4 agosto 2023

Satèn e Crémant: non è solo questione di accenti

A metà degli anni ‘90 il mondo dei vini spumanti ha visto la nascita e la trasformazione di due tipologie importanti e di grande successo commerciale: il Satèn e il Crémant. Nonostante siano passati quasi 30 anni da questi eventi, ancora oggi regna una gran confusione tra i consumatori riguardo a questi vini, che cercherò oggi di riordinare.

Satèn

Il termine Satèn appare ufficialmente per la prima volta nel 1995, anche se la sua nascita ha visto una genesi lunga almeno i quattro o cinque anni precedenti. La storia narra che in quel periodo i principali produttori Franciacortini (che erano una quindicina, non gli attuali 130) cercassero una tipologia di spumante che caratterizzasse la zona, che era ancora ben lontana dalla fama e dal prestigio attuale. La scelta cadde su una versione di spumante Metodo Classico con più morbidezza e cremosità, che abbracciasse il gusto imperante dell’epoca.

Questa tipologia di spumante, ottenuta realizzando la seconda fermentazione con un liqueur de tirage meno zuccherino (18 gr/lt invece dei consueti 24), che quindi genera meno anidride carbonica (nella rifermentazione in bottiglia si crea un'atmosfera ogni 4 gr/lt di zucchero; quindi in questo caso si creano 4,5 atmosfere invece di 6) in Francia aveva un nome ben preciso: Crémant. Questo nome veniva utilizzato all’epoca anche in Italia, in varie zone, ma dal 1989 un Regolamento Europeo ne vietò l’utilizzo al di fuori della Francia (sempre lo stesso regolamento ha vietato anche il termine “Metodo Champenoise”, anch’esso molto utilizzato in tutta Europa, da quel momento esclusivo della regione dello Champagne).

Ecco allora che il Consorzio di Franciacorta affidò ad un importante studio di design bergamasco (fondato da Chiara Veronelli, figlia del grande Gino) la scelta del nome, che venne individuato in Satèn, italianizzazione della parola francese “satin”, che significa “raso”. Il nome, oltre ad avere una bellissima “musicalità”, evoca il “satinato”, “soffice”, “cremoso”, e da allora contraddistingue questa tipologia esclusiva del Franciacorta, ed ebbe da subito un forte impatto commerciale.

Da un punto di vista tecnico il Satèn è un Blanc de Blancs (minimo 50% chardonnay, da 0 a 50% massimo di pinot bianco) ed è sempre etichettato brut (dosaggio massimo 12 gr./lt.).

Crémant

Contestualmente alla nascita del Satèn, nel mondo dei vini spumanti si assisté anche alla trasformazione del termine Crémant. Fino a quegli anni, infatti, come già accennato, il termine Crémant indicava esattamente quello che oggi indica il termine Satèn in Franciacorta: uno spumante rifermentato con una liqueur meno zuccherina, che sviluppa meno atmosfere, e dà origine ad un vino più cremoso, morbido, soffice.

Tuttavia, nel momento in cui la regione dello Champagne riuscì ad ottenere la primogenitura e l’esclusiva del termine “methode champenoise” (primogenitura che in realtà non è così scontata, ma questa è un’altra storia) dovette “cedere” qualcosa alle altre zone spumantistiche francesi, ed europee, che si trovavano spogliate del termine per poter identificare in etichetta che anche i loro prodotti erano ottenuti con il metodo della rifermentazione in bottiglia.

Ecco allora che si decise che il termine “Crémant” diventasse l’equivalente di “methode champenoise” (o Metodo Classico, o Metodo Tradizionale) in tutta Europa, con alcuni distinguo, il più importante dei quali stabilisce è che il termine Crémant può essere associato solo ad una denominazione esistente. Ecco quindi nascere (o rinascere, visto che la parola Crémant veniva utilizzata anche in passato) i Crémant d’Alsace, i Crémant de Bourgogne, i Crémant de Loire, i Crémant de Bordeaux, ecc.

Sono tutti spumanti metodo classico, senza distinzione di dosaggio, uvaggio o altro.

Chi ha qualche anno in più sulle spalle, come il sottoscritto, probabilmente ha percepito un po’ di disorientamento dovuto a questa trasformazione, abituato com’era a trovare nei Crémant morbidezza e cremosità, ma di sicuro questa “nuova” nomenclatura è servita ad alcune tipologie di spumante (penso soprattutto ai Crémant d’Alsace) per trovare finalmente la propria collocazione sul mercato.

Andrea Fontana


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