30 giugno 2023

Prosecco: il "metodo italiano" che ha conquistato il mondo

L’estate è finalmente esplosa con tutte le sue peculiarità, e se c’è un vino che vede in questa stagione incrementare in maniera esponenziale il suo consumo, questo è il Prosecco.

Non c’è niente di meglio, infatti, per i Cremonesi amanti della bevanda di Bacco, di un bel vino frizzante e leggero in queste calde giornate estive.

E se dico “frizzante” e “leggero”, il primo pensiero di tutti, ma proprio tutti i consumatori di vino, va appunto al Prosecco.

Un vino tanto amato dai consumatori quanto “snobbato” dai supposti esperti, ma del quale è doveroso parlare, se non altro per i numeri e l’impatto che la sua produzione ha nel mondo enologico Italiano.

Vediamo quindi di fare un po’ di ordine e chiarire alcuni aspetti.

ORIGINE

I primi cenni storici del Prosecco risalgono all'epoca romana, quando i coltivatori delle colline venete producevano un vino chiamato "Pucino." Tuttavia, è nel XVI secolo che si trova la prima documentazione scritta sul Prosecco, quando venne menzionato da un medico italiano come un vino di qualità prodotto nella regione di Conegliano, nel Veneto.

L'origine del nome "Prosecco" è oggetto di dibattito. Alcuni sostengono che derivi dal termine latino "prosechium," che significa "luogo in pendio". Altri ipotizzano che il nome abbia origini slaviche e derivi da "prozek", che indica una varietà di vino acido. Altri ancora che il nome derivi dal paese di “Prosecco”, frazione del comune di Trieste, in Friuli (e vedremo tra poco come questa teoria abbia influenzato le scelte del legislatore).

Nonostante le diverse teorie, ciò che è certo è che il nome "Prosecco" è strettamente legato alle colline del nord-est dell'Italia.

ZONA DI PRODUZIONE

 L’attuale zona di produzione del Prosecco è situata tra le province di Treviso e Trieste. In pratica tutta la regione Veneto ad esclusione delle province di Verona e Rovigo, e in tutto il Friuli-Venezia Giulia.

In tanti si chiedono il perché della presenza di questa regione, e il motivo è in quello scritto poc’anzi: essendo il paese che (si presume) ha dato il nome al vino in Friuli, ecco spiegato perché anche nella regione Giuliana è consentita la sua produzione.

UVA, TIPOLOGIE, DISCIPLINARE

Il Prosecco è riconosciuto (e confuso) attraverso tre denominazioni: Valdobbiadene Superiore DOCG, Asolo DOCG e Prosecco DOC.

Le prime due riguardano la zona storica di produzione, quella più vocata e, particolare da non sottovalutare, quella collinare.

La denominazione Valdobbiadene Superiore DOCG è considerata la più prestigiosa e si riferisce all'area di produzione di Conegliano e Valdobbiadene in provincia di Treviso, dove si ottengono i Prosecco di più alta qualità. In questa zona insiste uno dei territori più famosi e preziosi (Cartizze) oltre a numerosi altri Cru, che vengono identificati in etichetta con il termine “Riva”.

Asolo DOCG, invece, identifica i vini prodotti nella zona di Asolo, caratterizzati da una spiccata eleganza. E’ la zona più piccola e, forse, meno conosciuta, e spesso i produttori di questo territorio preferiscono interpretazioni meno zuccherine o addirittura non dosate.

Infine, la denominazione Prosecco DOC comprende la vasta area di produzione che si estende oltre le due precedenti e riguarda soprattutto zone di produzione di pianura.

All’interno dell’enorme serbatoio “Prosecco” troviamo quindi la stragrande maggioranza delle bottiglie presenti sul mercato, spesso vendute ad un prezzo irrisorio, e che contribuiscono in maniera determinante alla cattiva fama che ha questo vino nella cerchia dei gourmet.

E proprio per sfuggire a questa pessima nomea, Conegliano-Valdobbiadene e Asolo nella recente approvazione del disciplinare di produzione a denominazione di origine controllata e garantita, hanno tolto la parola “Prosecco”e lasciato solo il riferimento geografico.

Una rivoluzione, ben lungi dall’essere compiuta, per differenziare non solo le zone storiche ma anche quelle collinari, che per rese e caratteristiche di coltivazione non vogliono essere associate all’enorme pianura veneto-friulana, anche e soprattutto come fascia di prezzo (un buon Cartizze, oggi, costa spesso di più di un Franciacorta).

Le caratteristiche organolettiche del Prosecco sono un vero tripudio di freschezza e vivacità.

L'uva Glera, con la sua buccia spessa e resistente, conferisce al vino note floreali, fruttate e agrumate. In generale, i Prosecco sono vini leggeri, con un basso contenuto di alcol e un gusto fresco e frizzante.

Queste caratteristiche sono determinate dal metodo di produzione, chiamato "Martinotti" o "Charmat", dal nome dei due tecnici che l’hanno messo a punto (italiano il primo, che l’ha idealizzato; francese il secondo, che l’ha concretamente perfezionato), che differisce dal Metodo Classico perché la seconda fermentazione avviene in autoclave, grandi contenitori di acciaio a tenuta stagna (tecnicamente “isobarici”) che consentono la creazione del perlage in pochissimi mesi (generalmente non più di 3-6).

La stragrande maggioranza dei Prosecco presenti sul mercato sono dosati “Dry” o “Extra Dry”, quindi con un importante residuo zuccherino, anche se come ho già detto non mancano versioni più secche (Brut o Extra Brut) o addirittura “non dosate”.

Capitolo a parte meritano le “nuove” recenti interpretazioni dell’antico Metodo Ancestrale (che nel Prosecco viene chiamato “Colfondo”): in pratica dopo la prima parziale fermentazione in acciaio, il vino viene imbottigliato con ancora i lieviti e del residuo zuccherino, che permettono di terminare la fermentazione in bottiglia, e vengono commercializzati non sboccati, con ancora i lieviti in sospensione (che depositandosi danno origine al “fondo”) e chiusi con il tappo a corona.

In definitiva, checchè ne dicano gli esperti, il grande successo commerciale e produttivo del Prosecco (si vocifera siamo vicini al miliardo di bottiglie prodotte; i dati ufficiali parlano invece di poco meno di 700 milioni) è un fenomeno tutto Italiano che ha conquistato ogni angolo del globo terracqueo.

Andrea Fontana


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti