11 gennaio 2025

Quei "Giri d'Italia" con i tappi corona (quercéi) sulle strade, sui sagrati o sulle spiagge del Po

È una storia, però, che si può raccontare subito, prendendo lo spunto da quanto avveniva un tempo, non solo usando le biglie ma anche i coperchietti delle bibite, i tappi o quercéi. Famosi sono rimasti nella memoria collettiva i 'tappi corona' delle bottiglie di vetro, tappi che venivano appesantiti col sughero, o in modo più significativo cun la mòolta e cun riparéle de fèr (con il fango e con piccole guarnizioni di ferro). A Crema questi tappi da gioco venivano chiamati cesire.

Vinceva chi riusciva a superare la linea di traguardo della pista disegnata su un fondo solido, in angoli marginali delle strade o dei cortili, sui sagrati delle chiese o in vicinanza di cantieri dove si poteva approfittare della presenza di sabbia, che veniva bagnata per indurirla. In estate, poi, sugli spiaggioni del Po ci si poteva sfogare a tutto spiano. Ovviamente, il tappo lanciato col pizzicotto di rito non doveva mai uscire dal percorso tracciato. Pena il ritorno alla linea di partenza o con un turno di sospensione dal gioco.

Ai tappi veniva assegnato, prevalentemente, il nome di un campione del ciclismo e le piste diventavano dei veri "Giri d'Italia" in miniatura. Tant'è che apparvero, negli anni '60 del secolo scorso, sulla base di questa associazione dell'immaginario infantile, le palline di plastica riportanti, al loro interno, le figure dei vari campioni: Massignan, Nencini, Gaul, Bobet, Tacconi, Gimondi, ecc.

Queste palline fecero concorrenza ai 'tappi a corona', ma non riuscirono a debellarli totalmente.

Ricordo molto bene la passione dei miei figli, ancora negli anni '80, nel cercare in ogni dove i coperchietti delle bibite, dai colori e dalle frange più diversi. Al posto di tasche e sacchetti pieni di biglie della mia generazione, si era passati, nelle tasche dei bambini dell'età dei miei figli, ad avere una riserva rilevante di quercéi a costante disposizione.

Invece, venendo ai nipoti, è stato bello riproporre il gioco delle palline di plastica, al cui interno non sono più presenti i campioni del ciclismo, ma i fuoriclasse della formula uno. Il gioco della fantasia, però, è rimasto inalterato: il percorso da effettuare, ogni giorno delle vacanze, sulle piste costruite sulla spiaggia del mare, non era proprio cambiato.

Era sempre quello del «Giro d'Italia». Per tornare ai tappi di metallo di bibita, devo immaginare che sia sempre sperimentabile il loro utilizzo. Uno di questi giorni lo farò.

Agostino Melega


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