21 ottobre 2022

La Sicilia del vino (62)

E’ successo solo una volta che io prenotassi le vacanze estive con largo anticipo.

E la meta prescelta fu la Sicilia, affascinante regione Italiana, nonché isola più grande del Mediterraneo, patria di cultura, storia e anche regione di grande tradizione enologica.

Raccontavo questo aneddoto proprio qualche giorno fa, e tralasciando come andò a finire quell’esperienza (la prenotazione fu fatta a gennaio 2020 per il giugno dello stesso anno, puoi ben immaginare che il sogno di visitare la Sicilia, per il momento, è ancora tale), mi è sembrato un buono spunto per parlarti della produzione vinicola dell’antica Trinacria.

La suddivisione storica in auge fino alla metà del secolo scorso individua tre zone principali: la Val di Mazara, la Val Demone (o Demona) e la Val di Noto.

La Val di Mazara comprende tutta la parte occidentale dell’isola (la cosiddetta "punta") e le province di Trapani, Agrigento e Palermo. Qui sono concentrate tutte le maggiori cantine siciliane (il 90% di quelle che superano i 6 ettari) e la stragrande maggioranza degli ettari vitati della Regione.

Qui hanno sede le aziende che hanno contribuito in maniera determinante alla fama e alla conoscenza dei vicini siciliani: Donnafugata, Duca di Salaparuta, Tasca d’Almerita, Firriato, Planeta. Tutti i più grandi nomi dell'enologia Siciliana si trovano in questa zona.

Qui si trovano anche le due denominazioni più storiche della Sicilia, curiosamente legate entrambe a vini dolci o da meditazione: Marsala e Pantelleria (benché quest’ultima sia parecchio lontana dalle rive Trapanesi).

La storia del Marsala merita una breve digressione. Benché oggi abbia un successo commerciale decisamente limitato, in passato il Marsala è stato un vino di grande successo e fama, conosciuto e apprezzato in tutta Europa. La sua storia è fortemente legata al commercio marittimo dei mercanti Inglesi, che verso la fine dell’800 erano alla ricerca di un vino da importare in Gran Bretagna. Il porto di Marsala era il luogo ideale dove sostare e caricare le botti del vino prodotto in queste zone, che però spesso veniva imbarcato come vino bianco e sbarcato nei porti inglesi che si era tramutato in aceto. Il perché è facilmente intuibile: viaggi lunghissimi, condizioni sanitarie e ambientali delle stive delle navi favorevoli alla proliferazione dei batteri, botti eccessivamente soggette allo scambio con l’ossigeno. Per ovviare a questi inconvenienti divenne allora prassi aggiungere alcol o distillato al vino, al fine di “proteggerlo”, e nacque così, in maniera inconsapevole, uno dei vini Italiani storicamente più conosciuti e apprezzati nel Mondo.

In Val di Mazara vi è la maggiore coltivazione di Nero d'Avola (nonostante Avola non sia qui), di Catarratto, di Grillo (l'uva del Marsala), di Moscato d’Alessandria (per il Passito di Pantelleria) oltre alle solite internazionali Syrah, Merlot, Cabernet, Chardonnay, ecc.

La Val Demone è la zona a nord-est della regione, orientativamente dalla città di Catania in su per tutta la provincia di Messina ed è caratterizzata dalla presenza dell'Etna, che con i suoi suoli vulcanici condiziona fortemente la viticoltura di tutta la zona, rendendola la più interessante della regione.

Proprio così. Dopo un paio di decenni trascorsi a coltivare e promuovere quasi esclusivamente Inzolia e Nero d’Avola, da circa una decina d’anni la viticultura etnea è diventata la portabandiere della produzione enologica Siciliana. La grande peculiarità sta ovviamente nei giacimenti orografici del sottosuolo, di evidente origine vulcanica, ma anche nell’altitudine dei vigneti, che di fatto la rendono una viticoltura di montagna fatta su un’isola mediterranea. Le uve principali sono il Nerello Cappuccio e il Nerello Mascalese (rosse), il Grecanico e il Carricante (bianche). Sempre alla Val Demone viene associata la micro produzione di Malvasia delle Lipari, caratteristica delle Isole Eolie.

Abbiamo infine la Val di Noto, la parte sud-orientale dell'Isola, che coincide sommariamente con le province di Siracusa, Ragusa e parte di Catania e Enna. Zona famosa per molte ghiottonerie gastronomiche (il pomodorino di Pachino, il cioccolato di Modica) è forse l’area meno significativa per quanto riguarda la viticoltura, nonostante presenti la particolarità dell'uva Frappato, che origina l'unica DOCG Siciliana, il Cerasuolo di Vittoria, oltre alla presenza della pluricitata Avola, che ha dato il nome all’omonimo vitigno. Senza dimenticare Noto e il suo caratteristico Moscato.

Andrea Fontana


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