20 maggio 2025

1933, vicino alle poste arriva il primo semaforo chiamato «Lì lì Fu Ciangh» perché assomigliava all'elmo di un generale cinese

Come gran parte delle città italiane, anche Cremona, negli Anni Trenta, conobbe un notevole sviluppo demografico ed urbanistico, e questo portò ad un sensibile aumento anche del traffico. «Quàant le caròose le 'ndarà sèensa cavài, el móont el sarà pièen de guài», cioè «quando le carrozze cammineranno senza essere tirate dai cavalli, il mondo sarà pieno di guai»: così ammonivano i nostri nonni, ma ormai nessuno credeva più a questo proverbio. Le automobili, sempre più numerose, invadevano il centro cittadino. Così racconta Luciano Dacquati.

Nel 1933, dunque, la civica amministrazione incaricò l'Azienda municipalizzata di mettere in opera il primo semaforo, che fu sistemato al crocicchio tra corso Stradivari e corso Campi, vicino al nuovo palazzo delle poste. Un aggeggio che penzolava appeso a quattro corde (le paline erano ancora di là da venire), che suscitò curiosità, discussioni e qualche ironia, della quale si fece interprete il grande poeta dialettale Alfredo Pernice che scrisse una gustosissima composizione; il semaforo fu battezzato, seduta stante, «Lì lì Fu Ciangh» perché la sua parte superiore richiamava, con un certo sforzo di fantasia, l'elmo di un generale cinese. 

L'èlmo del generaal Li Li Fu Ciangh

i l'aa taccat in mezz al croucivia

de l'àngol de la Posta. E, là, el dà el via

al trànsit. Nouvitàa... pòrta bòon sangh?

La gènt la rìdd. I sourvegliant

da i marciapee, e da la galerìa,

-in guàrdia al bèll andàa de la gran via -

i ferma i caan... le auto, ed i viandant.

Gh'è di moumènt che te se zeela el sangh

...Andàa...restàa? Me quand se gióga a carte.

Perché, da 'l ciaar de luu, non si diparte.

Teutti i dipènd da l'èlmo de Fu Ciangh.

Tramm e pedòon, carètt e biciclista,

i guàrda in alt al generaal cinees

che dèrv la ròsta o sàra seu la zees,

sènza riguard per i automoubilista.

...El veert el diis: «Vee avanti»... e l'òmm el

Ma l'aranciòon ghe voùsa: «Tourna indree!»

El rouss el te inciòda in seu i dou pee;

e aloura, luu, el sà peu quell che 'l se fà.

...Fermi: fermi!?... Na roda in de la panza

 la manda in tèrra veun a rigoulòon.

L'òmm..., che l'è da la part de la resòon,

i te la mèena vìa coun l'amboulanza.

..........................

E po i ghe sgnàcca la contravvenziòòn...

Che significa:

L'elmo del generale Lì Lì fu Ciangh

lo hanno attaccato in mezzo al crocevia

dell'angolo della Posta. E là, dà il «via>>

al traffico. La novità... porta buon umore?

    La gente ride. I vigili

dai marciapiedi e dalla galleria

- sorvegliando l'andirivieni della grande strada

fermano i cani, le auto e i pedoni.

Ci sono dei momenti in cui si gela il sangue.

Andare? Restare? Come quando si gioca a carte

Perché, dai suoi colori non si può prescindere.

Tutto dipende dall'elmo di Fu Ciangh.

Tram e pedoni, carretti e ciclisti,

guardano in alto al generale cinese

che apre il passaggio o chiude la siepe,

senza riguardo per gli automobilisti.

... Il verde dice: «Vieni avanti», e l'uomo va.

Ma l'arancione gli grida: «Torna indietro!».

Il rosso lo inchioda sui due piedi:

e allora non sa più cosa fare.

... Fermi: fermi? Una ruota nella pancia

manda in terra un tale, a ruzzoloni.

L'uomo, che è dalla parte della ragione,

lo portano via con l'ambulanza.

.................................

E poi gli attaccano la multa.

Ecco il primo semaforo due anni dopo la sua collocazione (foto Ernesto Fazioli)


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commenti


Michele de Crecchio

26 luglio 2025 22:38

Decisamente singolare la singolare curva che i binari del tram dovevano percorrere per muoversi da quello che, allora, si chiamava corso Stradivari (oggi corso Cavour), verso corso Campi (e viceversa). Tale difficoltà di movimento si conservò, ovviamente, anche quando i vecchi tram furono sostituiti dai filobus, costringendo i relativi autisti a faticose manovre con i grandi "volanti" dei quali i nuovi mezzi pubblici erano dotati.
Era ormai dall'inizio del novecento che l'ufficio tecnico comunale imponeva, nel caso di nuove costruzioni o di radicali ristrutturazioni di edifici posti all'angolo tra i corsi cittadini e le vie anche minori agli stessi concorrenti, un significativo arretramento delle relative facciate che, a tale scopo, venivano caratteristicamente realizzate "in curva"! Per avere conferma di tale prassi, forse anche derivante da disposizioni regolamentari, basta osservare come erano state, pochi anni prima, realizzate le facciate dei nuovi edifici sorti all'angolo tra il corso Campi e le vie Anguissola e Guarneri.
Non è improbabile che tale singolare eccezione sia stata determinata dal desiderio dei potenti politici cremonesi di allora di non mortificare troppo le aspettative economico-speculative dell'ente romano che aveva commissionato un'opera imponente come la "Galleria", un'opera che buona parte dell'opinione pubblica cremonese riteneva da tempo opportuno realizzare, ad imitazione di quanto già, decenni prima, era avvenuto in piazza Duomo a Milano.