20 gennaio 2023

Alcol, vino e salute: dico la mia (70)

Sta facendo molto rumore la recente decisione del Parlamento Irlandese di rendere obbligatoria, sull'etichetta delle bottiglie di vino e altre bevande alcoliche, l'indicazione dei rischi per la salute legati al consumo di queste bevande.

In altre parole, dal 2026, in Irlanda, ogni bottiglia di qualsivoglia bevanda alcolica, avrà delle etichette simili a quelle che già oggi conosciamo in Italia, ad esempio sui pacchetti di sigarette, con indicati i rischi legati all’abuso di alcol: dalla dipendenza cronica alle malattie del fegato, dai rischi cancerogeni alla cirrosi epatica.

Com’era prevedibile questa decisione ha scatenato le proteste unanimi di tutte le associazioni di categoria che rappresentano i principali produttori di vino d’Europa; Italia, Francia e Spagna in primis.

L’Assoenologi (l’Associazione nazionale di categoria dei tecnici vitivinicoli fondata nel 1891, che rappresenta oltre quattromila tecnici vitivinicoli), per dirne una, ha appena svolto un Simposio di due giorni a Napoli proprio sul tema “Vino e Salute”, con illustri ospiti internazionali, oltre ai ministri Schillaci (salute) e Lollobrigida (Agricoltura), in cui si è analizzata e sviscerata la questione inerente agli effetti del vino sull’organismo.

La questione è più antica dell’uomo, e può così essere riassunta:

- da una parte la medicina e le istituzioni sanitarie, che lamentano una verità sacrosanta: l’abuso di alcol fa male, senza se e senza ma. Questa affermazione è incontestabile e non se ne dovrebbe neanche più parlare. Secondo quanto riportato sul sito dell'Istituto Superiore di Sanità, i danni provocati dall’alcol sono di quattro tipi: incidenti, cancro, malattie cardiovascolari e cirrosi epatica. Tuttavia, sempre secondo l’ISS, nelle cause di questi danni, il ruolo dell’alcol gioca spesso un ruolo diverso. Ad esempio, nelle manifestazioni cancerogene l’alcol viene definito “una componente del processo causale a volto molto limitato”, mentre è ovviamente determinante per gli incidenti causati da persone in stato di ebbrezza. Insomma, non nascondiamoci dietro un dito: l’alcol è dannoso alla salute, e perfino una persona come il sottoscritto, che ha fatto del vino la propria professione, lo deve tranquillamente e onestamente affermare.

- dall’altra parte abbiamo invece i produttori di vino, i consumatori, e tutto il mondo che gira attorno ad essi (anche Istituzionale, sia chiaro), che pretende da sempre una distinguo, che quasi mai viene fatta: un conto è parlare di consumo ed abuso di alcol, e un conto è parlare, appunto, di vino. Alcol e vino sono due cose differenti. Perché se è vero, come dicono i dati, che l’uso ed abuso di alcol negli ultimi decenni è aumentato (i dati si riferiscono all’UE), è altrettanto vero che il consumo pro capite di vino è in caduta libera da oltre un secolo e, ad esempio, in Italia si è passati dai 120 litri all’anno del 1910 ai 33,6 del 2018. Mettere sullo stesso piano una persona che beve il più classico dei bicchieri di vino a pasto, con chi invece si scola una bottiglia di gin o di vodka a sera dopo cena, è chiaramente un ragionamento fallace. Non solo; gli effetti positivi del consumo (e non abuso) di vino sull’organismo ormai sono confermati anche dalle istituzioni sanitarie, tanto che nella stessa pagina del sito dell’ISS dove si parla dei “danni per la salute globale provocati dal consumo di alcol”, si fa riferimento anche agli “effetti benefici del consumo lieve o moderato, che sono stati registrati per le malattie ischemiche del cuore e il diabete, soprattutto nelle persone in età più avanzata”.

La diatriba, dicevo, è annosa e vecchia ormai di almeno trent’anni, ma ogni volta che una notizia come quella citata in apertura viene alla ribalta, torna prepotentemente d’attualità. Dal minuscolo pulpito in cui predico, amico mio lettore, amica mia paritaria, non posso che ribadire la più classica delle raccomandazioni: bevi poco; bevi di qualità; bevi per il gusto di scoprire sfumature, sensazioni olfattive, caratteristiche organolettiche; bevi per esaltare e valorizzare ciò che stai mangiando; bevi per mantenere vive tradizioni colturali e culturali; bevi perchè il vino è vita; bevi con sobrietà.

Andrea Fontana


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