La Befana cremonese non riempie le calze ma "raccoglie i denti da latte caduti ai bambini"
Pare inoltre che la Befana abbia ormai sostituito Santa Apollonia, come “raccoglitrice” dei dentini da latte caduti ai più piccoli. Una volta, in tutte le case, alla sera (come narra Luciano Dacquati nel suo “Ròbe de 'na vòolta”) si metteva nel camino il capo-dono (detto "delle giovani"), non diversamente dalla Vigilia di Natale. Ma l'usanza è ormai andata perduta da molti anni.
Come festa religiosa, l'Epifania (voce dotta che deriva dal greco, che signbifica apparizione/presentazione”) celebra la prima manifestazione di Gesù, avvenuta davanti ai Re Magi nella grotta di Betlemme.
In alcune località, specie nelle zone della provincia prossime al mantovano, c’era l’usanza di accendere falò beneauguranti ed anche si “bruciava la vecchia”. Un’ultima annotazione storica riguardante l’Epifania: nel 1234 l’inverno fu uno dei più rigidi della nostra storia. Proprio il 6 gennaio cominciò la glaciazione del Po, che sarebbe durata (figuratevi!) fino al 5 febbraio, giorno della Festa di Sant’Agata! Le carrette, cariche di mercanzia, andavano da Cremona a Venezia sopra il ghiaccio, né vi era “huomo vivente che si ricordasse d’aver mai sentito così orribile freddo”.
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