12 novembre 2021

L'abbinamento cibo-vino (27)

"Ciao Andrea, quattro mesi che leggo la tua rubrica, ma ancora non ho capito che vino devo stappare con l'arrosto?"

Questo è solo uno dei tanti messaggi che mi sono arrivati in queste settimane, credo quindi sia giunto il momento di affrontare l'argomento dell'abbinamento cibo-vino, a maggior ragione ora che anche la rubrica di CremonaSeraL’appetito vien mangiando” sta riscuotendo un grande interesse.

Per abbinare correttamente un vino ad un cibo è necessario essere in grado di riconoscere e apprezzare le principali caratteristiche organolettiche del vino stesso.

Il che, tradotto in parole povere, non significa solamente percepire le diverse sfumature aromatiche presenti nel vino (ad esempio la ciliegia, il tabacco, la vaniglia, i fiori di pesco o la sella di cavallo - sissignori, esiste anche questo).

Percepire le principali caratteristiche organolettiche significa soprattutto saper cogliere le tre grandi sensazioni tattili della lingua (acidità, dolcezza e amarezza - il salato nel vino è presente poco) e il loro equilibrio, che è fondamentale per lasciare una sensazione di "pulizia” in bocca. Queste sensazioni tattili sono determinate dalle componenti del vino (banalmente, gli acidi donano l'acidità, gli zuccheri la dolcezza e i tannini e l’alcol l’amaro), che variano quindi da vitigno a vitigno, dal metodo di vinificazione, dal terroir di provenienza dell’uva, ecc.

Ecco, ho introdotto il concetto di “pulizia della bocca” che è l’elemento fondamentale che va tenuto presente nella scelta di un vino da abbinare ad un cibo.

Detto in altre parole, la funzione del vino durante un pasto è quella di accompagnare il cibo nel suo viaggio verso lo stomaco, lasciando la bocca pulita e pronta per il boccone successivo, che può essere della stessa pietanza, oppure di una completamente diversa.

E gli elementi che determinano la pulizia della bocca durante questo percorso sono le già citate sensazioni tattili che la lingua percepisce: acidità, dolcezza e amarezza, che si uniscono alle componenti del piatto e determinano o meno l’equilibrio gustativo di questo insieme.

"Ok Andrea, belle parole, ma ‘sto arrosto con cosa lo abbino?"

Il consiglio è quello di provare e sperimentare, senza paura di osare abbinamenti anche insoliti o azzardati. Ma è chiaro che esiste una sorta di “prontuario” con degli abbinamenti prefissati che non tradiscono. Dal più generico “vino bianco con il pesce, vino rosso con la carne” ai più specifici “vini bianchi aromatici con pietanze delicate e fresche; vini bianchi secchi e asciutti con pietanze sapide e salate; vini bianchi vegetali e minerali con zuppe e preparazioni di verdure; vini rossi giovani e freschi con primi piatti, paste ripiene delicate e formaggi freschi; vini rossi corposi e invecchiati con arrosti, cacciagione, carni rosse e formaggi stagionati”. page1image1309037392 page1image1309037728

Ancora qualche veloce indicazione e suggerimento più specifico: carciofi e asparagi si sposano bene con Verdicchio e Lugana, meglio se invecchiato qualche anno; una “banalissima” pasta al pomodoro è una delle cose più difficile da abbinare, per via dell’acidità importante del pomodoro (personalmente prediligo un refosco, o un marzemino, o un teroldego giovane); i salumi richiedono vini frizzanti -la CO2 aiuta a sgrassare e pulire la bocca-, indipendemente dal colore (lambrusco, Franciacorta, Gutturnio, ecc.); con i marubini in brodo si sposa bene anche un merlot giovane; una tagliata di manzo o una costata ai ferri è ottima anche con vini ricchi di polpa (Amarone, Sfursat, ecc.); per i bolliti cremonesi lasciate perdere i tannini e le acidità e privilegiate vini con residui zuccherini.

"Sì ma Andrea, sicuro che ridurre il consumo di vino solo a strumento di “pulizia della bocca” sia corretto? Io il vino lo bevo perchè mi piace!"

Anch’io, e difatti non va confuso il consumo di vino per piacere, lontano dal pasto, a quello invece in accompagnamento ai piatti, che è sempre di piacere ma in più ha lo scopo che abbiamo appena visto. Sono due momenti completamente diversi, che necessitano di prodotti diversi. Ma questo è un altro aspetto della vicenda, che vedremo in una delle prossime volte

Andrea Fontana


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