5 dicembre 2025

Il gioco del campanellino di Santa Lucia

Il primo rituale giocoso del calendario che presentiamo ci rimanda alla dolcissima festa domestica della vigilia di santa Lucia. In tale occcasione, i "ministri del rito", i protagonisti 'celati e nascosti' erano e sono sicuramente i genitori. Ma gli adolescenti d'un tempo svolgevano quell'azione «paraliturgica» delicata consistente nel dare un tocco di sacralità all'evento, attraverso il suonouono diffuso del campanello, al pari dei chierichetti in chiesa, volendo simulare qui l'arrivo tintinnante della santa e del suo asinello con il carretto carico di regali.

Il suono del campanello, tipico «gioco del calendario» d'infanzia, accompagnava tutta la particolare atmosfera ludica che veniva animata con l'arrivo dei doni, in un'atmosfera di capodanno o di carnevale anticipato che continuava anche nei giorni seguenti da parte dei bambini. Da parte dei ragazzi e dei giovanotti  l'eccitazione si limitava invece solo a quella sera, quella della vigilia, chiamata la séera di sifuléen, per il baccano dei fischietti ed altri strumenti sonori usati per l'occasione. La serata veniva pure 'condita' con scherzi anche pesanti nei confronti soprattutto delle ragazze, con lancio di borotalco o spruzzate d'acqua con le pistole di plastica. (Ricordo personale dei «saturnali vissuti sotto la Galleria XXV Aprile, di Cremona, all'inizio degli anni Sessanta del secolo scorso).

Il mondo, seppur per poche ore, veniva rovesciato. E a dettare i ritmi del giorno dopo erano, nelle loro case e a scuola, i bambini ed i loro giochi. Ce lo rammentano alcuni versi di Alfredo Carubelli nella composizione dal titolo Santa Lüsìa d'àalter tèemp, 'Santa Lucia d'altri tempi', pubblicata nel 1970 sul libro Stòorie e ritràt.

El trèdes de dicèember, in töte le cuntràade,

trumbéte e sifuléen te sèentet a sunàa;

regàs che fà la guèra, en gràn cincél de spaade,

de s'ciòp e rivultéle 'l è töt en gràn sparàa.

Il tredici di dicembre, in tutte le contrade,

trombette e fischietti tu senti suonare;

ragazzi che fanno la guerra, un gran baccano di spade

e di fucili e rivoltelle è tutto un gran sparare.

Agostino Melega


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