Così, cento anni fa, era la piazza del Comune prima delle demolizioni del quartiere a nord del Duomo
Una vecchia immagine della piazza del Comune di Cremona risalente circa a un secolo fa. Pensate che già negli Statuti del 1349 la piazza maggiore era già denominata "Platea Comunis Cremonae". Per secoli fu anche il centro commerciale cittadino con i banchi di vendita che avevano posti ben delimitati: i "fruttaroli" avevano l'area tra Torrazzo e ingresso della Cattedrale, "I Formaggiari" verso il Battistero e i "Limonari" verso il Battistero ovviamente con il mercato dei bozzoli alla stagione.
Guardando la vecchia cartolina si può vedere come sulla piazza esistesse ancora l'antico quartiere posto a nord della Cattedrale, demolito per lasciare spazio al nuovo palazzo degli Agricoltori, la prima delle grandi demolizioni volute dal regime fascista che aveva affidato all'ingegner Nino Mori il compito di farsi interprete della nuova grandeur farinacciana. Inaugurando nel 1929 la prima importante realizzazione il fascismo poteva insediarsi nel cuore stesso della città: una presa di possesso dal forte con tenuto simbolico e dalle pesanti conseguenze sul piano urbanistico prima e sociale poi, che avrebbe modificato in modo irreversibile il volto stesso della città. Ci erano voluti alcuni anni, per sistemare le cose dopo quell'ottobre del 1922. Anni spesi a mettere in atto la nuova normalizzazione. Ora era giunto il momento di imporsi anche visivamente alla città, collocando nel centro della città la sede di quell'associazione che più di tutte aveva pagato le prime lotte contadine e che ora aveva necessità di ritrovare, all'ombra della Cattedrale e del Palazzo Comunale, sicurezza sociale e potere politico. Ma giocava anche a favore di questa trasformazione il desiderio degli amministratori di intervenire demolendo quegli edifici di scarso valore economico sostituendoli con altri maggiormente qualificati. In questo senso si sarebbe chiuso il quarto lato della piazza con un edificio "dignitoso" che non sfigurasse nel contesto monumentale. I risultati, come possiamo osservare confrontando la fotografia della piazza prima dell'intervento e la situazione attuale, sono stati da questo punto di vista sicuramente deludenti se non peggiorativi.
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commenti
MIchele de Crecchio
9 gennaio 2025 16:49
Mi si consenta di aggiungere a quanto di variato (rispetto allo stato della piazza del Comune, così come fotografato all'inizio del secolo scorso) è già facilmente rilevabile dalla bella e rara immagine, una informazione particolare che mi fu fornita molti anni or sono dal compianto prof. Alfredo Puerari.
Nella pavimentazione della piazza gli spazi interposti tra le grandi lastre di granito bianco erano allora realizzati con ciottoli di fiume dalle dimensioni particolarmente ridotte. Infatti, invece di essere grandi all'incirca come pugni, come siamo oggi abituati a vederli nelle più preziose strade del centro storico cittadino, tali ciottoli erano poco più grandi di uova di gallina! Tale tipo raffinato di pavimentazione era impiegato nell'intento di agevolare al massimo la frequentazione pedonale della piazza. Oggi, al posto di tali ciottolini, si preferisce, per praticità e rapidità di posa, utilizzare i cubetti di porfido (spesso, impropriamente, definiti "sampietrini"). Le raffinate, ma di posa molto più costosa, pavimentazioni realizzate con ciottolini-confetto, sono ormai rarissime, praticamente ammirabili solo all'interno di pochi cortili o di giardini storici ben conservati, e, generalmente, sostituite da ghiaia di fiume.
Baldrighi Marco Vincenzo
10 gennaio 2025 13:59
da nipote del socio in progettazione dell'Ing. Mori dissento sul giudizio negativo per la riqualificazione urbanistica della citata area. I commenti "ideologici" lasciano sempre il tempo che trovano.
Paola
11 gennaio 2025 20:45
È indubbio che l'era farinacci ha aperto delle ferite sul contesto urbano non più rimediabili
Manuel
21 gennaio 2025 22:03
Va bene il tuo giudizio positivo sull’opera del Mori e del tuo avo, ma come fai a riconoscere un commento ideologico da uno non ideologico?
Conosci chi ha scritto il pezzo in redazione? Sai che tutta la redazione è ideologizzata?
Altrimenti fa i nomi di personalità ferrate, le quali possono sicuramente esprimere un’opinione non ideologica: sono proprio curioso.