9 gennaio 2023

Nostalgia delle "Paste Torroncine" di Casimiro Arcari a Casalbuttano

Ci sono specialità che si tramandano, altre che scompaiono, altre ancora che restano nei ricordi della gente. Ne abbiamo avuto conferma a Santa Lucia quando ci siamo occupati dei pasticcini "Soncino" (leggi qui). Ma è il caso anche delle famose "Paste Torroncine di Arcari Casimiro", una specialità di Casalbuttano. Ne ha scritto la professoressa Lucia Zani nel suo libro "Passato remoto...ma non troppo" edito nel 2010. Un racconto bellissimo datato 2005 quando arrivò la notizia della chiusura a Casalbuttano della Pasticceria Arcari. "Alla pasticceria Arcari sono legati tanti ricordi della mia fanciullezza e prima gioventù - ha scritto l'indimenticata Lucia - Un locale, si noti, al riparo dal traffico, nella quasi nascosta via Roma, contrassegnato da una caratteristica insegna ad arco, come non se ne vedono più. Quando si andava a Casalbuttano, prima o poi si arrivava da Casimiro. Casimiro Arcari a me appariva allora come un vecchietto, perchè magro e sdentato, ma estremamente gentile e complimentoso. Era stato il fondatore del Caffè Sport nel 1890, dopo essere stato apprendista alla Confetteria Cova di via Montenapoleone a Milano. Faceva il pasticcere, coadiuvato dalla moglie Marietta (assai più abbondante di forme) e poi dal figlio Divo con la sposa Olga. Il locale di Casimiro era celebre per almeno due specialità: le paste torroncine e il gelato di panna..."

Il gelato di Casimiro, Lucia Zani lo descrive così: "Le prime sensazioni piacevoli che produceva erano visive: aveva la forma della mezzaluna o di una fetta di limone, adagiata su un fianco, bella, compatta e pastosa, su di un piattino da frutta; colore avorio intenso...Al primo assaggio scoprivi tutti gli aromi del latte appena munto e della panna...E scendeva nella gola come un balsamo, ricco di profumi...Un gelato di panna come quello di CAsimiro vi assicuro di non averlo mai più degustato, se non là, sl Caffè Sport, anche in tempo di guerra, anche in epoca più tarda, quando Casimiro e la signora Marietta non c'erano più, sostituiti dal figlio Divo e da Olga".

Poi Lucia racconta del dolce prelibato: le paste torroncine. "Avevano la forma di serpentelli, la consistenza friabile delle meringhe (non, quindi la durezza del torrone) e un sapore misto di mandorle, zucchero e un non so di profumato (forse liquore, rosolio?) che le rendeva inimitabili". La professoressa Zani aggiunge che se alla ditta Arcari avessero avuto un po' di imprenditorialità in più la pasta torroncina poteva essere una rivale vincente sullo stesso Amaretto di Saronno.

"Come mai se n'è persa la ricetta? Ricordo ancora che per parecchi anni veniva diversamente utilizzata in casa mia una scatola rettangolare di latta stampata, di colore giallo, con la magica scritta in corsivo: Paste Torroncine di Arcari Casimiro. - scrive ancora la professoressa Zani - Forse nel nostro solaio, cercando con cura, la rtiroverò. La zia Pierina ci teneva i ferri da calza e i gomitoli di cotone..."


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