19 luglio 2022

La settimana enigmistica: matita, gomma e ... pazienza

Esce ancora regolarmente ogni settimana questa rivista dedicata all’enigmistica e negli anni non ha avuto bisogno di modificare graficamente il suo aspetto, contando sulla qualità dei giochi che sanno appassionare migliaia di lettori e mantenerli fedeli; nel tempo ha sempre potuto fregiarsi di una pubblicità legata al crescente numero di imitazioni che l’hanno confermata prima nella fondazione e unica nella resistenza di favore degli appassionati. Ma il mio ricordo della “Settimana Enigmistica” va indietro nel tempo ed è legato a persone che le erano fedeli; mia madre passava ore ed ore a risolvere i cruciverba, dicendo che questo passatempo le nutriva il cervello e teneva desta la sua attenzione: in effetti qualche anno prima dei novanta si cimentava ancora in questi giochi, armata di matita e gomma per cancellare gli errori, con a fianco il dizionario Garzanti per il controllo della corretta scrittura di alcuni vocaboli. 

Un’altra persona appassionata della “Settimana” era, nei miei ricordi, don Dante Caifa. 

Quante volte in casa sua si poteva osservare bene in vista, magari mischiato a partiture musicali sparse sul tavolo, il tradizionale armamentario degli enigmisti, compresa la novità della matita con la gomma per cancellare inserita dal lato opposto della punta. 

Il momento cruciale per gli appassionati arrivava con il cruciverba senza schema, il gioco posto in fondo al giornale quasi ad indicare che ci si arriva solo dopo avere affrontato gli altri ritenuti più facili in una specie di percorso di riscaldamento. 

Di frequente il sacerdote, dopo la recita delle Lodi e la Messa dei Canonici in Duomo, usciva dalla porta che sbocca in via Diaz per recarsi da Gusberti, nel negozio all’angolo di vicolo del Cigno, altro fedele e appassionato lettore della rivista di giochi. 

Tutti nel quartiere conoscevamo il signor Gusberti, un personaggio dal sorriso sornione, uomo molto disponibile, pronto ad accontentare con fare bonario le piccole esigenze delle tante persone anziane che andavano da lui per un particolare laccio delle scarpe o per acquistare pantofole o ciabatte che risultassero comode per piedi martoriati da calli o deformazioni. Lui, abituato alla pazienza in una famiglia di sole donne, a forza di cercare il maschio era riuscito ad avere sette femmine prima di rinunciare all’erede del suo cognome, cercava di accontentare tutti i suoi clienti con una specie particolare di rozza e confidenziale amabilità. Il suo passatempo nei momenti morti del negozio era appunto l’enigmistica e, come tutti, cercava di risolvere il cruciverba senza schema; giorno dopo giorno avveniva la reciproca verifica con don Dante, per individuare gli eventuali errori che bloccassero la continuazione del gioco. 

Sono ricordi d’altri tempi, tempi nei quali la fretta e la frenesia non si erano ancora impossessate della nostra vita: rimane solo un po’ di malinconia. 

Giorgio Bonali


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