24 aprile 2025

Le demolizioni sulle vie Monteverdi-Ala Ponzone per farne la sede del "Regime Fascista" (oggi il Consorzio Agrario)

Ecco nelle foto di Ernesto Fazioli la demolizione dell'isolato tra le vie Ala Ponzone e Monteverdi per costruire la sede del giornale Regime Fascista, oggi sede del Consorzio Agrario. Un isolato fatto di case, negozi e botteghe artigiane con alcune strutture pregevoli ad esempio gli archi in via di demolizione, forse i resti di un vecchio orfanotrofio. Via Ponzoni (poi diventata Ala-Ponzone) per i cremonesi è stata a lungo "strada di azèen" perchè nei giorni di mercato i piacentini parcheggivano lì i loro carretti trainati dagli asini, come racconta Ugo Gualazzini nelle sue "Spigolature".

Dalle foto si nota che è già stato realizzato il palazzo dell'Adriatica (1938).

Il nuovo grande immobile è stato progettato dall’ingegner Mori alla fine degli anni Trenta per farne la sede di “Cremona Nuova” editrice del quotidiano “Il Regime Fascista” e degli uffici di Farinacci. La splendida struttura ad archi parabolici del piano terra era stata studiata per ospitare la grande tipografia. L’arco parabolico era infatti considerato il più autarchico fra gli archi in quanto stava in piedi solo con il cemento e con pochissimo ferro.

Nella seconda foto si vede che è stata già realizzata la nuova piazza Marconi (non ancora piantumata) su cui sarà costruito il Palazzo dell'Arte.

Così la rivista "Cremona" nel giugno 1940 descriveva il progetto della sede del giornale "Il Regime Fascista":

"La costruzione del fabbricato ebbe inizio nel mese di settembre dell'anno XVI. Le strutture essenziali delle parti in cemento armato, che compongono il fabbricato stesso, constano di fondazioni in calcestruzzo con sistema a travi rovescie e soprastanti pilastri di spina, con muri esterni in calcestruzzo non armato sino alla quota del piano terreno.

Al disopra di tale quota, e sino alla copertura, l'ossatura armata della costruzione prosegue con una completa serie di pilastri e di travi di ripartizione e di collegamento. Lo studio tecnico del cemento armato è stato particolarmente laborioso per i solai del piano terreno e del primo piano, sopra ai quali sono disposti i diversi servizi e una serie di macchinari dello stabilimento industriale.

Al piano terreno, nella zona dell'ingresso auto-carraio, il solaio è calcolato per un sovraccarico di kg 3000 a mq, mentre il primo piano, e per tutta la sala dove sono poste le linotype il sovraccarico consentito è stato considerato in ragione di kg 1000 a metro quadro.

Il solaio della sala tipografica, che è a sua volta soffitto della sala delle rotative, è composto per una parte da travi portanti, principali e secondarie, della lunghezza di ml 10, irrigidite da solette piene dello spessore di cm 15 e da mensole agli appoggi atte a sopportare il peso degli archi mentre l'altra parte è formata da un massetto in calcestruzzo dello spessore di cm 20, poggiante su terreno di riporto, con interposta una rete di filo ferro per l'eliminazione di eventuali dilatazioni.

La copertura di questa sala è composta da una grossa orditura principale in cemento armato formata da una specie di archi parabolici a tre cerniere dello sviluppo lineare di ml 28 circa, con interposti travi trasversali di collegamento. Fra queste travi, e fra gli arconi, è stato posto in opera un completo ordine di pannelli formato da piastrelle di vetri diffusori armati e che compongono la struttura secondaria utile.

Le murature esterne del fabbricato vennero eseguite col sistema cosiddetto "a camera d'aria" che ai pregi di una ottima afonicità aggiunge quello di un peso minimo nei confronti dei muri pieni, con conseguente notevole diminuzione di carico per tutta la struttura principale armata. Le facciate esterne furono rivestite, fino all'altezza del primo piano, con lastre ed elementi architettonici in "repen", mentre le parti superiori e sino all'imposta del cornicione di gronda il sfasciamento è formato da elementi in argilla agglutinata di origine feldspatica "litoceramica" di colore giallo rosato che accumuna all'assoluta impermeabilità i vantaggi di una notevole resistenza al tempo e di una armoniosa quanto indovinata amalgama di tinta nei confronti dei rivestimenti inferiori.

Le pareti dell'interno del porticato, per tutto il loro sviluppo, sono rivestite in fior di pesco carnico a perfetta lucentezza speculare con riquadri a pavimento e zoccolature in rosso magnaboschi, mentre il campo principale è formato da lastre di Chiampo a tinta chiara. Nell'interno, lo scalone principale d'onore è a forma semicircolare ad andamento elicoidale di geo- metrica quanto armoniosa linea architettonica".

 


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