Sbèerle e cupòon, la ricchezza del dialetto in tema di percosse
La ricchezza del dialetto per alcuni termini non ha paragoni. Provate a pensare in quanti modi si possono dire (e fare, anche se pedagogicamente scorretto) le percosse in dialetto cremonese. Se con la memoria andate alla vostra gioventù o frugate nei ricordi ne troverete decine. Pensate ai diversi modi di dire pugno: grìimbol, mìch, pögn, grögn ecc. Per rinfrescare la memoria e partire, ecco alcuni appunti del professor Gianfranco Taglietti frutto di colloqui con Paolo Brianzi.
"Il caro Paolo Brianzi, l'autore dei “Proverbi di campagna e di città”, che cooperò anche alla redazione del “Dizionario”, spesso si meravigliava quando trovava che il dialetto era più ricco dell'italiano in certi settori lessicali e metteva giù degli elenchi di vocaboli relativi a diversi argomenti. Faccio seguire una sua pagina, ricca di termini riguardanti le “percosse” date con le mani (ma anche con i piedi!). Alla voce dialettale sarà accostata la corrispondente voce italiana, tratta dal dizionario del nostro dialetto. Inizio con
casòt = pugno dato con tutto il braccio disteso. La voce, derivata da cazzo, per la forma del braccio disteso, ha perduto, nell'uso, la coscienza dell'origine triviale della voce
chisóola = focaccia rustica fatta di pasta più tenera del pane, condita con olio o burro, uvetta od altro e cotta rapidamente; si mangia calda. Trasl. =sculacciata; MDD: fàa pasàa i caprìsi cun quàter chisöole
cupòon = è un colpo forte fra capo e collo; cfr.l'it. 'accoppare',=uccidere con un colpo sulla 'coppa', cioè sulla nuca
grögn = pugno dato sul viso; cfr. l'it. grugno, muso del maiale o del cinghiale, ma anche dell'uomo (in senso spregiativo)
mìch = pugno secco, diretto.
pesàada / -dìna / -dùna = pedata, con dimin. e accr.; da non confondere con pezàada, = atto del pesare.
petigòs (e anche -òos, -òt) = buffetto;un colpo secco del dito medio, trattenuto prima dal pollice
pirgnàca /pirgnòch = colpo dato sul capo con la nocca del pollice (non trovo il corrispondente italiano)
pögn = pugno; colpo dato a mano chiusa
querciòon =grosso coperchio; trasl.: forte colpo sul sommo del capo
sbèerla / sberlòt = scappellotto, colpo dato, per lo più sul capo, con la mano aperta
s'ciàfa / s'ciafòon = schiaffo, più o meno forte, dato a mano aperta sul viso
scüfiòt = scappellotto (amichevole!) dato sul capo
Nella magnifica foto di Ernesto Fazioli, fotografo in Cremona, bambini in piazza Duomo
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commenti
Luciano Ferragni
30 giugno 2023 16:16
In effetti, in tante situazioni, il dialetto è molto più espressivo e rende migliore la comprensione e la descrizione del fatto o dell'azione...Mi capita infatti, a volte, di ricorrere al dialetto x far capire qualcosa di cui non riesco a trovare un altrettanto significativo termine in italiano....Peccato che i giovani ormai non lo conoscano più....
Carolina Manfredini
2 luglio 2023 10:54
Bellissimo articolo.
michele de crecchio
4 luglio 2023 21:13
Aggiungerei "tìiga" che credo si usi nel caso di botte somministrate in diversi modi, ma tutti caratterizzati da particolare durezza.
Augusto Antonioli
5 luglio 2023 14:28
Si, la"Tìiga", forse più in senso passivo (detta anche per lo spicchio d'aglio), mi sembra manchi il "Papèen", simile alla sberla: "Te mòli 'n papèen". Ho sentito anche un "Reteciàada" intendendo dei "Querciòon" in serie.