10 marzo 2025

La carità al cieco, negli anni Venti all'ingresso della Cattedrale

Tempo di Quaresima, tempo di carità. E proprio la carità, s'intitola questa immagine delicatissima e al tempo stesso carica d'umanità di Ernesto Fazioli. La foto risale probabilmente alla fine degli anni Venti. Il cieco sulla porta del duomo è stata una scena consueta per parecchie generazioni di cremonesi, una presenza costante che invitava a ricordarsi del prossimo proprio nel momento in cui si varcava la casa del Signore. Quegli anni furono di grande intensità per lo sviluppo delle opere di carità cristiane e civiche di assistenza. Nel 1916 erano nate le Cucine benefiche, volute da monsignor Cazzani per sostenere i più poveri in tempo di guerra. Poi, l'anno dopo, la casa di Santa Rita che dava assistenza alle ragazze giunte in città dalle campagne in cerca di lavoro ma che non potevano permettersi di stare a pensione. Poi nel 1919 l'opera pia Gualazzini mirante alla creazione, in un palazzo, di una serie di piccoli appartamenti per donne nubili e sole. Nel 1928 nasceva «Rifugio», opera di una suora cremonese, madre Rosa Gozzoli. La sua attività era rivolta alla promozione della riforma morale delle ragazze abbandonate. E poi ancora la fondazione, nello stesso anno, di Casa di nostra Signora, integrazione dell'opera precedente. Un anno floridissimo il 28. Veniva anche fondata l'Opera Pia Carloni, destinata ad inserirsi nella tradizione cremonese di assistenza ai bambini orfani o a quelli poveri. Del 1931 è la creazione dell'Opera Bonomelli, voluta da monsignor Varischi nel centenario della nascita di monsignor Bonomelli. Era destinata all'assistenza diretta dei giovani orfani ed operai (i cosiddetti Artigianelli). L'iniziativa si allargò presto ad altre zone con la caratteristica di ospitare in Italia figli di emigranti andati all'estero per lavoro. E l'Istituto Artigianato Sacra Famiglia di monsignor Torta. Nel 1932 fu la volta dell'Opera pia Bertarelli, amministrata dall'Eca. Questa aveva il compito di erogare, con l'amministrazione dei beni della fondazione, assegni a persone di età superiore ai 65 anni, senza altri sussidi o pensioni. Del 1933 è l'Avis, una tradizionale bandiera dell'associazionismo cremonese. Del 1937 è poi la fondazione dell'Istituto delle Piccole Serve, sorto con lo scopo di assicurare l'assistenza gratuita ai malati poveri portando loro a domicilio medicine ed il conforto di una parola di serenità. Un segno, quello della carità, che non s'interrompe neppure ai giorni nostri, come dimostra la straordinaria realizzazione della Casa dell'Accoglienza in viale Trento e Trieste e il progetto di questa Quaresima di curarla e rilanciarla scelta come opera-segno giubilare della Diocesi.

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