Classement de Bordeaux: storia e origine del mito
Il mondo del vino è intriso di storia e tradizione, e pochi luoghi evocano la passione per questa bevanda nobile quanto la regione di Bordeaux, in Francia. In mezzo a vigneti mozzafiato e château imponenti, sorge un sistema che ha plasmato la percezione e il valore dei vini di questa regione: il famosissimo "Classement des Vins de Bordeaux” (letteralmente: “classificazione dei vini Bordeaux”).
Sono sicuro, amico mio lettore, amica mia paritaria, che almeno una volta nella vita ne avrai sentito parlare, e magari ti sei chiesto che cosa significa. Oggi te lo svelo io.
Il Classement des Vins de Bordeaux fu creato nel 1855 in occasione dell'Esposizione universale dei prodotti dell'agricoltura, dell'industria e delle belle arti, anche detta Esposizione universale di Parigi del 1855 (quello che noi oggi abbreviamo in “Expo”, e che l’Italia ha ospitato a Milano nel 2015).
Questo Expo, il secondo della storia dopo quello di Londra del 1851, celebrava i progressi industriali e culturali dell'epoca, e fu uno dei principali eventi organizzati dall’impero di Napoleone III, nato appena tre anni prima.
Per celebrare uno dei maggiori vanti Francesi, che già all’epoca era il vino, fu deciso di stilare il tanto decantato “Classement”, con l'obiettivo di stabilire una classifica dei migliori vini di Bordeaux, in modo da illustrare la qualità e il prestigio dei prodotti di questa regione ai visitatori, ed incentivarne il commercio.
E’ importante questo passaggio, e pertanto lo ripeto: la classificazione aveva come obiettivo principale quello di guidare i consumatori nel riconoscere i vini di qualità superiore, in un momento in cui il mercato dei vini stava crescendo rapidamente.
Fu così che i principali vini rossi di Bordeaux, prodotti dai famosissimi “chateau” (letteralmente: castello) vennero suddivisi in cinque categorie, o "crus", in base alla loro reputazione e al prezzo di mercato.
Si, hai capito bene: la classificazione non venne eseguita seguendo logiche di qualità dei terreni, dell’uva, l’esposizione dei vigneti, tipologia di giacimento del sottosuolo, ecc, (parametri che utilizeremmo oggi se dovessimo stilare una classifica di qualsivoglia denominazione vinicola), ma bensì solo ed esclusivamente in base al prestigio ed al prezzo che le bottiglie di quella determinata azienda spuntavano sul mercato.
Come a dire: se quel vino viene pagato tanto, significa che deve essere buono. Ragionamento rozzo e anche parecchio lacunoso ma, evidentemente, corretto.
Ecco quindi che i vini furono assegnati alle cinque categorie: Premier Cru, Deuxième Cru, Troisième Cru, Quatrième Cru e Cinquième Cru.
Come ho già detto, tale suddivisione fu basata principalmente sulla storia, la reputazione e la domanda dei vini, piuttosto che su degustazioni e valutazioni attuali.
Ciò nonostante, un aspetto chiave da considerare, e che probabilmente ha contribuito in maniera determinante al successo del Classement, è che il sistema è rimasto sorprendentemente stabile nel corso degli anni.
Sebbene ci siano state alcune piccole modifiche e aggiustamenti, la classificazione originale è ancora per la stragrande maggioranza in vigore, e questo è un segno della sua rilevanza storica e del suo impatto sulla percezione dei vini di Bordeaux.
Da quando fu varata ad oggi, infatti, si conta un solo eclatante cambiamento (Château Mouton Rothschild, promosso da Deuxième a Premier Cru nel 1973), mentre il resto del Classement è rimasto pressoché immutato: quattro Premier Cru (Château Lafite Rothschild, Château Latour, Château Margaux e Château Haut-Brion) divenuti appunto cinque dal 1973, sedici Deuxième Cru, nove Troisième Cru, solamente quattro Quatrième e dodici Cinquième.
Chiaramente non è tutto oro quello che luccica, e non mancano e sono mancate negli anni critiche e controversie rispetto al Classement del 1855: molti esperti del settore ritengono, ad esempio, che il sistema sia obsoleto e non rifletta più accuratamente la qualità dei vini. Inoltre, l'assenza di una valutazione basata sulla degustazione attuale e la mancanza di inclusione di alcuni produttori di qualità hanno portato a discussioni sulle sue limitazioni.
Tuttavia, nonostante le critiche e le sfide, il Classement del 1855 continua ad avere un impatto significativo sull'industria dei vini di Bordeaux. I vini appartenenti alle categorie più alte della classifica continuano a godere di prestigio e di un prezzo più elevato sul mercato (per i Premièr Cru si parla di numeri come minimo a quattro cifre per ogni singola bottiglia), grazie alla loro lunga storia e al loro status consolidato. Questo sistema ha inoltre contribuito a definire il valore dei vini di Bordeaux a livello internazionale e ha influenzato la percezione di molti appassionati e collezionisti di vino.
E così, nonostante in questo periodo storico altre zone vinicole sembrano intaccare il prestigio di Bordeaux (Borgogna in primis, ma di questo parleremo in un altro momento), questa classificazione, creata per aumentare il prestigio di una zona e, di riflesso, quello di un Impero scomparso da ormai 150 anni, continua ad essere determinante e fondamentale per l’economia di un intero comparto economico.
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