(22) Lombardia regione enologicamente autonoma
“La settimana prossima faremo un piccolo riassunto di questi primi sei mesi di viaggio e ti racconterò, amico mio lettore, amica mia paritaria, perché nonostante la Lombardia sia una regione prevalentemente industriale e produca poco più dell’1% del vino italiano, io la consideri una regione di grande importanza e interesse anche enologico.”
Chiudevo così, sette giorni orsono, il ventunesimo capitolo del nostro viaggio da Cremona alla scoperta del vino. Ed è proprio di questo che voglio parlarti oggi.
La Lombardia ha la particolarità, rispetto ad altre regioni, di avere moltissime microzone che eccellono in una ben precisa tipologia; e se magari sono prodotti in molti casi sconosciuti ai mercati nazionali ed internazionali (proprio per la scarsa produzione dovuto alla piccola dimensione), noi che in Lombardia ci viviamo possiamo affermare con orgoglio che siamo una regione enologicamente autonoma.
Cosa vuol dire? Te lo spiego con un esempio.
Questa sera hai deciso di invitare un po’ di amici a cena a casa tua, e vuoi sorprenderli con un pasto a base di ricette regionali e con una selezione di vini del nostro territorio.
Inizi così con qualche stuzzichino di aperitivo e un buon bicchiere di bollicina, magari metodo classico. In Lombardia troviamo allora due delle zone storicamente e qualitativamente più importanti dello Stivale: la Franciacorta, patria dello Chardonnay e universalmente riconosciuta come la miglior zona spumantistica d’Italia, e l’Oltrepò Pavese, territorio vocato al Pinot Nero e storicamente grande produttore di vini spumanti.
Ti accomodi a tavola e servi l’antipasto. Niente di meglio di abbinarci un bel calice di vino bianco fermo, nella fattispecie il Lugana, di gran lunga il vino bianco più significativo della regione ma anche tra i prodotti più interessanti d’Italia. Preferisci qualcosa di più secco? Prova un Incrocio Manzoni della Valcamonica. Ti piacciono invece le cose più aromatiche? Ci dirigiamo fuori dai confini regionali (ma neanche tanto) e nei Colli Piacentini troviamo la Malvasia di Candia aromatica ferma.
Passiamo al primo piatto, e per non farci mancare nulla decidiamo di proporre un bel calice di vino rosa. Ci indirizziamo convintamente in Valtènesi e proponiamo uno dei loro famosi Chiaretto. Come dici? Non ami i vini rosa e preferiresti un bel rosso, magari frizzante? Nessun problema, in Oltrepò Pavese abbiamo splendide interpretazioni di Bonarda Frizzante, oppure possiamo stappare un bel Lambrusco Mantovano, o ancora orientarci su un Gutturnio Frizzante (ok dai, l’avrai capito: considero i Colli Piacentini un prolungamento fuori regione della Lombardia).
Arriva la portata protagonista della serata, il secondo piatto, e come vino rosso fermo abbiamo l’imbarazzo della scelta: un grande Valtellina Superiore, tra i migliori e più longevi vini d’Italia; un Valcalepio Rosso Riserva, un Botticino, un Pinot Nero o un Buttafuoco dell’Oltrepò Pavese. Davvero possiamo sbizzarrirci con gusti, uvaggi, affinamenti e alcolicità per tutti i gusti e tutti i palati.
Un pezzetto di formaggio prima di chiudere ci chiede ancora un sorso di vino rosso e ci spinge a provare qualcosa di diverso e magari curioso: un sorprendente Marzemino di Capriano del Colle, un energico Nebbiolo dei Ronchi Varesini, un elegante Pinot Nero delle Terre Lariane.
Siamo giunti al dessert, e qui esistono due mondi diametralmente opposti, forse tre. Chi ama i vini dolci naturali, e può orientarsi su un Moscato Frizzante dell’Oltrepò Pavese o una Malvasia Dolce Frizzante dei Colli Piacentini; chi ama i vini dolci passiti ha un ventaglio di offerte molto ampio: si passa dal Moscato di Scanzo (vino rosso dolce prodotto a Scanzorosciate, espressione della docg più piccola d’Italia, ma di questo parleremo più approfonditamente in un altro racconto) ai passiti di Moscato dell’Oltrepò a quella di Malvasia nei Colli Piacentini ma anche a San Colombano. Ancora: passiti da uve turbiana fatti nella zona del Lugana e, ultimamente, passiti da Moscato Giallo prodotti nelle Colline Moreniche dell’Alto Mantovano. Esiste invece una considerevole fetta di consumatori che con il dolce predilige (sbagliando) gli spumanti secchi. Oltre ai già citati Franciacorta e Oltrepò Pavese, possiamo provare un Lugana Spumante o un Valcamonica Spumante o azzardare un Groppello metodo classico del Lago di Garda.
Come vedi abbiamo abbinato ogni piatto ed accontentato ogni gusto, e non abbiamo mai dovuto allontanarci dai nostri confini.
Probabilmente starai pensando che ogni regione d’Italia ha queste caratteristiche, ma se ci rifletti bene converrai con me che moltissime regioni hanno zone sicuramente più famose e conosciute ( e magari qualitativamente più apprezzate), ma non molte hanno questa varietà di zone, climi, terreni, vitigni, tradizioni e tipologie come invece può vantare la Lombardia. Insomma, per concludere, ti esorto a conoscere, visitare, approfondire e assaggiare i tantissimi vini prodotti in Lombardia e nelle zone limitrofe: sono certo che non te ne pentirai e troverai prodotti che incontrano il tuo gusto e accontentano il tuo palato.
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