Chi era questo Lauro Rossi che ha voluto ritirarsi a Cremona?
Per anni, passando in via Mercatello, mi è capitato di notare una elegante lapide che ricorda come “Lauro Rossi, ospite dell’inclita Cremona, in questa casa uscì di vita sopravvivendo immortale nelle opere sue”; ogni volta mi sono ripromesso di cercare informazioni che mi permettessero di conoscere la vita e le opere di questo personaggio ricordato in una via del centro città, ma la ricerca continuava a passare in coda rispetto ad altri impegni. Poi è accaduto, in una recente mattinata particolarmente uggiosa, di trovare la fotografia che avevo scattato alla lapide: così ho voluto saperne di più.
Ho trovato subito le tracce di un compositore dell’ottocento nato poco più di 200 anni fa, il 20 febbraio 1810, a Macerata, città che gli ha dedicato il Teatro Comunale.
E’ stato prevalentemente compositore operistico, il suo catalogo conta ben 28 opere tutte eseguite nei più grandi teatri a partire dalla Scala di Milano, e alcune Messe e Cantate fra cui due elegie per Vincenzo Bellini e Mercadante al quale succedette dal 1871 al 1878 nella direzione del Conservatorio di Napoli: era già stato direttore per ben 21 anni del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano e dal suo insegnamento è uscito il nostro Ponchielli. Compositore dotato di una felice vena melodica, è
riuscito specialmente col genere buffo nel quale è stato considerato il vero successore di Donizetti; nelle sue partiture fu molto attento alla “Voce umana” e al proposito scrisse che “affinché alla divina arte de’ suoni venga conservato il miglior pregio, cioè il cuore, l’affetto, la commozione, fa d’uopo che la parte melodica cantante sia il primo pensiero del compositore”. Maurizio Nichetti, chiamato alcuni anni or sono alla regia di un’opera buffa per il teatro Pergolesi di Jesi, scelse “Il Domino Nero”, opera in tre atti di Lauro Rossi. Alla domanda di un giornalista sul perché della scelta, ha affermato di essersi documentato, scoprendo che sulla vita del Rossi bisognerebbe fare un film: “Si è trattato di un personaggio fantastico con temperamento impulsivo e avventuroso, che ha incontrato successo e traversie in Italia, Messico, India, Cuba, New Orleans”.
La scelta dell’opera è stata dettata anche dalla voglia di mettere in scena una composizione, dimenticata in quanto “opera buffa”: “Ho preso Lauro Rossi come simbolo dell’ironia”. In effetti il compositore ha avuto una vita particolarmente movimentata, con molti spostamenti giovanili in Italia e nel mondo per portare nei vari teatri la sua musica, e da disgrazie familiari segnate dalla morte precoce dei due genitori e delle prime due mogli: la terza moglie, sposata nel 1864, è stata la cantante Matilde Ballarini di Casalmaggiore. Questo susseguirsi di vicende familiari, anziché creargli la fama di uomo sventurato, gli ha procurato quella di “dongiovanni”, tanto che Tranquillo Cremona lo ha disegnato con una caricatura di “beato fra le donne”.
Nel 1882, stanco e in cattiva salute, si è ritirato a vivere a Cremona, città dove vivevano i parenti della moglie, nella bella casa del centro dove è stata posata nel 1890, dalla banda municipale dei filarmonici maceratesi, la lapide che gli rende omaggio. In questa stessa casa Lauro Rossi è morto alle 12,35 del 5 maggio 1885, ricevendo solenni onoranze funebri il giorno successivo; leggiamo sul giornale “Interessi cremonesi” del 6 maggio: ”Questa la trista novella che ripercossa dal telegrafo in Italia e fuori, destò generale e profondo cordoglio, poiché in ogni paese civile, dove l’Arte ha culto, lo spegnersi di uno dei suoi eccelsi sacerdoti, è sentitissima iattura. La storia conquistò già il nome di Lauro Rossi, così da rendere superfetazione ogni elogio. La vita laboriosissima di Lui, travagliata da continue vicende, nelle quali il carattere e il genio suo traevano sempre forza maggiore per rifulgere, impongono alla retorica di restare silenziosa sulla sua tomba”.
”Il solenne trasporto della salma, dalla casa di via Mercatello alla Cattedrale, e da questa al Cimitero, avrà luogo oggi Mercoledì alle ore 5 pomeridiane, coll’intervento del R. Prefetto, del Sindaco, della Giunta, Rappresentanze di Sodalizi, del Corpo Orchestrale, Corale, Musica Cittadina, ecc.”
Il testo della lapide riassume i momenti fondamentali della carriera del compositore: “Succeduto al Mercadante, tenne magistero di musica in Napoli e in Milano e ne meritò premio la gloria dell’arte. Gli fu patria Macerata ove sua sepoltura volle”.
Ora credo che qualche altro cremonese, oltre a me, non fosse a conoscenza che Cremona sia stata onorata dalla presenza, in età matura e dopo una carriera di altissimo livello, del grande compositore che decise di ritirarsi nella nostra città per gli ultimi anni di vita.
Per questo ho ritenuto opportuno, in coincidenza con il 200° anniversario dalla sua nascita, fare spazio nel mio “baule” a questo personaggio che, pochi anni dopo la morte è stato ricordato con una Fantasia per orchestra del compositore siciliano Francesco Paolo Frontini, eseguita in prima assoluta nella nostra città, dal titolo: ”Omaggio a Lauro Rossi”: forse i cremonesi di allora, rendendogli un così forte omaggio, avevano piena coscienza di Cremona come “città della musica”, ruolo naturalmente e universalmente riconosciuto sia per la sua storia che per i suoi artisti, ben al di là delle formule inventate a tavolino.
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commenti
Pietro Rizzo
12 gennaio 2023 19:43
avete registrazioni di ”Omaggio a Lauro Rossi” Fantasia per orchestra ?
mi farebbe piacere inserirla nel canale https://www.youtube.com/@frontini1860
grazie
http://frontini.altervista.org/index.htm