25 marzo 2022

I fattori della qualità di un vino. La gestione della pianta (42)

Siamo gasati come non mai. I lavori procedono a gonfie vele. Il nostro sogno di diventare vignaioli sta prendendo sempre più forma.

Abbiamo scelto i fattori naturali (clicca qui) e i fattori biologici (clicca qui) che determineranno la qualità del nostro vino. Adesso è arrivato il momento di metterci del nostro, e concentrarci finalmente sui fattori umani. Uno dei mantra più diffusi (e a parere di chi scrive anche sbagliati, ma è un'opinione personale) nel mondo del vino è che “il vino buono si fa in vigna”. Questo significa che le scelte agronomiche sono fondamentali per ottenere l’uva migliore possibile. Queste scelte di campagna, che in gergo vengono appunto definite fattori umani della qualità, riguardano due grandi famiglie: la gestione del suolo e la gestione della pianta.

Quest'oggi ci concentreremo su quest’ultima. Una volta scelti il terreno ed il vitigno, e dopo aver lavorato il terreno (scasso) e scelto la palificazione migliore (la vite è una pianta rampicante, e come tale ha bisogno di pali di sostegno), è fondamentale scegliere il sistema di allevamento più adatto alle proprie esigenze. Esistono numerosissimi sistemi di allevamento, legati alle esigenze di ogni viticoltore e alle tradizioni colturali di ogni zona.  Si classificano in base all’altezza del tronco (bassa, media, alta); alla lunghezza dei capi a frutto (potatura corta, media, lunga) e allo sviluppo dei tralci (orizzontale, verticale, inclinato).

Attraverso la potatura invernale (nel nostro emisfero generalmente viene realizzata tra febbraio e marzo) viene scelto il sistema di allevamento che più si adatta alle proprie esigenze, che deve tenere in considerazione numerosi fattori: il clima, l’umidità, il tipo di terreno, il portinnesto, la vigoria della varietà impiantata, gli intenti produttivi, la possibilità di utilizzare macchinari nel vigneto, ecc.

Esistono numerosissimi metodi di allevamento, spesso legati anche alla storia del luogo o, perché no, alla moda del momento. Quello che è fondamentale capire è che il sistema di allevamento determina la produttività della pianta e, di conseguenza, la quantità di uva che si otterrà e, ancora una volta di conseguenza, la qualità del vino che andremo a produrre.

Piccolo inciso: questi due fattori, quantità di uva e qualità del vino, sono strettamente correlati, oserei dire inversamente proporzionali: più una pianta produce (attenzione: una pianta, non un vigneto intero), meno sarà la qualità organolettica dell’uva.

Ma torniamo a noi. Stavamo parlando dei sistemi di allevamento. I più diffusi oggi sono sicuramente il Guyot (nome del botanico francese che per primo lo descrisse) e il Cordone Speronato. Senza entrare troppo nello specifico, questi sistemi sono entrambi considerati a potatura corta, e si differenziano per la quantità di capi a frutto e l’altezza del cordone. In ogni caso, sono scarsamente produttivi (e quindi di elevata qualità) e sono scelti nella stragrande maggioranza dei nuovi impianti in quasi tutte le zone vinicole mondiali di eccellenza.

Altri sistemi molto diffusi sono la Pergola Trentina (o Veronese) nel Nord Italia e il Tendone nel Sud Italia. Per certi aspetti simili, sono entrambi sistemi di potatura lunga, e sostengono e incoraggiano la vigoria della pianta, facendo produrre molta quantità di uva, spesso a scapito della qualità.

Tra gli altri numerosi sistemi di potatura, vale la pena ricordare anche il più curioso e esteticamente affascinante, l’Alberello. Questo sistema non prevede palificazione e, come dice anche il nome, fa in modo che la pianta assuma una forma minuscola e “rannicchiata” ad alberello. E’ utilizzato in particolarissime condizioni climatiche e di terreno, ad esempio è molto diffuso nel Sulcis, nel Sud della Sardegna, dove il forte vento e il terreno sabbioso sradicherebbe probabilmente qualsiasi palificazione e altro sistema di allevamento.

Bene, una volta determinato il sistema di allevamento della pianta, si può intervenire nella gestione su di essa e sul terreno, effettuando scelte ben precise e di grande impatto sul prodotto che si otterrà. Le vediamo nel dettaglio la prossima settimana.

Andrea Fontana


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