20 giugno 2024

Così nasceva il nuovo quartiere sull'area Lucchini lungo via Mantova. Le vecchie fornaci per mattoni e forati

Si costruisce il nuovo quartiere nell'ex area delle fornaci Lucchini lungo la via Mantova. Le fotografie di Faliva di fine anni Ottanta-primi anni Novanta mostrano il cantiere. Il via libera alla realizazione arrivò dal Comune di Cremona dopo un lungo braccio di ferro con la proprietà. Nel 1975 vennero presentati ben 4 piani di utilizzo. Il Comune scelse, con lo strumento dei PIO (I Piani di inquadramento Operativo), di dirigerne lo sviluppo attraverso la pianificazione a metà degli anni Ottanta. Purtroppo la grande area a verde prevista nel quartiere e lungo la via Mantova non venne mai realizzata. E sono poi recenti le polemiche sul vasto parcheggio di fronte alla casa di cura San Camillo messo recentemente a pagamento dal Comune e quasi costantemente vuoto.

Cinquantamila metri quadrati con casa padronale e 15mila metri quadrati coperti occupati dalle Ceramiche Lucchini o, meglio, dallo "Stabilimento ceramico per la fabbricazione di mattoni comuni a mano e per la lavorazione a macchina di laterizi forati". In passato c'era una fabbrica di vasi di terra e stoviglie. La famiglia Lucchini prelevò la piccola fabbrica e realizzò il grande complesso industriale  era di origini svizzera. Fu Pasquale Lucchini a trasferisi a Cremona nel 1838 e i suoi figli nacquero qui, tra cui Giovanni, il capostipite della famiglia delle fornaci. Pensate che nel periodo di massima espansione la Lucchini aveva tre fornaci Hoffmann con quarantacinque forni per la cottura dei materiali, due trasportatori automatici, due frangizolle e un laminatoio, due filiere a filtro, quattro filiere per laterizi di cui due dotate di distributori automatici di argilla. 100mila erano i telai in legno di diverse misure per l'essicazione dei materiali. Erano presenti 5mila metri di binari decauville. La potenzialità produttiva era di circa 2 milioni di mattoni a mano e di 20mila tonnellate di laterizi forati a macchina. Diverse centinaia erano i lavoratori sopratutto delle zone di porta Venezia e Porta Romana. I suoi mercati erano in Italia, Germani, Inghilterra, Francia, Austria, Belgio e Svizzera. Prime difficoltà nel 1929 anche per pendenze ereditarie, poi nel 1933 sospesione della produzione e nel 1936 cessione dello stabilimento. Poi la finedefinitiva della produzione e la vendita a lotti.

Altre foto con una vecchia stampa dell'area in piena attività e dall'aereo quando da anni era abbandonata. 

 


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