo caso l'operazione serviva a non sprecare nulla, nel secondo a sprecare tutto. 
 
Infatti il reparto maternità del formaggio, sezione ostetricia della sopravvivenza alimentare, è in fondo agli archetipi dell'uomo. 
Per non sprecare il latte, un tempo conservato in recipienti naturali come lo stomaco, l'homo sapiens aveva notato che la sua mutazione gli permetteva di durare nel tempo, sfruttando l'inacidimento naturale, conservandosi più a lungo. 
Come se il latte si trasformasse in aceto per poi autoconservarsi sottaceto. Fate bollire una tazza di latte, aggiungete un cucchiaio d'aceto e vedrete scindere il latte in formaggio e latticello, operazione di una facilità estrema, tanto che l'industria, molto attenta al rapporto costi-benefici, se n'è appropriata e affinché, quel rapporto, si sbilanciasse più a favore dei benefici che dei costi, ha riscoperto la straordinaria salubrità e redditività dello yogurt. 
 
Quando il povero disgraziato aveva un secchio di latte che gli sarebbe andato a male, faceva il formaggio che, col tempo, gli avrebbe dato sostentamento; quando i disgraziati sono più d'uno e fanno una S.p.A non gliene frega niente -col tempo- d'avere sostentamento, vogliono veder il frutto del loro investimento subito e ni€nt' a£tro.ooo.ooo. 
E allora, cosa è meglio di un litro di latte che dà -subito- un litro di yogurt -allo stesso prezzo di un chilo di formaggio- con molto meno lavoro? Capiscano le mamme, che per il bene dei loro frugoli, comprando lo yogurt, fanno il bene di frugoli cresciutelli e molto scafati. 
Con la scusa poi della linea, ti scremano pure il latte, ma basta -per non ingrassare- saper scegliere tra i formaggi. 
Ad esempio, se dell'Emmental si mangiano solo i buchi, nessuno ingrassa, se alla Parmalat* si fanno i buchi, qualcuno ingrassa.
 
*Parmalat: vedasi gestione non ricordo bene se di Ca£i$to,oo Tanzi o Dino Truffal.
 
Scritto senza ausilio dell'intelligenza artificiale, essendo portatore sano di imbecillità naturale.
Ringrazio per avermi aiutato, nella stesura del testo, gli amici immaginari...
A.P. Cultore, Eva Porata (per gli amici Spa Rita, finita chissà dove) e per aver truccato gli esami per il colesterolo Secondo Dott. Rina, Pri Mario & Secon Dario.
 

 

Lilluccio Bartoli


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