4 maggio 2022

"In ogni mio tempo" raccolta di poesie di Cristina Cappellini. Presentazione venerdì 6 maggio alla Filanda di Soncino

Cos’è il tempo? “Se nessuno mi interroga, lo so; se volessi spiegarlo a chi mi interroga non lo so”. Queste le parole di Sant’Agostino contenute nelle Confessioni, parole profonde, parole che fanno riflettere, in un momento storico dove pare che il tempo già stato, non sia mai passato. Riflette sul tempo anche Cristina Cappellini, un passato da brillante donna politica, che ha condotto tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri e la carica di assessore regionale alla Cultura. Ora Cristina si è presa una pausa dalla politica attiva e, dedica il suo tempo alla passione di sempre, la scrittura. L’abbiamo intervistata alla vigilia della presentazione del suo libro di poesie venerdì 6 maggio presso il complesso culturale della Filanda a Soncino, luogo in cui vive con la famiglia, alle ore 21,00, sala convegni.  La sua raccolta di poesie titola “In ogni mio tempo”: brevemente di cosa tratta? 

"Si può dire che sia un viaggio attraverso gli anni e gli eventi che mi hanno portato a scrivere versi e a decidere di pubblicarli come una sorta di diario. La raccolta compre un arco temporale vasto, alcuni testi sono molto datati, li chiamerei giovanili, altri invece sono recenti. Sia nella scrittura che nei temi trattati (soprattutto per la diversa prospettiva da cui vengono affrontati) emerge molto questo spazio temporale e il mio percorso personale e letterario". 

 E’ un percorso personale” o una riflessione più in generale sul senso della vita e del tempo? 

Entrambe le cose. Quando si scrive una poesia si parte sempre dai propri sentimenti, dalle proprie emozioni, dal proprio approccio agli eventi. In questo caso il tempo è di fatto il filo conduttore della raccolta. L’opera è infatti divisa in quattro tempi, che non rappresentano per forza l’ordine cronologico dei testi, ma direi piuttosto le fasi della mia vita, da quella più ingenua a quella più matura. Del resto, dal titolo emerge già il valore del tempo, come fosse una sorta di “colonna sonora”. Ci sono comunque alcuni testi che affrontano direttamente il tema della vita, scavandoci dentro: la poesia “Amore spezzato” tratta il tema dell’aborto, “Bambino  sorriso” tratta il tema dell’eutanasia, “Il seme della Verità” tocca invece il dramma dei cristiani perseguitati ancora oggi, a milioni, nel mondo. “Siamo”, invece, è una delle poesie più personali, un concentrato della mia vita, da bambina ad adulta. C’è poi il tema della paura, dell’insicurezza  e del disorientamento che abbiamo provato durante i lockdown e di fronte alla raffica di regole con cui abbiamo dovuto fare i conti, anche in tempi più recenti. “Tienimi per mano”, “Oltre la paura” e “San Martino”, esprimono questo disagio e allo stesso tempo vogliono trasmettere una grande speranza e un affidamento alla Verità, anziché al Mainstream.  

 Quattro tempi in un tempo che scorre: che titolo darebbe a ognuno di questi?

Non ho mai pensato di dare un titolo a ciascun tempo, perché ho impostato questa raccolta come fosse un’opera teatrale divisa in atti (che corrispondono alle stagioni della vita), ma vista la domanda ora mi concentro e ci provo… 

Dunque, direi che potrei chiamare il Primo Tempo “Reminiscenze”, ricordando la famosa “madeleine” di Proust, mentre il titolo del Secondo Tempo potrebbe essere “Sentimento e precipizio”. Il Terzo Tempo potrebbe essere “Dentro la vita”, mentre per il Quarto Tempo potrei dire “Non abbiate paura”, ricordando le potenti parole di Giovanni Paolo II.

Perché ha optato per la lirica? Che motivazione porta a questa scelta?

La poesia è da sempre il mezzo migliore per esprimere stati d’animo. Il linguaggio poetico entra in gioco quando si vuole comunicare qualcosa e non si riesce a farlo con il consueto modo di esprimersi, che sia orale o scritto. Il senso poetico è insito nell’uomo perché non rappresenta  solo una forma d’arte, ma un mezzo per proiettarsi verso l’infinito, di cui abbiamo sete, anche quando non ce ne accorgiamo. Altrimenti non si spiega come mai, a distanza di secoli, ci siano testi poetici ancora in grado di commuoverci, di scuoterci, di catturare la nostra attenzione. Pensiamo alla poesia per eccellenza come L’infinito di Leopardi, oppure la Divina Commedia (l’Inno alla Vergine del Canto XXXIII del Paradiso è sempre un toccasana per l’anima) o alcuni versi di Ungaretti sulla grande guerra. Ma sarebbero tantissimi gli esempi da fare. Prendiamo ad esempio il Cantico dei Cantici o i Salmi… ci sarebbe da parlarne per ore…

 Altri progetti imminenti?

Imminenti no. Sto lavorando a nuovi testi ma sono proprio all’inizio e non posso dire di più… Vediamo se l’idea decolla… Mi piacerebbe anche realizzare un nuovo lavoro insieme ad altri autori con cui ho trovato, con il passare del tempo, molte affinità… 

E sull’onda di questa nuova progettualità attendiamo che Cristina Cappellini ritorni dopo queste liriche a scrivere. Siamo sicuri che ha tanti progetti, ma per il momento cogliamo questa silloge di poesie…per il resto il tempo provvederà!

Roberta Tosetti


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commenti


Luigi Soldo

6 maggio 2022 06:14

Penso che la parola chiave sia: “VERITA’”, l’amore e la fedeltà alla VERITA’, che porta alla vera speranza ed annoda il filo delle nostre “Tracce Provvisorie” della vita in modo sorprendente, e che ci porta ad aprirci continuamente ed in modo nuovo allo stupore della Vita.