29 novembre 2023

Il Bignami del vino italiano per lettori svogliati: i vini rossi (4ª parte)

Finalmente ci siamo.

Il nostro Bignami dei vini Italiani è giunto alla tipologia di vino più storica, conosciuta, apprezzata e significativa d’Italia: quella dei vini rossi.

E anche se i dati attuali dicono il contrario (il “trend”, per usare un inglesismo orribile, dice infatti che i giovani si stanno allontanando dai vini rossi -considerati troppo impegnativi, pesanti, alcolici- a favore dei vini bianchi e delle bollicine -più freschi, semplici, immediati, “cool”, per usare un altro pessimo inglesismo-), nell’immaginario collettivo il vino rosso rimante il prodotto tipico Italiano. Nomi come Barolo, Brunello, Amarone, sono conosciuti in tutto il Mondo, ed evocano grandi etichette e grandi storie.

Ecco quindi che dopo aver visto i 5 VINI SPUMANTI ITALIANI più significativi (qui l’articolo), i 5 VINI BIANCHI ITALIANI più conosciuti (qui l’articolo), i 5 VINI ROSA ITALIANI più importanti (qui l’articolo), oggi tocca ai 5 VINI ROSSI ITALIANI più famosi.

Con un piccolo distinguo. Finora abbiamo sempre elencato i 5 vini più significati. Stante la grande storicità dei vini rossi, tuttavia, per non rischiare di lasciare fuori qualcuno di importante, ho deciso di modificare leggermente l'impostazione della graduatoria ed elencare le 5 uve rosse più significative Italiane, così da poter elencare ben più di cinque sole tipologie. Ma bando alle ciance, iniziamo subito:

1. NEBBIOLO: noto come "il principe dei vitigni", è protagonista di due dei vini rossi più prestigiosi non solo del Piemonte ma di tutta l'Italia: il Barolo e il Barbaresco. Il primo, chiamato anche “il Re dei vini, il vino dei Re” non ha bisogno di presentazioni: robusto, complesso, con aromi di rose, ciliegie e spezie, è vino da lunghissimo invecchiamento. Le stesse caratteristiche le ritroviamo nel “cugino” Barbaresco, che mantiene però anche una maggiore accessibilità in gioventù, offrendo eleganza e struttura ma anche freschezza. Oltre a Barolo e Barbaresco, il nebbiolo dà origine a numerosi altri vini rossi significativi, tra i quali non si possono non citare Ghemme, Gattinara, Boca e Carema, tutti nell’Alto Piemonte, nonché i caratteristici vini della Valtellina, tra cui le famose sottozone Sassella, Inferno, Grumello, Valgella e lo straordinario Sforzato, ottenuto dall’appassimento delle uve. Ognuno di questi riflette il terroir locale, con note floreali, fruttate e speziate uniche.

2. SANGIOVESE: detto del principale vitigno del Nord Italia, affrontiamo adesso il vitigno del Centro Italia più diffuso, nonché il più coltivato di tutta la penisola. Come dico spesso durante i miei corsi di degustazione, “dal Po al Volturno l'Italia è tutta Sangiovese". Esso dà origine a tutti i vini storici Toscani, Chianti Classico e Brunello di Montalcino in primis. Nel Chianti Classico, il Sangiovese si esprime con note di ciliegie fresche, erbe aromatiche e spezie, creando un vino vivace e versatile. Nel Brunello di Montalcino, diventa un vino elegante e potente, con aromi complessi di frutta, fiori e terroir toscano. Oltre a questi, il Sangiovese è presente in maniera preponderante anche nel Vino Nobile di Montepulciano, nel Morellino di Scansano, nel Montecucco, nel Carmignano, oltre ovviamente a tutti gli altri Chianti (Colli Senesi, Colline Pisane, Colli Aretini, Colli Fiorentini, Rufina, Montespertoli, ecc.) e ai Rosso di Montepulciano e Rosso di Montalcino. Infine, come detto, il Sangiovese non è solo Toscana ma anche e soprattutto Romagna (molto rinomato il Sangiovese di Romagna delle zone di Brisighella e Predappio), Marche (Rosso Piceno), Molise (Biferno) e, in minima parte, Abruzzo, Lazio, Puglia e Campania.

3. CORVINA: Anche se non ha la diffusione dei due precedenti vitigni, la Corvina può essere tranquillamente annoverata tra i principali vitigni a bacca rossa Italiani poiché è la protagonista indiscussa di un grandissimo vino rosso: l'Amarone della Valpolicella, un vino unico ottenuto dall'essiccazione delle uve prima della fermentazione. Questo processo conferisce al vino una ricchezza straordinaria, con aromi di frutta secca, cioccolato e spezie. L’Amarone è un'esperienza sensoriale intensa e avvolgente, con una lunga storia artigianale nel cuore della Valpolicella. Gli altri vini in cui la Corvina interviene in maniera determinante sono la Valpolicella e il Bardolino, sia nella versione in rosso che nel Chiaretto. Recentemente è stata promossa a denominazione a sé stante anche il Rubino delle Colline Moreniche (province di Mantova e Verona), dove è presente in maggioranza proprio la Corvina.

4. AGLIANICO: Forse poco conosciuto da noi, l’Aglianico è tuttavia un vitigno di grandissima importanza e dalle caratteristiche di grande interesse. Il suo nome deriva da “Ellenico”, ad indicare la chiara origine greca. Il vino principale ottenuto è il Taurasi, prodotto in Campania. Taurasi è un vino robusto, con tannini decisi e un carattere audace. I sentori di frutta nera, spezie e note terrose definiscono questo vino, che ha il potenziale di invecchiare magnificamente, mostrando una complessità crescente nel tempo, tanto che spesso viene definito “il Barolo del Sud”. L'Aglianico genera anche un altro grande vino rosso, l'Aglianico del Vulture, prodotto in Basilicata, che spicca per eleganza e complessità. Presenze significative di Aglianico si hanno anche in Puglia (specialmente nella zona di Castel del Monte) e in Molise.

5. SAGRANTINO: Chiudiamo questo elenco con un altro vitigno “mono-vino”, epperò che vino! Il Sagrantino di Montefalco (anzi, il Montefalco Sagrantino, nuovo nome derivante dalla modifica del disciplinare) è infatti in brevissimo tempo diventato un vino molto apprezzato e considerato, conosciuto soprattutto per la sua struttura tannica intensa e i caratteristici aromi di frutta nera, prugna, e note terrose. Prodotto nell’omonimo territorio, in Umbria, ha generato un vero e proprio rinascimento di tutta l’enologia della regione, entrando ben presto nell’olimpo dei più importanti vini rossi Italiani.

Andrea Fontana


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