15 dicembre 2024

Il destino di un giovane prete, morire il giorno di Natale in Africa mentre portava la comunione ai militari

Nascere nelle terre del Grande fiume e morire, il giorno di Natale, a 29 anni, in un incidente stradale tra le sabbie dell’Africa Settentrionale, in pieno conflitto bellico, a migliaia di chilometri dalla terra natia. E’ questo il destino toccato a don Aldo Panni, 82 anni fa, deceduto mentre portava la comunione ai militari Non è  abitudine di chi scrive queste righe parlare o scrivere dei propri familiari né men che meno di vicende personali che non devono interessare. Ma la storia di questo giovane prete di campagna, nato nelle terre del Po, merita di essere conosciuta e portata avanti, anche nel solco del tempo che inesorabilmente trascorre

Don Aldo era il fratello del nonno paterno di chi scrive queste righe; non ho mai potuto conoscerlo direttamente (essendo venuto alla lice oltre trent’anni più tardi) e di lui conosco ciò che è stato raccontato e scritto. Tuttavia in qualche caso è giusto fare delle eccezioni, come in questo caso in cui si ritiene che la sua vicenda possa rappresentare un pezzo di storia da conoscere e far conoscere, da conservare e da studiare. Per ricordare anche che a volte, il Natale, può rievocare o rendere di nuovo attuali pagine che non sono gioiose, ma appartengono alla storia: la nostra storia. 

Don Aldo Panni nacque a San Giuliano Piacentino il 24 marzo 1913 e morì a Buerat in Tripolitania (Libia) il 25 dicembre 1942. Frequentò i corsi di studio nel seminario diocesano fidentino e fu ordinato sacerdote a Fidenza il 28 giugno 1936 dal vescovo Monsignor Mario Vianello. Per cinque anni, dal 1936 al 1941, fu vicario coadiutore a Villanova sull’Arda e, nel 1941 si arruolò volontario nell’esercito e, in qualità di cappellano militare, si adoperò per prestare assistenza spirituale ai soldati che sul fronte si battevano per la causa della Patria.

Dopo aver seguito, sul territorio nazionale, i reparti della divisione cui apparteneva nei diversi spostamenti, fu destinato a raggiungere, con essi, la zona di guerra in Africa Settentrionale. Inizialmente fu destinato all’Ospedaletto da campo n.890 a Oms (Tripolitania) e, quindi, al comando supremo delle Forze Armate in Tripoli, per poi passare al 21esimo Corpo d’armata.

Ovunque si meritò la stima e l’affetto di tutti, compresi i superiori, grazie al suo grande ottimismo sacerdotale, alla fede profonda, al carattere franco, leale ed esuberante, animato da apostolico entusiasmo. Caratterizzato da una statura notevole e da una eccezionale costituzione fisica, dimostrò di non temere la lotta infondendo in coloro che gli erano accanto quelle necessarie doti di coraggio e sicurezza, sempre pronto a prodigarsi verso chiunque all’insegna del bene e della solidarietà.

Morì tragicamente, all’età di 29 anni, il giorno di Natale del 1942 durante una sosta del ripiegamento delle truppe italo-tedesche da El Alamein, in Egitto, sotto l’incalzare dell’VIII Armata britannica al comando del generale Alexander. A Buerat, in Tripolitania, mentre in motocicletta rientrava al corpo da una visita compiuta per ragioni di ministero ad un gruppo di giovani militari di Villanova sull’Arda (si trattava, del resto, del giorno di Natale), andò a scontrarsi contro un autocarro militare tedesco che procedeva nello stesso senso e che si arrestò improvvisamente per cause ignote. L’urto fu violentissimo e don Aldo, che aveva il grado di Tenente, spirò poco dopo, tra la costernazione dei suoi soldati, legati a lui da grande affetto. Fu sepolto inizialmente nel vicino cimitero civile di Misurata e, alcuni anni più tardi, la sua salma fece ritorno in Italia. Il 24 aprile 1953 Villanova sull’Arda tributò ai resti del degnissimo sacerdote onoranze funebri che assunsero carattere di commovente plebiscito, alla presenza per altro di numerose autorità civili, ecclesiastiche e rappresentanze dell’Esercito e dei Reduci d’Africa. Il feretro, collocato su un autocarro militare, tra corone d’alloro e di fiori, fu scortato da un drappello d’onore dei carabinieri in alta uniforme. Ad officiare le esequie fu il vicario capitale della Diocesi di Fidenza Monsignor Carlo Azzolini. Don Aldo fu quindi sepolto nel cimitero di Santa Croce di Polesine (luogo in cui aveva vissuto ed in cui vivevano i familiari) e, da alcuni anni, riposa nella cappella di famiglia a Zibello. A Zibello la sua divisa è tra l’altro conservata tra i cimeli del museo dei reperti bellici, all’interno dell’ex convento dei Padri Domenicani.

Una storia che merita di essere ricordata, quella di un uomo e di un sacerdote che, nella sua breve esistenza, si è speso per gli altri, anche per quei giovani che il Natale lo hanno trascorso sui campi di battaglia e, in molti (troppi) casi non sono ritornati. Storie, anche le loro, che meriterebbero di essere raccontate, scritte, conosciute. Con la l’auspicio che, il giorno di Natale, pur nell’allegria e nella gioiosità dei più, ci sia un ricordo, una preghiera e magari una luce sul fiume anche per lui e per coloro che dalla guerra non sono più tornati.

Eremita del Po

Paolo Panni


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