6 luglio 2021

L'epopea beat dei Monelli, poi Flashmen. Dai falsetti in stile Beach Boys alle cover. Da Cremona alla Decca

Parte una nuova rubrica di Cremonasera dal titolo “Come eravamo”. Racconta di posti, persone, fatti della nostra Cremona degli anni Sessanta-Settanta.

La partenza è con uno dei miti cremonesi di chi come me (più prossimo ai settanta che ai sessanta) li ha seguiti, li ha applauditi e li ha portati nel cuore. Il gruppo è quello dei Monelli, poi diventati 5 Monelli, poi Flashmen. Mi avvalgo dell'archivio del collega carissimo Gian Paloschi, autentica memoria di quegli anni. Pino Somenzi, bassista che ha militato nel complesso dall’inizio alla fine, Eugenio Superchi, batterista della primissima formazione dal '63 al '66 prima della chiamata alle armi, poi Giancarlo Fanti (alle tastiere e arrangiatore dei cori e dei falsetti che li hanno resi famosi, veri e propri Beach Boys del Po), Luciano Spotti alla chitarra e poi la voce di Luigi Vivo. 

Insieme suonavano davvero bene e Fausto Coelli, batterista della primissima Mina, era il loro entusiasta impresario. Prime uscite dìnei locali della zona: a Vailate, Gussola, Cortemaggiore, Fiorenzuola, Polesine, Castelnuovo Bocca d'Adda. Poi, 55 anni fa, il grande salto: 1966 partecipano a Parma al quinto concorso nazionale per cantanti e complessi de “La Maschera d'oro”. La concorrenza è fortissima. I nomi in gara erano di primissimo piano: basterà citare Le Ombre, i Lords 77, i Cadetti, i Greef 86, the New Generation, i Killers. Per i Monelli fu un successo, vinsero la “Maschera d'oro” sbaragliando tutti con un loro arragiamento di un brano di Luigi Tenco, “Un giorno dopo l'altro”. Arrivò poi il secondo posto al concorso Davoli, vera e propria Olimpiade per i complessi musicali italiani.

I Monelli decisero così di allargare la loro proposta musicale e ai cinque fondatori si aggiunse Dante Zoppi, sassofonista e polistrumentista. Alla fine di quell'anno cambio alla batteria: Superchi parte militare e arriva il giovanissimo Ezio Ciu Rancati, un mito dell'oratorio di San Pietro (Ciu abitava proprio di fronte ai Nostri Fanciulli). Ma il successo non poteva essere tale se non arrivava il primo disco. L'occasione arriva al Club 66 di Castelleone. Tra il pubblico di giovanissimi dal palco i Monelli notano una persona che prendeva appunti. Alla fine del concerto va dai Monelli e si presenta: “Sono Valbruno, discografico. Lavoro per Carlo Alberto Rossi, il paroliere di Mina, se le cose funzioneranno potreste anche avere un contratto con la sua CAR Juke Box”. Entusiasmo, emozione, paura. Sono tanti i sentimenti che i ragazzi cremonesi sentono quella domenica.

Arriva il giorno del provino a Milano. In studio c'è nientemeno che Carlo Alberto Rossi, anche Mina passa a salutarli e a incoraggiarli. Alcuni pezzi per scaldare l'ambiente e poi arriva il pezzo composto da loro quel “Balbettando” che capita ancora, di tanto in tanto di sentire in radio. Carlo Alberto Rossi è entusiasta, propone un impegno con la sua casa discografica e nasce così il primo quarantacinque giri dei Monelli: “Balbettando” sul lato A e “Cape Money” sul lato B. Il disco marcia bene in classifica e i Monelli fanno da spalla a grandi artisti: Gianni Morandi, Celentano, Marcella Bella, Caterina Caselli. Arriva anche la Tv. Con i New Trolls sono ospiti di Febo Conti a “Chissà chi lo sa” e i Monelli eseguono “Il mondo aspetta te”, nientemeno che un pezzo ispirato al “lago dei cigni” di Tchaikovsky. Arriva anche la Tv della Svizzera italiana. 

Arriva anche la pubblicità a Carosello saranno i testimonial di parecchi spot televisivi fra cui quelli per la China Martini e altri per la Casa produttrice di cioccolato Icam. Arriva il secondo disco: “E' nato un fiore ad Albarella” e sul retro “Se la terra gira”. E anche il terzo con “Il mondo aspetta te” dal “Lago dei cigni” e dietro “La donna che ho”. Come capitava per tanti gruppi musicali del periodo, la leva militare li ha messi in crisi: Ezio Ciu Rancati doveva partire per il Car ed arriva un grande batterista Roberto Caroli, detto Carola. Anche il cantanti Luigi Vivo abbandona e arriva un chitarrista conosciuto e affermato Armando Galimberti.

Carlo Alberto Rossi cessa la sua attività discografica e i Monelli diventano i “Flashmen”, primo gruppo italiano a incidere per la Decca e ripropongono con il nuovo marchio e il nuovo nome “La donna che ho” e “Il mondo aspetta te”. I Flashmen suonano ovunque: al piper di Milano, al Poggio Diana di Salsomaggiore, in Versilia o a Cortina. I Flashmen non dimenticano però Cremona e ogni anno sono presenti come ospiti d'onore al Festival dei Complessi all'oratorio di San Michele (ricordiamo una memorabile vesrione di "Barbara Ann" dei Beach Boys) oltre a fare di spalla al concerto di Patty Pravo tenutosi all'Arena Castello in città. Incidono cover di pezzi inglesi (“Nel mio cuore è nato un fiore”) e realizzano basi musicali per altri cantanti. La Decca li vorrebbe al Festival di Sanremo e al Cantagiro.

Ma, come è accaduto per tanti gruppi musicali, tra i ragazzi cremonesi nascono malintesi e nel 1973 il gruppo di scioglie. Ma poi i Flashman hanno continuato con una nuova formazione.

Mario Pasquali


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