1 marzo 2025

Trump, i dazi e la Dottrina Monroe

James Monroe fu il 5° presidente degli USA, oltre che ricco proprietario terriero e diplomatico fu anche eroe della Guerra di Indipendenza americana.

Fu eletto due volte alla massima carica nel partito democratico-repubblicano (eh si, c'è stato perfino un periodo in cui stavano tutti assieme) in un epoca di grande serenità politica: le lotte per l'indipendenza dalla Gran Bretagna erano passate e quelle intestine tra Nordisti e Sudisti erano lungi da venire.

Ecco che in questo clima idilliaco per la “beata soletudo” raggiunta dagli USA al nostro Monroe parve piuttosto normale enunciare pubblicamente e formalmente una linea di politica estera isolazionista.

Era il 1823 e quella enunciazione passò alla Storia come Dottrina Monroe: in sostanza gli USA rigettavano ogni politica colonialista verso altre nazioni e continenti, e avrebbero considerato come atto ostile ogni interferenza europea con le Americhe. Si dichiaravano peraltro totalmente neutrali nei confronti di qualsiasi conflitto europeo.

Questa Dottrina è stata de facto lo schema della politica estera americana per secoli. Alcuni storici la dichiarano finita con la Prima Guerra Mondiale, quando gli USA mandarono a combattere contro la Prussia di Guglielmone in Europa alcuni soldati, tra i quali anche quel Ernest Hemingway che proprio qui in Lombardia scrisse il suo Addio alle armi durante il ricovero in ospedale.

Secondo altri storici invece la Dottrina Monroe non ha mai smesso di produrre effetti, tanto è vero che F.D. Roosevelt dovette attendere l’ ignobile attacco giapponese di Pearl Harbour per poter entrare nella Seconda Guerra mondiale, giacché l'opinione pubblica americana era decisamente contraria ad invischiarsi nelle faccende dei litgiosi europei, e men che meno interessata a veder morire i propri giovani per chi un tempo li aveva colonizzati.

Per quanto poi dopo il 1945 gli USA siano divenuti assieme all URSS i principali attori della politica internazionale, lo hanno sempre fatto con malcelato fastidio, prevalenza commerciale, poca visione di insieme  e una certa irruente frettolosità non priva di violenza che ha spesso prodotto dei veri e propri disastri: l'elenco è ahinoi piuttosto lungo e va dal Sudamerica al Vietnam passando per tutto il Medioriente e ovviamente anche attraverso l Europa.

Insomma gli Americani la politica estera è sempre indigesta, la fanno controvoglia e quasi sempre solo con l'idea di fare affari e portare la Democrazia laddove non c'è.

In questo senso le scelte di Trump, che lasciano esterrefatti i nostri tanti (troppi) commentatori televisivi piuttosto bolliti, sono in realtà quanto di più americano ci possa essere.

La scelta dei dazi, che in realtà non ha il senso di fischiare guerra al mondo ma di riportare la produzione industriale all'interno degli USA per ridare lavoro e benessere a porzioni enormi degli Stati ex industriali americani che sono da anni in depressione mentre chi ha fatto soldi sono soltanto i finanzieri della East Coast e gli Informatici del profondo West. 

E così del resto sono chiarissime le posizioni sulle guerre internazionali: dalla Ucraina fino a Gaza non è la voglia di pace ma l'idea di levarsi alla svelta da questioni non americane e lasciar gli altri, europei in primis, a gestirsi da soli i propri guai, avendo come unico obiettivo estero il Pacifico e la Cina, che è oggi l'unico vero competitor degli USA.

La Dottrina Monroe è tornata, o forse un realtà non se ne era mai andata via.

Nella foto l'Official 2025 inaugural portrait of Donald Trump by Daniel Torok

(La foto del professor Martelli è di Daniele Mascolo)

Sovrintendente agli Archivi del Comune di Milano

Docente di archivistica all'Università degli studi di Milano 

Francesco Martelli


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti


Pierpa

1 marzo 2025 19:50

""... rigettavano ogni politica colonialista.." . Che non fosse la loro.

Martelli

1 marzo 2025 21:22

Eh ci sarebbe parecchio da obiettare in effetti

Stefano

2 marzo 2025 13:23

Quello che ha fatto ora contro il mondo libero, contro gli oppressi, gli aggrediti, è indicibile, anzi vergognoso. Se questa è l'americanita' vera ,che lascia soli gli aggrediti per tutelare gli aggressori, i veri dittatori, non rimane che augurarsi un miracolo che consenta agli americani di mandarlo rapidamente in vacanza.

Chemist

2 marzo 2025 17:46

Condivido, gli Stati Uniti si sono sempre comportati così in politica estera, Trump è brutale, ma non ha filtri ipocriti... Per quanto riguarda i dazi sa perfettamente che l'Europa è divisa e la risposta sarà debole, il venticinque per cento di tassa a noi, il dieci per cento alla Cina...

Carlo

3 marzo 2025 12:47

Non faccio commenti , osservo e basta.
Studiamo( come in questo articolo) poi parliamo.