L'epopea del bar Giardino. Emilio Rancati, uomo di grande fascino, ospitò anche il Principe Umberto di Savoia e Greta Garbo. Il figlio Gino fu un grande giornalista esperto di automobilismo
In fondo a via Guarneri, proprio all'angolo con Piazza Roma, sulla facciata dei locali dove c'era la Banca del Monte , campeggia una targa dedicata a Gino Rancati. Grande giornalista, prima alla "Stampa", poi al "Giorno", quindi alla Rai TV di Torino e Milano, il cremonese è divenuto il più importante giornalista italiano esperto del mondo automobilistico. Era noto a tutti come "Il Lancista" per la sua totale predilezione verso questa Casa automobilistica.
Amico di Enzo Ferrari, è stato anche il suo biografo ufficiale con due libri dedicati al grande di Maranello: "Enzo,Lui" e "Enzo, l'unico". A lui ricorrevano spesso , per pareri tecnici, anche De Tomaso, Pininfarina e Gianni Agnelli del quale era anche consulente. Per questo la città di Cremona (CAVEC e Comune) ha deciso di mostrargli riconoscenza con questa targa.
Tuttavia ci si chiederà: perchè la targa è stata posta proprio in quel punto della città? Chiariamo allora il mistero. In quei locali, ora sfitti , prima ancora che ci fosse la Banca del Monte, c'era la sede del Bar Giardino di proprietà della famiglia di Gino e, soprattutto, del padre Emilio, il grande Patron, una vera istituzione per i cremonesi.
Emilio Rancati, con il suo Bar Giardino, è stato il protagonista del centro cittadino, con quel locale che era diventato, negli anni, una vera istituzione e il fulcro della mondanità cremonese. All'ora dell'aperitivo e nei giorni festivi la gente faceva a gara per accaparrarsi uno delle decine di tavolini che costeggiavano i Giardini Pubblici, dalla fine di via Guarneri fino quasi all'USC. Intere famiglie ,sedute intorno ai tavolini, gustavano le delizie che Emilio preparava. Tutte le specialità di cucina (compresa la sua polenta pasticciata), gelati, "aperitivi Rancati", tutto andava a ruba. Per trent'anni è stato il grande chef che veniva richiesto anche in altre sedi per allestire memorabili pranzi e banchetti. Insomma, era il vero gourmet di Cremona.
Al Bar Giardino, nei pomeriggi di festa, su un piccolo palco, si esibivano anche cantanti di un certo livello. Da ricordare il successo che ebbe l'allora famosa orchestra di Bruno Quirinetta.
Ma le "avventure"di questo gourmet, dai capelli brizzolati e dai gesti misurati da gentleman inglese, non finiscono qui. Un giorno si sparse la voce che sarebbe venuto in visita a Cremona il Principe Umberto di Savoia. La notizia fu confermata e indovinate a chi vennero affidati gli onori gastronomici? Naturalmente a lui e così fu proprio Emilio a servire la colazione al Savoia a bordo di un battello sul Po, mentre un'orchestrina suonava per il Principe.
Ma Rancati voleva di più. Un giorno aprì un suo chalet situato subito dopo il ponte sul Po dove si sbizzarriva a preparare le sue specialità. Ancora oggi c'è chi ricorda le lunghe code di auto che stazionavano davanti all'ingresso dello chalet pur di gustare la famosa gastronomia di Rancati.
Ai primi di settembre del '47 a un tavolino del bar Giardino, sola, con il suo autista-guardia del corpo di colore in divisa in piedi vicino a lei, stava seduta persino Greta Garbo, la Divina così chiamata per il suo fascino misterioso Era proprio lei, la star di Hollywood, quella di Gran Hotel, e di Anna Karenina. Vestita di scuro, occhiali scuri. Il macchinone americano era parcheggiato quasi all'angolo di via Solferino, verso corso Matteotti. La divina probabilmente arrivava dall'amata Costa Azzurra e stava rientrando al nord Europa. Davanti a lei un bicchiere. Non si sa cosa avesse bevuto ma è probabile un whisky, magari pronunciando al cameriere quella frase che nel 1930 la rese famosa recitando per la prima volta in un film sono “Anna Christie” con quella scena indimenticabile in cui pronuncia la sua prima battuta: “Dammi un whisky, con ginger ale a parte, e non essere tirchio, tesoro”.
A questo punto ritengo giusto che il grande "Patron" meriti un piccolo test suggestivo rivolto, naturalmente, a chi di anni ne ha parecchi. Provate a ordinare ad alta voce "Un Rancati!". Come per incanto vedrete apparire quel signore vostro vicino di tavolo al Bar Giardino, che da anni non incontravate più, o la signora che vi piaceva tanto o l'ingegnere col quale giocavate a carte sorseggiando un "Rancati". A quel punto vi apparirà anche un signore indaffarato a prepare specialità gastronomiche mescolate a tanta simpatia. Un uomo positivo e solenne come un brizzolato gentleman inglese: il vostro caro, vecchio amico Emilio Rancati.
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commenti
Daniela Polenghi
8 settembre 2023 21:04
Mio nonno, Giacomo Munaro, era molto amico di Emilio Rancati. Ero piccolissima, ma ricordo la festa di andare al Bar Giardino
Marco Tanzi
9 settembre 2023 08:42
Quando Gino (che l'11 giugno avrebbe compiuto 100 anni) tornava a Cremona, era sempre ospite a casa mia, in via Bertesi. Passava ore a raccontare le storie del Bar Giardino e dei personaggi che lo animavano e a me, prima bambino poi ragazzo, si imprimevano nella memoria, anche perché molte di quelle persone le conoscevo. Si rideva tanto e io immaginavo un'altra Cremona, diversa da quella in cui ho vissuto. Passo sempre, al cimitero, davanti alla tomba dei Rancati, e mi fermo sempre un minuto a ricordare.
ennio serventi
11 settembre 2023 08:04
ricordo bene il bar Giardino quando era nella sua storica sede di via Guarneri ma anche quando si spostò di qualche metro più avanti e la galleria Passaggio ai Giardini ancora non c'era. IL nuovo arredamento l'aveva curato l' architetto ...(proprio adesso mi sfugge il nome) e venne costruito da Baroggi e Brambilla costruttori di arredi in via del Cistello, al piano terreno della dismessa filanda Bertarelli. Costrurono anche l'arredamento del negozio "Arbiter" quello che vendeva abbigliamento dal taglio inglese all'angolo di via Monterdi. A occhio saranno stati la metà degli anni cinquanta del secolo scorso
ennio serventi
11 settembre 2023 08:14
Alla anziana signora Rancati, che sempre sedeva alla cassa, le decorazioni del nuovo locale non piacevano. Raffiguravano tre ragazze egizie con l'appena ombreggiato seno nudo. LE guardava e scuoteva il capo dicendo sconsolata: non è più il bar Giardino!